Anna Zattoni: ripartiamo dalle giovani donne e continuiamo a fare rete!

Anna Zattoni direttore generale di Valore D, cos’è Fabbrica4D?  

Fabbrica4D – La Metalmeccanica si rinnova” è il primo network di imprenditrici, manager, lavoratrici e studentesse nato per valorizzare il ruolo delle donne nel settore metalmeccanico. Il network nasce contestualmente all’adesione di Federmeccanica a Valore D e segna l’inizio di una collaborazione a sostegno della crescita professionale delle donne e dell’imprenditoria femminile in un settori industriale tradizionalmente considerato appannaggio maschile. Il nome del network si rifà all’idea di “laboratorio”, di officina, di luogo operoso di contributi, esperienze e sensibilità diverse. Tra i progetti che promuoveremo ci sono iniziative di condivisione di best practices, incontri per diffondere modelli femminili di successo nel settore, programmi di mentorship individuale tra manager e imprenditrici e studentesse e la creazione di una figura di “temporary welfare manager”, per dare alle aziende uno strumento concreto che le aiuti ad attirare talenti e competenze al di là delle differenze di genere.  

Lo stereotipo dei “lavori da uomini” è ancora molto forte, ma è possibile ripartire dalle giovani donne?  

Bisogna ripartire dalle giovani donne. In un settore come quello metalmeccanico sono ancora presenti forti ostacoli e preclusioni, complici non solo i pregiudizi di un ambiente nettamente maschile, ma anche gli stereotipi legati a un’immagine antiquata del lavoro in fabbrica, che ha pochissima rispondenza nella realtà attuale. Oggi l’industria si trova di fronte a una nuova rivoluzione, nota come Fabbrica 4.0, che sta trasformando totalmente il volto delle imprese e del lavoro. Oggi conoscenza, creatività, progettazione – non più quindi la forza fisica – diventano fattori determinanti. In Italia l’incidenza dell’occupazione femminile sul totale degli occupati risulta notevolmente più bassa nel settore metalmeccanico (19,4%) rispetto al manifatturiero nel suo complesso (26,6%) e il fenomeno è comune a tutti i principali Paesi dell’Unione Europea (Eurostat, 2014). Questo dato contrasta con l’elevata richiesta di lavoratori qualificati da parte del settore metalmeccanico. Per cercare delle soluzioni efficaci che permettano di colmare questo gap e valorizzare il talento e le competenze delle donne occorre considerare i fattori alla base di questa situazione. Gli indirizzi scolastici e universitari privilegiati dalle ragazze risultano essere spesso disallineati rispetto alle opportunità offerte dal mondo del lavoro. La formazione tecnico-scientifica, in particolare, appare ancora sottovalutata nelle preferenze delle ragazze, nonostante offra maggiori possibilità di collocamento e migliori salari (quasi 1.500€ netti mensili a 5 anni dalla laurea). L’Istat rileva che in Italia, su un totale di circa 452.000 iscritti all’istituto tecnico industriale e al professionale per l’industria e l’artigianato, le donne sono pari a circa 73.000, con un’incidenza del 16% sul totale degli iscritti. Per sanare definitivamente il disallineamento nelle scelte di istruzione e professionali è importante che le ragazze abbiano consapevolezza delle implicazioni della loro scelta sulle prospettive lavorative. Al momento della decisione, soltanto il 38% degli studenti è al corrente delle opportunità occupazionali offerte dai vari percorsi scolastici e meno di un terzo è informato sulle retribuzioni correlate al curriculum di studi prescelto. Se consideriamo che lo sviluppo economico futuro del Paese non può che essere legato – come accade del resto in altre nazioni, avanzate e non – all’acquisizione e allo sviluppo di competenze distintive in ambito tecnico-scientifico e alla capacità di innovare, è indubbio che indirizzare le ragazze verso una scelta più consapevole e informata del loro percorso formativo e alla piena valorizzazione delle loro capacità è una priorità che va perseguita con costanza e determinazione.  

Come vede la leadership del futuro e quale sarà il ruolo di Valore D?

Il modo di fare business sta cambiando sotto i nostri occhi, si sta affermando sempre più un nuovo paradigma economico che si pone come obiettivo una crescita sostenibile e presta molta attenzione ai bisogni della società e della persona. Credo quindi che nel futuro lo stile di leadership più efficace sarà partecipativo, inclusivo e orientato al lungo periodo. Diverse ricerche dimostrano che le donne sono sicuramente le prime portatrici di questo tipo di leadership: nella proprie agenda hanno ai primi posti i temi dell’educazione, della sostenibilità, della qualità della vita e del tempo e quando ricoprono incarichi di potere promuovono scelte di governance e di business più sostenibili. Valore D sostiene le aziende e la società nella promozione del talento e nel superamento delle barriere di genere. Per raggiungere questo obiettivo, uno dei passaggi chiave è il riconoscimento e la valorizzazione di uno stile di leadership diverso da quella prevalente, ci abbiamo lavorato molto in questi 6 anni e continueremo a farlo. La parità esisterà quando nessuno di noi dovrà porsi più il tema dell’equilibrio di genere, o della presenza o mancanza di donne in posizioni apicali. Fino a quel momento sarà importante impegnarsi insieme per cambiare la situazione.

Un consiglio ed un augurio ad Anna.  

Un augurio a me, ma un po’ a tutte noi: che fare rete tra donne – e non solo – diventi sempre più facile. Mi piacerebbe diventasse quasi un istinto: spontaneo e inevitabile. Un consiglio: la strada a volte è impervia, ma è quella giusta. 

Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself.  

Un augurio: che abbia sempre più storie di donne di successo da raccontare. Un consiglio: facciamo emergere le giovani.

  A cura di Barbara M. @paputtina

ANNA ZATTONI. Dal febbraio 2012 è Direttore Generale di Valore D, la prima associazione di grandi imprese creata in Italia per sostenere la leadership femminile in azienda, dove in precedenza ha ricoperto il ruolo di Consigliere per Vodafone Italia. In Vodafone è stata HR Manager della Direzione delle Tecnologie e HR Manager delle Direzioni Commerciali. In passato ha lavorato in Pfizer Italia, come Responsabile Organizzazione nel Dipartimento Risorse Umane, e in The Boston Consulting Group. Ha conseguito la sua laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Bologna e il Master in Business Administration presso la SDA Bocconi. @AnnaZattoni @ValoreD #Fabbrica4D

 

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Maria Latella : “Il potere delle donne”

Credo non sia facile essere una donna e scrivere di donne ma Maria Latella (tra l’altro protagonista di una nostra Intervista Leader) con IL POTERE DELLE DONNE, c’è riuscita benissimo: “Eppure, lo sapete, le donne sono interessanti. Raccontarle è interessante”.

Pagina dopo pagina e attraverso le tante protagoniste del libro, si può comprendere come il sentirsi speciali e un pò diverse, è una rivelazione che si colloca quando si è piccole: “Proiettarsi in avanti, essere piccole e sognare in grande”.

Una protagonista del libro è Claudia Parzani (che con immenso piacere ricordiamo avere inaugurato il nostro blog) di cui mi ha colpito una frase: “La mia diversità se mai c’è stata, stava nel fatto che non fingevo di essere differente da quella che ero”.  Claudia ricorda anche l’importanza del network: “un concetto di amicizia declinato in tante sfumature. Ed è la forza di poter fare le cose che vuoi”.

Maria non dimentica che il cambiamento è un traguardo da conquistare insieme e nel libro viene citato un uomo, Tommaso Arenare diventato massimo esperto nel “seducing the girls club”, un uomo che insegna alle donne come combattere con il potere maschile attraverso due grandi armi: competenze e consapevolezza di se stesse.

Molte altre le protagoniste del libro, tutti grandi esempi che non ci stanchiamo mai di far conoscere ogni settimana per provare a ritrovarci in ognuna di loro.

E’ importante far seguire alle parole i fatti e Maria Latella più di una volta lo ha dimostrato, non tirandosi mai indietro quando c’è da dare fiducia e credere nel futuro.

Il libro si chiude con una bella e importante riflessione: “Non sempre adesso e subito coincidono con la realizzazione di quanto promesso. E che i risultati, di solito, si vedono nel tempo”……un invito a non mollare mai!

Buona lettura…..

 

A cura di Barbara M.  @paputtina

 

 

 

 

Intervista Leader a Helen Nonini:” Non compromettetevi e perserverate”

 

Helen Nonini, un percorso professionale intenso e fatto di esperienze diverse fino al libro “Professione Problem solver”. Com’è nasce tutto questo?

Il mio percorso nasce in finanza e arriva alla brand experience passando per il no profit e luxury concierge. Apparentemente mondi diversi ma in realtà molto simili nelle dinamiche ma divergenti nelle finalità. Il percorso è nato capendo quali erano I miei talenti e costruendo un network di relazioni consolidate ed autentiche.

Oggi svolge principalemente Il ruolo di “brand consulting”; amiamo far conoscere alle nostre lettrici le nuove professioni, può spiegarci in cosa consiste? 

Il mio attuale ruolo professionale è quello di brand experience advisor. Coniugazione tra le capacità consolidate nelle esperienze precedenti. In questo campo confluiscono due esperienze in particolari quelle di brand consultant apprese nella recente collaborazione come advisor di Interbrand e quelle sviluppate nel ruolo di Head Of Operations Manager in Quintessentially. La brand experience rappresenta la piattaforma di attività attraverso cui un brand entra in contatto con il cliente. Punto di convergenza tra esperienza diretta con il prodotto, il servizio, le pr, ufficio stampa, csr, affinchè siano in linea con la strategia di crescita o consolidamento. 

Cosa vuol dire per lei oggi leadership femminile?

Credo sia necessario lavorare sul empowerment delle persone con talento che siano donne o uomini. Per le donne è più complesso perchè socialmente e storicamente il ruolo della donna è legato ad attività connesse alla famiglia, tuttavia la società non agevola la logistica e I tempi per permettere a molte donne di svolgere il ruolo di madre e professionista con meno complessità. Nonostante sia di grande attualità io non sono molto allineata a questa scissione di genere. 

Un consiglio ed un augurio ad Helen.

Mi auguro di poter continuare a fare in futuro le scelte della mia vita con la stessa libertà intellettuale.

Un consiglio ed un augurio a Leading Myself.

Mai compromettersi e perseverare in ciò che vi ossessiona e appassiona.

 

A cura di Barbara M.  @paputtina

 

Helen Nonini Milanese d’adozione e cosmopolita per destino, inizia la sua carriera nel mercato finanziario a Milano come Corporate Assistant per Intermonte Holding SIM S.p.A. e Private Equity Partners S.p.A., per poi diventare Business Development e Sales Manager per GSC Proxitalia (Georgeson Group).
Dopo aver interrotto questo percorso per dedicarsi all’organizzazione di progetti di sviluppo come Head of Communication e Fundraiser per la Onlus “School For Children”, dividendosi fra Italia e India, viene chiamata a Milano come Top Manager di Quintessentially – Luxury Lifestyle Group, la prima e più famosa società di concierge al mondo. Lascia questo mondo dopo due anni per entrare nell’agenzia di pubblicità Cayenne Italia (Dentsu Group), per strutturare e gestire la divisione di PR&Events.  Definita prima Brand Experience Advisor, dal 2011 a Settembre 2014 è Advisor di Interbrand, società di consulenza di branding appartenente al gruppo Omnicom. Nello stesso periodo, mantiene attiva la collaborazione con Quintessentially in qualità di Brand Ambassador.
Dopo un’esperienza di Brand Content Advisor e Fundraiser con la società di produzione Endemol, per i format TV “Top Dj” (Sky 1) e “Boss in incognito” (Rai 2), dal gennaio 2014 è Brand Exeperience Advisor con Audi per il progetto Audi Innovative Thinking, ricoprendo il medesimo ruolo nel team Samsung per il CRM e per la ricerca di Influencer nell’ambito del progetto Friends.  Tutt’ora Advisor della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, è autrice di Professione Problem Solver (2011, Ed. Il Sole 24 Ore), prima business novel pubblicata in Italia. Per la stessa casa editrice, ha inoltre collaborato con l’economista Robin Lent nella stesura del saggio Vendere Lusso (2011). Collaborando come Fundraiser con Dream&Charme, luxury tour operator nato come primo network di proprietari d’importanti dimore italiane e internazionali, ha contribuito alla realizzazione di “Top100” e “Top Italian Experience” (coffee table books ideati per dare risalto a dimore d’eccellenza e all’unicità del territorio italiano). http://www.helennonini.com/

 

Intervista Leader a Laura Donnini

Laura Donnini, sposata, 2 figli, direttore Generale delle Edizioni Mondadori, nel 2013 decide di passare a Rcs Libri con il ruolo di Amminsitratore Delegato. Cos’ha significato questo cambio per Laura?

Quando l’anno scorso ho deciso di accettare la proposta di diventare amministratore delegato di un gruppo editoriale grande e complesso come Rcslibri, che comprende non solo marchi editoriali di editoria “varia”, ma anche di scolastica e di illustrati, ho accettato innanzitutto una sfida di leadership e di cambiamento. Sono sempre stata una persona curiosa e affamata di novitá, mai appagata in situazioni di ordinaria gestione e perennemente orientata al futuro, per questo  non ho resistito alla tentazione di confrontarmi con una realtá diversa, con interlocutori prestigiosi da cui imparare qualcosa e dove poter lasciare una mia impronta.

Sono stati mesi impegnativi ma eccitanti, ho cambiato la mia squadra premiando i talenti interni e risolvendo situazioni che per troppo tempo erano rimaste immobili, ho liberato energia vitale che si é trasformata in passione , progetti e risultati che oggi sono riconosciuti all’interno e all’esterno dell’azienda con mia grandissima soddisfazione. Ci chiediamo tutti i giorni come portare valore per le imprese e la comunitá, ebbene io credo che creare le condizioni per lavorare bene insieme inseguendo un sogno collettivo da raggiungere attraverso un percorso fatto di tappe e risultati intermedi sia la via migliore per tornare a credere nella crescita.

In poco piú di un anno sento di avere fatto grandi passi avanti come persona e come manager, anche se non ho ancora raggiunto l’agognato equilibrio tra lavoro e privato che purtroppo risente in modo eccessivo della mia mancanza di tempo ed energie.

Poco tempo fa ha dichiarato: “La libreria è il ramo su cui siamo seduti  e quindi è il posto che deve rimanere” e ha riaperto la Rizzoli Galleria. Per noi leadership è sinonimo di coraggio, quanto ce n’è voluto nell’epoca degli e-book?

La riapertura della Rizzoli Galleria é proprio l’esempio migliore di quel mix di coraggio entusiasmo e visione strategica che ogni leader deve avere e credo senza falsa modestia di aver realizzato non solo una delle librerie piú belle del mondo , ma di aver dato un segnale forte di impegno e investimento nel mondo dei libri di carta e delle librerie, in un momento di crescente importanza dell’ecommerce e degli ebook. Ogni cambiamento comporta una rottura col passato , ma le opportunitá che la tecnologia ci offre sono a mio avviso superiori ai rischi se solo si riescono a cogliere e sfruttare le sinergie . Nel tempio dei libri di carta abbiamo inserito molteplici occasioni di ampliamento dell’esperienza di discovery , grazie ad un’app innovativa e a numerose componenti digitali che attraverso i video wall permettono di accedere a contenuti multimediaLi da condividere e scoprire in modo interattivo.  Coraggio, innovazione e a volte un pizzico di incoscienza possono capovogere situazioni considerate obsolete!

Pensa che la leadership sia cosa per poche o per tutte?

La leadership é una caratteristica della personalità che sicuramente puó essere rafforzata con l’esperienza e la crescita professionale. Le caratteristiche della leadership femminile sono in parte diverse da quella maschile e certamente accomunano tutte le donne che hanno ruoli di responsabilitá in qualsiasi ambito e settore; difficile dire se la leadership sia per poche o per tutte, sicuramente deve essere per molte piú donne , puntando ad una vera paritá di genere.

Un consiglio ed un augurio a Laura

Un consiglio per me : riuscire a dedicare piú spazio a me stessa, per rigenerarmi per divertirmi per rilassarmi.

 Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself

Un consiglio a leadingmyself? Inseguire le proprie ambizioni rimanendo se stesse senza adeguarsi a modelli esterni che non coincidono con le proprie caratteristiche.

 

A cura di Barbara M.  @paputtina

 

Laura Donnini Amministratore Delegato di RCS Libri da aprile 2013 dopo un’esperienza di 2 anni come Direttore Generale di Edizioni Mondadori, provenendo da Edizioni Piemme ( gruppo Mondadori ) dove è stata Amministratore  Delegato dal 2008 al 2011. Dal 2001 per sette anni ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale di Harlequin Mondadori, JV tra Mondadori e il colosso mondiale di romanzi femminili noto in Italia con il marchio Harmony, dopo una breve esperienza alla Star Alimentare in veste di Business Unit Director. In passato ha lavorato in Johnson Wax S.p.A. , dove ha trascorso dieci anni raggiungendo la posizione di Direttore Marketing dopo aver ricoperto diverse funzioni nell’area commerciale e marketing, occupandosi di molteplici categorie di prodotti per la cura della casa, anche in veste di European Brand Manager.  Ha iniziato la sua carriera in Manetti&Roberts, dopo una laurea in Economia e Commercio all’Università di Firenze. Siede nei Consigli di Amministrazione di numerose società partecipate da RCS Libri ed è membro del consiglio Direttivo di Valore D

account twitter @donninilau

“La necessità di fare, per fare la differenza”

 

ASLAWomen.

C’è una fetta di avvocatura che esercita la professione legale in studi legali associati: contesti strutturati, talvolta di grandi dimensioni, che, se pure non assimilabili a “imprese legali”, possono essere molto distanti – per modelli organizzativi, procedure interne, percorsi di carriera, tipologie di materie trattate e di clientela- dallo studio legale “tradizionalmente” inteso.

I dati raccolti da ASLA, l’Associazione degli Studi Legali Associati che riunisce circa un centinaio tra i più importanti studi legali italiani, indipendenti o appartenenti a network internazionali (www.aslaitalia.it), dimostrano che negli studi legali associati le donne hanno sì pari opportunità di accesso, ma raggiungono posizioni apicali davvero con estrema fatica: solo il 16,9% dei soci, infatti, è donna.

Dall’inizio del 2014 esiste un “luogo” in cui discutere della condizione delle avvocate che esercitano la professione legale in tali peculiari contesti: si chiama ASLAWomen ed è costituito da avvocati (prevalentemente donne, ma partecipano anche uomini) appartenenti agli studi aderenti ad ASLA.

Ci incontriamo con regolarità, per confrontarci, riflettere ed operare in modo da individuare le cause dell’evidente gender gap e sostenere e valorizzare le donne in ogni momento del loro percorso formativo e di carriera all’interno degli studi legali associati e, più in generale, nella professione forense.

Promuoviamo ricerche e raccolte di dati, inclusa quella che ci ha consentito di estrapolare la percentuale sopra indicata, monitoriamo la condizione delle professioniste e le politiche volte ad assicurare concrete e pari opportunità di crescita e carriera delle avvocate, progettiamo iniziative formative ed eventi su tematiche di interesse tanto delle colleghe più giovani quanto per la valorizzazione dei talenti femminili nelle posizioni di vertice (in particolare con il progetto “Women on Board”), dialoghiamo con gli organismi di categoria, il territorio, le Università e le associazioni che sostengono le donne nel mondo del lavoro.

Facciamo tutto questo nel segno della più grande apertura e libertà di forme, come è nella tradizione di ASLA e dei suoi gruppi di lavoro. Tutti gli avvocati operanti in studi aderenti ad ASLA possono partecipare, nelle forme e con i tempi che desiderano: basta un’email alla segreteria di ASLA. Gli incontri si svolgono a rotazione nei vari studi ASLA, al fine di coinvolgere più realtà possibili. Stimoliamo l’interazione tra colleghe appartenenti a generazioni e stadi di carriera diversi, sperimentiamo senza timore forme di leadership insolite, assegnando la conduzione di progetti a colleghe junior che coordinano le più senior, teniamo alta l’attenzione sulle problematiche di genere con ogni mezzo idoneo… ad esempio, con un premio annuale allo studio che si è distinto per valorizzazione della componente femminile (lo abbiamo assegnato ieri sera nel corso dell’assemblea di ASLA), ma anche invitando al cinema o a cena (i dettagli prossimamente sul nostro sito!)

Non v’è dubbio che in pochi mesi di attività abbiamo raggiunto un traguardo importante: quello di aver creato un network di professioniste che condivide la necessità di fare per fare la differenza, anche in questo nostro specifico settore.

Grazie a LeadingMyself per averci dato la possibilità di raccontarci.

Niente foto e niente biografia, ma il nostro logo: perché ASLAWomen è una prima persona plurale.

 

Barbara de Muro

Responsabile ASLAWomen (@ASLAWomen)

“Il coraggio per crescere. L’Italia che ce la fa.”

Il 19 novembre l’Aula Magna della LUISS, a Roma, ospiterà il 3° Forum nazionale di Valore D (www.valored.it), prima associazione di grandi imprese che sostiene la crescita del talento femminile nell’economia e nella società. L’apertura verso il futuro e il cambiamento è presente fin dal titolo dell’evento: “IL CORAGGIO PER CRESCERE. L’Italia che ce la fa”.

A cinque anni dalla sua creazione, con 115 aziende associate, Valore D conferma infatti il suo impegno concreto nel promuovere l’innovazione sociale, l’inclusione, il superamento dei pregiudizi impliciti legati al genere, proponendo un nuovo modello culturale che prevede una piena partecipazione delle donne alla vita economica e sociale del Paese.

Nella classifica generale del Global Gender Gap Report 2014 del Word Economic Forum, pubblicata qualche settimana fa, l’Italia si posiziona al 69° posto, in coda rispetto agli altri Paesi Europei e sotto diversi Paesi in via di sviluppo. La notizia è resa ancora più grave dal fatto che, valutando la partecipazione delle donne al mondo del lavoro e le pari opportunità in temi economici, la nostra posizione crolla al 114° posto. L’Italia infatti presenta un tasso di natalità e un tasso di occupazione femminile tra i più bassi del mondo occidentale (46,8% di occupazione femminile vs 65% di occupazione maschile secondo i dati Istat 2013). La crescita professionale delle donne porta a organizzazioni più armoniche, che utilizzano in modo efficiente il potenziale dell’impresa, ed ad effetti nettamente positivi sull’economia del Paese (si stima che il PIL italiano crescerebbe del 7% se l’occupazione femminile raggiungesse il 60%, ovvero l’obiettivo di Lisbona. Dati Banca d’Italia 2012). Colmare il divario tra uomini e donne prevede tuttavia un cambio di paradigma, e Valore D ha da sempre scelto di sostenere il merito, il talento e la leadership femminile lavorando sia con le donne (e con gli uomini), che con le aziende italiane, che infine con la società nel suo complesso.

Oggi Valore D, nel suo Forum annuale, ha scelto di dar voce alle protagoniste ed ai protagonisti dell’Italia che cambia guardando al futuro, partendo da un presente fatto di impegno e creatività, alla ricerca di soluzioni concrete e di lungo periodo. Donne e uomini d’azienda, delle Istituzioni e della società civile che interpretano e guidano il cambiamento in uno scenario sempre più interconnesso e internazionale. Un’occasione per parlare di sviluppo, innovazione, cambiamento e diversità, per confrontarsi su modelli e modalità di fare impresa in un Paese che ha bisogno di risposte nuove a nuove esigenze. Protagoniste assolute dell’evento saranno l’Italia e le aziende che hanno avuto il coraggio, il merito e le capacità di innovare, che con lungimiranza hanno guardato oltre o fuori, che hanno colto le opportunità o che hanno saputo crearle a misura propria. Attraverso gli interventi di Carlo Messina (CEO Intesa Sanpaolo), Fabio Benasso (Presidente e Amministratore Delegato Accenture Italia
), Maria Cannata (Direttore Generale Dipartimento del debito pubblico del Tesoro
), Gabriele Del Torchio (Amministratore Delegato Alitalia
), Linda Laura Sabbadini (Direttore del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali Istat) e Paola Severino (Prorettore Vicario e Professore Ordinario di diritto penale LUISS, Presidente della Commissione per la valutazione dell’efficacia delle riforme) emergeranno le reali opportunità di crescita per il Paese e si valuteranno gli effetti virtuosi di una maggiore presenza delle donne nell’economia, società e politica come motore di cambiamento, grazie ad una nuova visione del business più aperta ed inclusiva e a prospettive strategiche di lungo periodo attente alla società ed alle nuove generazioni.

I workshop pomeridiani, che si apriranno con un intervento dell’On. Giovanna Martelli (Consigliere per le Pari Opportunità, Presidenza del Consiglio) e che coinvolgeranno top-manager di alcune importanti aziende associate, illustreranno i principali strumenti proposti da Valore D alle sue aziende associate: i welfare lab, i corsi di skill building e i programmi di mentorship inter-aziendali.

Per informazioni sulla partecipazione al Forum di Valore D visitare il sito http://valored.it/servizi-ed-eventi/calendario/forum-valore-d-2014

 

“Intervista leader a Odile Robotti”

Odile Robotti, una laurea in Economia Politica all’Università Bocconi, un Master in Business Administration alla SDA Bocconi, cosa l’ha spinta ad occuparsi di leadership?

 Capire come e perché evolvono i modelli di leadership è un tema affascinante. A me interessa specificatamente la leadership femminile, di cui mi occupo da due punti di vista. Il primo è aiutare le donne a esprimere la propria leadership superando alcuni “ostacoli di genere” e trovando un modello di leadership in cui si riconoscono, cosa non ovvia visto che il modello attuale è prevalentemente connotato al maschile. Il secondo punto di vista è capire come alcune caratteristiche considerate tipicamente femminili (es. l’ascolto, l’empatia, la capacità di includere e accudire) possano contribuire a integrare il modello di leadership. Anche se azienda, impresa e organizzazione sono tutti vocaboli di genere femminile, per ora le caratteristiche che le hanno caratterizzate sono state quelle stereotipicamente maschili, cosiddette agentiche: assertività, forza, capacità di dominare. Il modello sta evolvendo e, probabilmente, diventerà androgino. Per arrivarci serve aumentare la presenza del femminino nelle organizzazioni.  

Quale errore si commette oggi più frequentemente quando si parla di “gender equality”?

 Credo che l’errore più grave sia ritenerla una questione che riguarda le donne. Siamo ormai oltre quella prospettiva: sappiamo che le donne prendono oltre l’85% delle decisioni d’acquisto, che sono metà dei talenti e che una loro maggiore partecipazione alla forza lavoro (ricordo che in Italia siamo al 48%, agli ultimi posti in Europa) aumenterebbe il PIL in modo significativo. La “questione femminile” è quindi economica e riguarda tutta la società. Un altro errore, che fa da corollario a questa prospettiva sbagliata, è la contrapposizione tra uomini e donne. In realtà, questo ultimo e interminabile miglio della parità di genere deve essere percorso da uomini e donne insieme. Siamo ormai, per fortuna, nella fase in cui si devono abbattere le discriminazioni di genere “di seconda generazione”. Il tempo è più che maturo per una collaborazione tra uomini e donne per debellarle. Gli uomini devono capire, i più illuminati già lo sanno e sono diventati apostoli, che aiutare le donne a emergere aiuta le organizzazioni e la società.

 Nel suo libro “Il talento delle donne” scrive di voler aiutare le donne ad avere successo nel mondo del lavoro di impronta maschile, senza rinunciare alla propria identità. A noi piace essere concreti: che consiglio darebbe oggi alle lettrici di LeadingMyself.

Il punto di partenza è non rinunciare mai a essere se stesse. Non serve trasformarsi in qualcosa di diverso: raramente funziona e toglie ricchezza alle organizzazioni, perché la diversità è un fattore di successo. Bisogna però, secondo me, evitare di venire subito squalificate cadendo in errori banali che sono noti e documentati da decenni (di cui parlo nel mio libro). Io purtroppo vedo ancora troppe volte le donne cadere in queste trappole. Vedo talenti femminili sprecati, frustrazione da parte delle donne, incapacità da parte delle organizzazioni di attingere pienamente alla “miniera femminile”.

Le donne scivolano spesso tutte sulle stesse bucce di banana e affondano nelle stesse sabbie mobili perché si confrontano con un mondo fatto a propria immagine e somiglianza dagli uomini, le cui logiche ci sono a volte estranee…ma alle donne non si può rinunciare. Per fortuna, ormai lo stanno capendo tutti.

I progetti futuri di Odile Robotti. 

Continuare, oltre alle tante cose che, come molte donne, faccio, a promuovere la leadership femminile in Italia. C’è ancora molto da fare, ma ci stiamo lavorando…la prossima sfida è coinvolgere di più gli uomini, facendoli diventare “femministi”.

Un consiglio ed un augurio a Leading Myself.

Bellissima iniziativa, spero che aiuti le donne a promuoversi e a contaminare le organizzazioni con le proprie caratteristiche.

 

A cura di BarbaraM  @paputtina

 

Laureata in Economia Politica all’Università Bocconi, Odile Robotti ha un Master in Business Administration (SDA Bocconi) e un Ph.D in psicologia (University College London), oltre alla certificazione come coach (CPP).

Dopo l’esperienza professionale maturata in IBM in McKinsey&Co, ha fondato e dirige Learning Edge (www.learningedge.it), società specializzata nella formazione manageriale e nello sviluppo delle risorse umane. è anche professore a contratto presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e cofondatrice e presidente di un’organizzazione di volontariato (MilanoAltruista, www.milanoaltruista.org) e di un’associazione di promozione sociale (ItaliaAltruista, http://www.italiaaltruista.org).

Esperta di leadership femminile, argomento sul quale ha pubblicato un libro, Il Talento delle Donne (Sperling & Kupfer, Settembre 2013), Odile Robotti tiene un blog (http://leadershipfemminile.org/) e cura un sito (http://leadershipfemminile.com/) su questo tema.