“Ci vuole coraggio per restare, ce ne vuole ancora di più per cambiare”. Alessia Bottone, questa frase l’ho letta sul suo blog “Da nord a Sud” e mi ha colpita. Noi trattiamo di leadership come coraggio, lei che ne pensa?
Rispondo con un’altra citazione, non mia, tratta dal film “Radiofreccia”:”Credo che certe volte per credere ci vuole molta energia”. Non ho mai trovato una frase che spieghi meglio il concetto di coraggio. Coraggio inteso come bisogno di credere che possiamo cambiare, noi, il corso delle nostre vite, la nostra routine stessa. Talvolta le risorse sono dentro di noi, ma non sappiamo come tirarle fuori. E sai perché? Abbiamo troppa paura, di fare un buco nell’acqua o semplicemente di un amaro risveglio, perché più la posta in gioco è alta, e più aumenta il grado di rischio. Quando mettiamo noi stessi e l’amore che proviamo per le cose che facciamo ci esponiamo, ecco perché a volte, preferiamo non muoverci affatto e non cambiare una sola virgola della propria vita.
Sai, oggi un mio amico mi ha detto “La vita è molto difficile sai. Questo vuole dire che siamo diventati adulti”. Avrei voluto dirgli che forse, il termine giusto, era disillusi. Ecco, per me il leader, è qualcuno che a volte indossa il paraocchi, una sorta di Kamikaze emotivo, che punta al risultato, e, nonostante le critiche, le difficoltà, e il poco sostegno continua ad andare avanti.
Lei è autrice di un libro tanto ironico quanto vero: “Papà mi presti i soldi che devo lavorare?” dove racconta le disavventure di una precaria a tempo indeterminato. L’ironia è la sua arma per combattere il senso di precarietà?
L’ironia è la mia arma per combattere la noia, la monotonia, le difficoltà. Ogni volta che ho un problema ironizzo su me stessa, sugli altri, sulla situazione stessa. Considero questo un metodo molto valido per smorzare la tensione. Da provare soprattutto in ambito lavorativo!
Si immagini Hr di un’azienda, che consiglio darebbe ad una giovane in cerca di lavoro in procinto di avere un colloquio con lei?
Scappa, fuggi all’estero. Vivi. Non iniziare a lavorare prima di aver girato il mondo, prima di aver mangiato almeno un centinaio di pietanze diverse seduto a tavola con altrettante nazionalità diverse. Non aver fretta di mettere in saccoccia uno stipendio, c’è tempo per sederti ad una scrivania. Vai fuori e impara una, due, tre lingue, ma soprattutto apprendi l’arte del problem solving, e impara a cavartela anche nelle situazioni difficili. Una volta terminato il tuo giro, penserò alla tua assunzione. Oggi me ne vuoi, domani, ripensando al bagaglio che ti sarai fatto, capirai.
Un consiglio ed un augurio ad Alessia.
Un consiglio: Continua a sognare. Un augurio: Io speriamo che me la cavo.
Un consiglio ed un augurio a leadingMyself.
Un consiglio: Mi richiamate per l’uscita del terzo libro? Un augurio: Spero che possano parlare di voi anche oltralpe.
A cura di Barbara M. @paputtina
Alessia Bottone, classe 1985, ha una laurea in Scienze Politiche, Istituzioni e Politiche per la Pace e i Diritti Umani, ovvero in Scienze della Disoccupazione a Lungo Termine. Ha pubblicato per un piccolo editore Amore ai tempi dello stage. Manuale di sopravvivenza per coppie di precari. Ha un canale youtube e un blog, Danordasudparliamone, da cui ha scritto una lettera al ministro Fornero che ha ricevuto molta attenzione dai media. Nel 2012 è stata opinionista a LA7. Scrive per “Vero salute”, “Verona InForma” e “Sportdi+”. https://danordasudparliamone.wordpress.com/
Il suo ultimo libro: Un manuale ironico e irriverente per chi cerca lavoro o ha perso la speranza. Una collezione esilarante di paradossali colloqui, richieste singolari e annunci bizzarri. Consigli utili per districarsi fra i “lei è troppo per la nostra azienda”, “lei è una persona instabile, ha viaggiato troppo” e i “dobbiamo tornare tutti all’agricoltura”.