I bambini devono essere felici. Non farci felici…

Ci siamo conosciute fra i banchi dell’Università il primo giorno in Bicocca e l’esserci presentate e il diventare amiche è stato istantaneo. Un’affinità elettiva, che ci ha portato tra montagne di libri e una sintonia rara a voler affrontare insieme una grande sfida: aprire il nostro studio di consulenza familiare a Milano nel 2009 (in via Eustachi 20). Siamo pedagogiste felici di esserlo! E nel nostro studio affianchiamo e sosteniamo ogni giorno in particolare genitori che hanno bisogno di consulenze per affrontare piccoli e grandi difficoltà quotidiane legate all’educazione e alla crescita dei propri bambini. Un aiuto concreto per migliorare la qualità della vita familiare in uno spazio pensato per i grandi che hanno voglia e bisogno di avere un altro punto di vista e di capire il perché di certi comportamenti a volte incomprensibili per noi adulti.

Per far conoscere il nostro lavoro in studio, trasmettendo la passione che ci anima, abbiamo aperto una pagina fb nel 2011: l’idea di rendere popolare e simpatica la pedagogia sembrava una sfida impossibile. Ma invece di cercare idee straordinarie, abbiamo scelto di fare quello che sappiamo fare meglio: parlare con semplicità e professionalità di pedagogia per la vita quotidiana. E questa scelta ci è valsa il titolo di “pedagogiste 2.0”! Ogni giorno pubblichiamo consigli, riflessioni e indicazioni pratiche per vivere con serenità e capire sempre di più i bambini e per togliere incertezze nel quotidiano rapporto con i figli, i loro quesiti, spesso giganteschi, e le loro fantasie, sempre poetiche. La nostra pagina è generosa di risposte e riflessioni che risvegliano la sensibilità di chiunque abbia a che fare con i bambini e aiuta a scoprire quanto numerose sono le cose che già si sanno e ne svela di nuove. I nostri colorati appuntamenti quotidiani – le illustrazioni sono di Elisabetta – sono stati definiti “aforigli”, un   evocativo incrocio tra aforismi e consigli, e hanno dato origine a una collana di libri edita dalla Casa Editrice Edicart che ha superato ogni aspettativa di vendita. In questi libri si incontrano due differenti linguaggi: quello delle immagini, rivolto ai bambini, e quello delle parole, dedicato agli adulti. I due mondi si trovano così uniti a regalare a grandi e piccoli preziosi momenti di crescita e di condivisione.“I bambini devono essere felici. Non farci felici…” è il primo volume della serie, ma tra pochissimo arriverà il secondo volume…

copertina

E poi collaboriamo con l’ambulatorio pediatrico del Centro Culturale san Fedele di Milano, dove offriamo supporto e consulenze a italiani indigenti e stranieri in difficoltà; abbiamo una rubrica quindicinale sul settimanale Starbene, collaboriamo come esperte con diversi settimanali nazionali – Donna Moderna, Gioia, Confidenze – abbiamo scritto una collana di fiabe sulle emozioni, facciamo supervisione in nidi e scuole materne… Insomma, abbiamo cercato di capire quello che volevamo ed eravamo capaci di fare e ci impegniamo ogni giorno per farlo al meglio con la nostra professionalità, il nostro carattere, inclinazioni e le nostre emozioni…

Elisabetta Rossini e Elena Urso  https://www.facebook.com/ConsulenzaFamiliareRossini.Urso

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La mamma avatar: dalla regina del focolare alla regista della famiglia!

Lo hanno detto in molti: arrivare alla maternità oggi non è un approdo scontato. Si tratta di una vicenda sempre più complessa che va incastrata in un percorso di crescita femminile in cui la donna (legittimamente, a nostro avviso) non intende rinunciare ad ambiti di realizzazione quali l’essere una buona compagna, una professionista, un’amica fidata, un soggetto sociale, una figlia riconoscente e accuditiva. La donna di oggi non si accontenta più di essere solo una madre “regina della casa”. Se questo dato è evidente, ciò non significa tuttavia quello che i detrattori della nuova madre vorrebbero sostenere e cioè che il valore di avere un figlio, sia stato relativizzato. Si potrebbe anzi dire il contrario: con meno tempo e meno possibilità a disposizione il bambino finisce per essere un bene sempre più prezioso. Desideratissimo, spesso unico e superinvestito, merita il massimo dell’impegno e della dedizione.

In questi molti anni di lavoro con genitori di bambini e di adolescenti abbiamo incontrato centinaia di mamme che per risolvere il loro intrinseco dilemma fra parti di sé hanno scelto il contrario della rinuncia e del disinvestimento dal ruolo materno: hanno semplicemente innalzato il peso delle richieste interne e dei propri ideali. Hanno deciso di fare tutto e di fare bene, ancor meglio che in passato.

Nel libro “Mamme avatar”, edito da Bur, abbiamo provato a descrivere come la mamma moderna, donna lavoratrice, nasca perfezionista, organizzatrice, inevitabilmente un po’ narcisa, tuttavia non per questo meno materna con il proprio figlio. Le sue ansie nei confronti del cucciolo e il modo di curarlo sono infatti quelli teneri e accuditivi di sempre: non abbandonarlo, proteggerlo, contenerlo, nutrirlo, anticipare per lui i pericoli del mondo.

Se la programmazione e il multitasking sono le nuove implementate abilità che consentono di occuparsi di tutto e di essere il regista della famiglia, la vera arte praticata dalla mamma moderna, da noi definita “avatar”, è da ricercarsi nella relazione con il bambino. Tale arte nasce da un paradosso: i bambini necessitano di stare vicini alla propria mamma, la madre moderna deve tornare al lavoro. Ne consegue che la madre deve riuscire ad essere vicina al figlio anche da lontano, anche senza il presidio della presenza fisica. Ma come fare a realizzare ciò? Innanzitutto servono strategie di conciliazione, non sono solo di ordine pratico ma anche psicologico: mentre parte della mente è impegnata a rispondere al capo o a gestire una conference call, un’altra parte deve essere certa di saper tener viva la relazione simbolica con il figlio: cosa starà facendo all’asilo in questo momento?

Poi ci sono gli avatar: dispositivi ideati dalle nuove madri per riuscire a stare vicino ai figli anche quando sono al lavoro, o impegnate ambiti non compatibili con la presenza fisica a fianco del bambino. Si tratta di persone, ma anche istituzioni e sostegni di varia natura, che facilitano la costruzione della presenza virtuale. Ad essi la madre non “delega” realmente l’accudimento, nella misura in cui ne dirige le mosse e ne tiene la regia a distanza: un avatar rappresenta sempre la madre e il suo modo di curare, mantiene il contatto con lei, ha il compito di portarla vicina simbolicamente anche quando è lontana. Basta una telefonata per riattivare la relazione. Dietro il volto della tata, nel modo di curare di nonni e padri, nell’organizzazione della propria giornata, i figli riconoscono sempre più spesso il presidio e cifra stilistica rassicurante della propria madre. Quando la madre non è presente fisicamente il bambino riconosce chiaramente che ella ha preventivamente predisposto tutto per lui e che ha fatto ottime scelte: le sue giornate sono ricche di stimoli, giochi e possibilitià di apprendimento nei più svariati contesti (dalla scuola al parco, dalla piscina all’inglese, dalla festa di compleanno dell’amico, al pomeriggio con la nonna).

Mentre la madre è distante, l’attenta programmazione e l’uso degli avatar, tengono vivida la relazione tra la madre e il bambino: superato il vincolo della presenza fisica, il rapporto ne esce addirittura rinnovato e rinforzato. I vantaggi del sistema della mamma avatar sono evidenti durante l’infanzia: se la donna emancipata moderna, lavoratrice, aveva il problema, come madre, di non poter garantire la vicinanza al proprio figlio, attraverso l’invenzione di strategie come quella degli avatar ha trovato una soluzione. Molti evidenze cliniche dimostrano che i bambini di oggi crescono, nonostante i distacchi precoci dalle madri lavoratrici, con meno vissuti di abbandono e solitudine rispetto a quelli di un tempo. Le madri lavoratrici sono più che presenti psicologicamente accanto al proprio bambino che è in grado di esplorare il proprio mondo con una buona dose di fiducia di base e che sviluppa molte competenze precocemente.

E’ vero però che qualsiasi cambiamento presenta dei pro e dei contro. Alla luce delle esperienze cliniche di questi anni, ci sembra di poter dire che gli svantaggi possibili del sistema della mamma avatar riguardino soprattutto l’adolescenza: durante questo periodo, infatti, il figlio non deve evitare la distanza dalla madre, ma al contrario, procurarsela e affrontarla. Sperimentare la solitudine psicologica è un compito di crescita imprescindibile per l’adolescente, serve per l’autonomia e per preparare l’adultità. La presenza di una mamma avatar, in tal senso, può complicare le cose: come fare a distanziarsi da una madre che virtualmente riesce ad essere presente dappertutto, che ha sempre un avatar dietro l’angolo, che è tanto amata e per di più usa le tecnologie per sapere sempre dove sei e cosa ti succede (si pensi all’uso dei registri elettronici e delle geolocalizzazioni degli smartphone)?

LauraTuruani_bigLaura Turuani, psicoterapeuta, socia dell’Istituto Minotauro di Milano, si occupa di adolescenti e adulti nell’area della clinica, della ricerca e della formazione. Insegna presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto ARPAD Minotauro. Oltre a MAMME AVATAR (Bur, 2015, Milano) ha pubblicato con Pietropolli Charmet G. “Narciso Innamorato. La fine dell’amore romantico nelle relazioni tra adolescenti” (Bur, Milano, 2014) e con Lancini M. ”Sempre in contatto. Relazioni virtuali in adolescenza” (FrancoAngeli, Milano, 2009).

laura.turuani@gmail.com

DavideComazzi_bigDavide Comazzi, psicoterapeuta, socio dell’Istituto Minotauro di Milano, svolge attività clinica con adolescenti e genitori e si occupa di formazione in quest’ambito. E’ responsabile dell’intervento con i genitori presso la Comunità “Teen” del CAF Onlus di Milano, è docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto ARPAD Minotauro. Oltre a MAMME AVATAR (Bur, 2015, Milano) ha pubblicato anche “Il corpo in una stanza. Adolescenti ritirati che vivono di computer”, con Spiniello R. e Piotti A. (FrancoAngeli, Milano, 2015) e con Pietropolli Charmet e Bignamini S. “Psicoterapia evolutiva dell’adolescente” (FrancoAngeli,  Milano, 2011) davide.comazzi@me.com

www.minotauro.it

Fridabike: le mie bici da Atelier!

Sono una mamma che non ha saputo rinunciare alla bicicletta, soprattutto dopo essere diventata mamma.

Non ho mai comprato una macchina in vita mia. In città  la bicicletta è il modo più veloce di spostarsi, io sono sempre in ritardo, quindi è perfetto.  Due gravidanze a 15 mesi di distanza mi hanno messa un po’ in crisi per quanto riguarda gli spostamenti in tre, mi hanno costretta ad usare la macchina del mio compagno. Milano era diventata improvvisamente brutta. Per fortuna questo periodo è stato breve.

E’ stato rivelatore un viaggio a Copenaghen. Ho visto mamme bellissime, anche di tre o quattro figli, sfrecciare su stupende bici-carretto, (poi ho scoperto si chiamano cargo bike).  I figli non sono un impedimento e non mi piace la frase ” i figli implicano rinunce”, basta organizzarsi. La mia vita è cambiata grazie ad un regalo arrivato dal mio compagno in un momento di frustrazione che solo chi è genitore può capire( un figlio di 2 anni e una figlia di 1).  Una Cargo Bike a tre ruote con il vano porta bambini posizionato davanti; consiglio di iniziare ad usare una cargo bike il prima possibile!

La Cargo Bike aiuta a socializzare, per questo estremamente adatta nel periodo delicato del post-partum. Sto crescendo due bambini senza fare nessuna rinuncia. Li porto ovunque e loro mi accompagnano ovunque. Più o meno faccio la stessa vita che facevo prima di diventare mamma, anzi no, decisamente più divertente di prima.

Questa mia nuova vita ha inspirato anche altre mamme; senza rendermi troppo conto della serietà della cosa ho iniziato a ricercare in internet Cargo Bike per le altre mamme e mi sono ritrovata ad aprire un negozio on-line e da pochissimo anche un negozio vero ed è così che è nata Fridabike, Frida è mia figlia. 

Più che un negozio è un Atelier, taglio il legno, vernicio, cucio e monto le biciclette triciclo che importo dall’Olanda e seguo la produzione di quelle realizzate in Italia su un mio disegno. Il mio lavoro da qualche anno era stato la stilista, ho un marchio d’abbigliamento per bambini, Fridabike Kids,  e la Cargo Bike in cui porto i bambini all’occorrenza viene trasformata in una Bici-negozio ambulante in cui vendo i miei vestitini. In Bicicletta, grazie all’allestimento che non passa certo inosservato, vendo di più.

La mia ultima idea è creare Bici-negozi usando come base le mie Biciclette  triciclo, già allestiti oppure creo l’allestimento assieme al cliente; il risultato finale è una specie di Ape Car, ma ecologico ed economico. Lo Spazio Fridabike è stato ristrutturato lentamente da me e dal mio compagno, ogni pezzo di arredamento è reciclato e ispirato al mondo della bicicletta e dai nostri due bambini.  Chi viene da me in Atelier entra sempre con un problema. I miei clienti sono persone che, per svariate ragioni, non riescono più ad andare in bicicletta. C’è chi ha due figli gemelli, chi ha un bambino solo, ma con qualche problema a cui servirà una bici speciale; c’è chi ha tre cani e chi trasporta sculture e non ha la patente. La Cargo Bike mi ha cambiato la vita, a volte penso che potrà essere così anche per qualcuno dei miei clienti e la consegna della biciclette diventa un momento emozionante anche per me.

Vorrei non esistessero più scuse per non usare la bici e io sono quì che lavoro per questo, in un Atelier in fondo al cortile pieno di panni svolazzanti della famosa Ca’ Longa, una casa di ringhiera dell’800. Ispirata.

Antonella Pesenti: Designer e ideatrice di Fridabike. Designer d’abbigliamento per bambini e ideatrice di Fridabike Kids. Cargo Bike Blogger per Bikeitalia.it

foto: Maria Gabriella Berti

www.fridabike.com

Familywelcome: per continuare a esistere come donne.

Dal marketing internazionale all’esperienza di diventare madre. Appena è nato il bambino mio marito è stato trasferito per un anno in Spagna. Ho quindi deciso di chiedere un anno di maternità per seguirlo per stare insieme accanto al piccolo che era nato con problemi di salute.

A  Madrid ho conosciuto delle ragazze che da 4 anni hanno creato una piattaforma famosa in tutta la Spagna, Mammaproof, che si affianca ad una guida cartacea (Ruta MMMP), che altro non è che una guida dei migliori luoghi/prodotti e servizi a portata di famiglia con bambini nelle città di Madrid e Barcelona. Dopo aver collaborato come blogger per il loro portale, condividendo le mie esperienze di mamma a Madrid, mi è stata offerta la possibilità di portare il format Mammaproof in Italia. Insieme abbiamo creato un network internazionale, Ciudades Family Welcome, che legasse l’iniziativa spagnola a quella italiana. Una volta rientrata a Roma dopo la maternità sono stata licenziata ma non mi sono persa d’animo: la prima persona alla quale ho proposto la mia idea è stata Francesca Lucia Molendini, amica di lunga data. Conoscevo la sua storia lavorativa, e sapevo che sarebbe stata la persona giusta per affiancarmi in questa sfida. Abbiamo fatto tutto da sole e dopo 6 mesi il blog era pronto. E’ così nato Family Welcome: familywelcome.org

Family Welcome è il primo blog di approfondimento culturale family friendly, alla ricerca costante dei migliori luoghi, percorsi e iniziative per vivere le città e le vacanze con i bambini, attivo su Roma, Milano, Madrid e Barcellona. Raccoglie recensioni “a prova di mamma” su una ricercata selezione di negozi, ristoranti, prodotti, attività e servizi adatti alle famiglie con bambini.

Siamo orgogliose della prima edizione della manifestazione DIY Family Festival (Do It Yourself – Fai da te) alla quale hanno partecipato circa 3000 persone. Una manifestazione  nata per dar voce a una tendenza sempre più forte nella nostra società:  il fai da te (DO IT YOURSELF), dall’arredamento alla moda, dal cibo al design. Una filosofia che vede nell’ingegno e nel talento un’alternativa concreta alle scelte commerciali più ovvie.

L’evento si è articolato in 4 aree tematiche:

1) Cibo: degustazione di cibo biologico a KM0 e catering per bambini

2) Creatività: laboratori gratuiti didattici per bambini dai 3  ai 12 anni e attività di vario genere a loro dedicate.

3) Artigianato: esposizione di vestiti e accessori per bambini realizzati da mamme “mompreneur” (mamme-imprenditrici che hanno deciso di mettersi in proprio in maniera creativa, per affrontare la crisi del mondo del lavoro).

4) Bio: esposizione e vendita di alimenti e prodotti biologici e oggetti di design realizzati con materiali naturali.

IL NOSTRO CONSIGLIO PER LE MAMME: poter continuare a esistere come donne. Il blog nasce proprio con questo obiettivo. Quante mamme rinunciano a uscire con le amiche perché non sanno che esistono locali in cui i bambini possono giocare tra loro mentre gli adulti chiacchierano?

priscilla_galloni_familywelcomePriscilla Galloni

Mammeonline: confronto e idee

 

Era il gennaio 1998. Stavo vivendo i primi mesi di vita di mia figlia, le sere si trasformavano in incubi di ore in cui nulla sembrava poter consolare il pianto disperato di mia figlia. Con Ernesto, mio consorte e papà di Giulia, ci siamo collegati, pieni di speranza, ad internet.

Tutto si può trovare su Internet, ci dicevamo speranzosi e ammaliati dall’arrivo del web anche in Italia.

Sì, è vero, potevamo trovare di tutto, meno che informazioni sulla maternità e la pediatria in lingua italiana. Trovavamo solo interessanti ma altrettanto inutili per noi, in quel momento, informazioni dedicate allo svezzamento dei pappagallini…In America c’erano newsgroup e forum sul tema ma la lingua (per me) e un approccio alla maternità completamente diverso, mi impediva di trovare conforto o utili consigli.

Così mi venne l’idea di aggregare i genitori naviganti italiani (molto pochi all’epoca) affinché potessero lasciare le loro preziose informazioni ad aiuto e sostegno di altre disperate come me! Ora come allora chi visita Mammeonline è in cerca di informazioni serie e autorevoli, per quanto riguarda il portale, di scambi di esperienze e sostegno vicendevole, nonché consulenze di esperti gratuite, per quanto riguarda la parte di blog/forum.

C’è una cosa che non è cambiata e non cambierà mai, almeno finché la specie non si evolverà verso sistemi differenti di riproduzione: il bisogno estremo e compulsivo di confronto e sostegno sulle tematiche riguardanti la gravidanza, il parto e la cura dei figli, la loro crescita, l’educazione. In così tanti anni di vita non siamo state solo mamme in cerca di conforto e confronto ma siamo divenute anche gruppo di pressione sociale. Ci siamo mosse compatte in occasione dell’approvazione della famigerata Legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, uno schiaffo in faccia e una penalizzazione intollerabile delle coppie con problemi di infertilità, una legge confessionale che ha calpestato i diritti delle persone e, in particolare, ha calpestato senza ritegno la tutela della salute della donna.

La mobilitazione di tutte le mammeonline affinché i media dessero il giusto risalto alla tremenda esperienza vissuta dalle coppie italiane adottive in Congo conclusasi felicemente, il 28 maggio 2014, con l’arrivo dei bambini dal Congo, con un volo di Stato.

Ora siamo molto attente a tutte quelle tematiche che riguardano i diritti e la salute delle donne e dei bambini. Vogliamo una corretta applicazione della L. 194/78: il diritto degli obiettori non può essere maggiore del diritto delle donne di decidere del loro corpo e della loro salute, fisica e psicologica.

Ci stanno poi molto a cuore le tematiche relative alla conciliazione lavoro/famiglia, c’è ancora tanto da fare.

Creare un welfare che permetta alle donne di mantenere con dignità l’occupazione sia in caso di nascita dei figli o di malattie e vecchiaia dei genitori in famiglia. Tutti questi problemi si riversano sulle spalle delle donne alle quali non è riconosciuto alcun merito, anzi. Ogni attività al femminile è una corsa ad ostacoli, trovo questo modo di dover vivere la vita profondamente ingiusto. Siamo focalizzate su temi quali il bullismo, cyber bullismo e sexting e ai pericoli cui vanno incontro, spesso inconsapevolmente i nostri figli e figlie e alla necessità di educare in primis i genitori e poi i bambini/ragazzi ad essere attenti nell’uso di sistemi che tendono ad usarti piuttosto che essere usati. Teniamo alta l’attenzione sui temi relativi all’educazione sessuale ed affettiva per le nuove generazioni, la rieducazione al rispetto reciproco, la resistenza alle violenze sulle donne e sui bambini in un momento sociale in cui sembrano esacerbarsi i ruoli di genere come fossimo in guerra. Una guerra contro le donne che si traduce in femminicidio nei casi più estremi e che purtroppo coinvolge, in questa violenza, anche i figli che restano traumatizzati psicologicamente o divengono loro stesse vittime di atti di figlicidio.

Ultima ma non ultima, la scuola pubblica e il rilancio degli investimenti in educazione e cultura per le nuove generazioni.

Oggi Mammeonline.net, un portale che raccoglie 215000 visitatrici uniche mensili e che vanta oltre 40mila utenti iscritti ai forum.

Ma non mi sono mai fermata, perché ho bisogno sempre di dare concretezza a nuove sfide e tra le tante esperienze vissute in questi anni nel web c’è stata anche la creazione della casa editrice Mammeonline (www.casaeditricemammeonline.it), oggi gestita e diretta da Donatella Caione: un progetto entusiasmante che ha coinvolto la community con l’intento di sostenere le attività dell’allora associazione e che ora prosegue l’attività di pubblicazione con sempre lo stesso entusiasmo e le stesse difficoltà di allora. E’ un’eterna lotta con giganti dell’editoria che sfornano centinaia di titoli ogni anno, contro una scelta curata e amorevole di testi e illustrazioni che tenga conto con attenzione e massima cura dei destinatari di queste produzioni.

Infine nel gennaio 2014 è nato il sito CuciniAmO (http://cuciniamo.mammeonline.net ), un blog collettivo di ricette e racconti in cucina, dove ho trasferito l’enorme e preziosa raccolta di ricette e condivisione di racconti sviluppatasi in questi 16 anni del forum Ricettario (http://www.mammeonline.net/phpBB3/ricettario.html) su Mammeonline.

Il tema che ci unisce è la cucina fatta con amore per i nostri cari. Come mamme sappiamo quanto sia importante il rapporto che si instaura tra noi e i figli tramite il cibo. I bambini sono dei fantastici sperimentatori, osservatori impietosi, indagano sin da piccolissimi qual è il nostro rapporto col cibo e da noi imparano come reagire ai piatti che vengono loro proposti. Insieme da anni ci scambiamo ricette, consigli, sperimentazioni per riuscire ad essere fantasiose in cucina e preparare con gioia e amore i piatti per i nostri cari. Ora ogni cuoca ha il suo blog personale, le sue ricette sono votate e commentate, condivise nei social network e tutto ciò ci rende più leggero e divertente l’impegno quotidiano di cucinare per la famiglia. Magari anche velocemente visto che la maggior parte di noi è costituita da donne che lavorano e che devono conciliare le necessità di lavoro e famiglia senza uscirne con le ossa rotte.

Vuoi sapere se ho nuovi progetti in cantiere? Ma certo, come sempre, però è ancora presto per parlarne 🙂

 

debora2015

Debora Cingano

 

“Matte in fuga: inseguire i propri sogni è la strada giusta verso la felicità”

Una Mamma felice, qualsiasi sia la sua professione, sarà un esempio positivo ed un modello da imitare per i proprio figli, una vera e propria Leader.

Essere Leader in famiglia non è una cosa semplice.

Ci vuole un costante lavoro quotidiano su noi stesse che supporti le parole spese, per essere credibili agli occhi di chi ci osserva. E’ necessario essere felici per restituire ai nostri figli felicità, non basta dire loro di esserlo. Questo è lo spirito di Mamme in fuga (di cui abbiamo già parlato qui) a cui si ispira Matte in fuga.

Matte in fuga nasce ufficialmente oggi ed è un blog nato da quattro Mamme runner che si sono conosciute in rete in un gruppo che parla di corsa (e non solo), le #runningformommies. Siamo Barbara, Deborah, Jessica e Roberta e siamo diversissime una dall’altra, ma siamo unite da una grande passione per la corsa e da una sana dose di follia. Matte in fuga è stato concepito piano piano fra una battuta e l’altra, nel caos degli impegni quotidiani, e ha poi preso forma rapidamente all’insegna della spontaneità e del divertimento, ma anche della serietà, della professionalità e del sudore (quello vero dei runner).

Nato dalla filosofia di Mamme in fuga, dicevamo, ha poi preso una strada tutta sua e si è animato di vita propria, mantenendo salda l’idea che le Mamme hanno tutto il diritto (e anche il bisogno) di dedicarsi del tempo e di inseguire i propri sogni per essere donne equilibrate e serene.

Inseguire i propri sogni è la strada giusta verso la felicità, di qualsiasi natura essi siano, noi vogliamo correre in questa direzione. E’ bastato sostituire, nel logo, le M con le T per dare il significato che volevamo trasmettere…Mamme sì ma capaci di divertirsi, di ridere e di stare bene. Un po’ matte, ma solo un po’. Il nostro primo sogno (la nostra prima fuga) coincide con una data: 8 Novembre 2015 Maratona Nizza – Cannes (in staffetta, eh).

Quattro Donne, quattro livelli di preparazione diversa: due maratone in quattro.

I nostri post saranno i racconti dei nostri allenamenti, delle nostre fatiche, dei nostri successi e dei nostri fallimenti, con la speranza che la condivisione che a noi fa stare bene possa coinvolgere ed aiutare altre matte come noi. Perché quando le Donne lavorano insieme diventano una potenza e sono un’immensa risorsa per sé stesse e per la comunità. Abbiamo parlato di donne, ma non disprezziamo assolutamente la condivisione e i consigli dei runner uomini.

Chi sogna con noi?

https://matteinfuga.wordpress.com/

 

“Cedere la leadership a Babbo Natale”

Natale si avvicina e finalmente posso passare con gioia e sollievo il testimone di capo ciurma a Babbo Natale, o meglio, Mamma Natale. È il suo momento e toccherà a lei soddisfare la famiglia, avvalendosi dell’aiuto della mia elfa-figlia, nonché primogenita, Valeria.

Ovviamente sotto la barba bianca e il pancione (non più ripieno di creature eh!) ci sono sempre io, perciò il sollievo è effimero e mi faccio prendere da un turbinio di sentimenti che vanno dall’eccitazione all’ansia da prestazione.

Ce la farò a scegliere i regali giusti per tutti? Ce la farò a non dimenticare nessuno tra parenti e amici? E, soprattutto, farò in tempo a preparare tutto prima di accorgermi che (ops!) mancano pochi giorni a Natale e devo anche ancora pensare al cenone coi parenti a casa mia?

Ci sono momenti in cui essere il riferimento principale della famiglia è assolutamente appagante, altri in cui è faticoso, altri in cui è stressante e altri ancora in cui è divertente.  Natale è tutti questi messi insieme.

I regali ai figli sono la parte più semplice, soprattutto ai piccoli, qualcosa che faccia piacere senza spreco, né di giochi, né di soldi, si trova sempre. Per i più grandi e per mio marito invece punto su qualche pensierino e il tradizionale buono per degli acquisti da fare agli imminenti saldi.

Per il resto dei parenti e per gli amici, ultimamente ho trovato la soluzione dei cesti personalizzati. In periodo di crisi economica, le leccornie sono le prime cose su cui si taglia, perciò un po’ di coccole culinarie fanno sempre piacere.

Perfetto, le idee sono chiare, poi penso ad amiche che non vedo spesso ma a cui voglio troppo bene e a cui non riesco a non desiderare di fare un regalino, mi ricordo di figli di amiche, di affetti nuovi e vecchi e mentre la lista si allunga, il tempo a disposizione si accorcia.

Alla fine ce la faccio sempre, non sono certo questi i momenti in cui preoccuparsi di non riuscire a gestire tutto, non c’è in ballo niente di così importante, nessuna questione di principio, niente che riguardi la salute. Eppure ci teniamo tanto noi mamme a rendere perfetto il Natale dei nostri figli, della nostra famiglia. I Natali di quando si era bambini si ricordano per sempre e desideriamo con tutto il cuore che per loro sia fantastico.

L’ albero di Natale da fare tutti insieme col sottofondo di canzoni natalizie, i regali e pensierini da preparare (a Natale impacchetto qualunque acquisto esuli dall’ ordinario). In un modo o nell’altro arriva sempre la Vigilia che manca solo di mettere i regali sotto l’albero, la notte di Natale, mentre i bambini dormono. I miei figli dicono che scendere le scale e vedere i pacchi sotto l’albero è il momento più magico del Natale.

Da qualche anno a questa parte la mia figlia maggiore divide con me tutto questo: la scelta dei regali, gli acquisti e i pacchetti. Fino al momento di mettere tutto sotto l’albero. È un grande aiuto, oltre che una grande compagnia, e mi permette anche di finire di sistemare i pacchetti prima dell’una o le due di notte. Un vantaggio non da poco, visto che a Natale i bambini si svegliano sicuramente all’alba.

Ci sono momenti in cui essere Mamma Natale e sorprendere e rendere felice tutta la famiglia è meraviglioso, altri in cui avere una Figlia Natale con cui condividere tutto questo è il regalo più bello che la vita potesse farti.

 

Barbara Buccino

L’ambizione che unisce tutte le mamme

Gestisco la rubrica Leader in famiglia, eppure non mi sento una leader nel senso stretto della parola.

È vero che, come quasi tutte le mamme, sono la persona che organizza e conduce la famiglia (anche in senso non metaforico: la mia auto è praticamente un taxi), che propone idee e attività, che influenza maggiormente il gruppo.

Sicuramente sono la persona che più lavora, forma e educa all’interno del gruppo famiglia, ma è anche vero che i membri della mia ciurma sono per me degli alleati, dei pari e influenzano moltissimo ogni mio pensiero e azione.

Ipotizzando che la parola leadership possa derivare dalla locuzione di lingua inglese “comandante di una nave” allora potrebbe pure starci…CiurmaMom è la mamma della ciurma! Ma se proprio vogliamo parlare di leadership lasciatemela almeno definire una leadership partecipata.

In famiglia non si è né protagonisti, né in testa a agli altri, non si impone ma si propone, non si spinge ma si sostiene, si pensa agli altri e con gli altri, non al posto degli altri.

C’è un momento però in cui le mamme diventano un leader autocratico ed è quando è il momento di mettere a nanna i bambini. Non c’è nessun momento della giornata che richieda più fermezza di questo.

Le operazioni di lavaggio, i pigiamini e la nanna in orario decente, per riuscire a svegliarli il giorno dopo senza impazzire, sembrano un miraggio. L’ambizione di tutte le mamme sarebbe passare attraverso queste fasi in atmosfera rilassante pre-nanna.

Sappiamo che sarebbe bene andare a letto in pace, senza tensioni, stanchi ma col sorriso, dopo una bella chiacchierata, un po’ di lettura e tanti bacini. Ce lo ripromettiamo sempre: stasera mangiamo prima, ci prepariamo presto e con calma, infine coccole e nanna.

Poi arriva la sera. Se abbiamo anticipato i tempi lavando e mettendo i pigiamini prima di cena, possiamo stare certi che sarà la serata in cui il piatto di pasta si rovescerà addosso, se decideremo di farlo dopo, il bambino sarà troppo stanco o sarà troppo tardi, così lotteremo e correremo. Di nuovo.

Quel che è certo è che quando diremo che è ora di andare a letto, sarà spesso più tardi del previsto e i bambini avranno ritrovato tutta la loro energia, per cui di andare a dormire non avranno nessuna  intenzione.

E così esce il leader autoritario che è in noi mamme, quello che ricordavamo da piccole e che non avremmo mai voluto essere. Ma pazienza, è necessario. Domani torneremo ad essere delle dolcissime mamme!

Domani. Lo stesso giorno in cui inizieremo la dieta.

Barbara Buccino

Intervista leader a Elisabetta Gualmini

Elisabetta Gualmini, professore ordinario di Scienza Politica presso l’Università di Bologna e presidente della fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo, quanto coraggio in tutte queste scelte?

In effetti, un po’ di coraggio ce n’è voluto. E le tensioni e le preoccupazioni non sono mancate. Ma ho sempre pensato che occorra muoversi e fare scelte forti anche quando si ha paura che qualcosa vada storto e che la sfida sia troppo grande. Ho seguito il mio istinto sapendo che un contributo positivo l’avrei dato e che avrei creato una squadra che mi avrebbe aiutato a costruire qualcosa di buono. Così è stato per l’Istituto Cattaneo, ad esempio.

Nel suo ultimo libro “Le mamme ce la fanno” racconta storie di donne che conciliano la famiglia e il lavoro, analizzandone il lato umano. Molte delle nostre lettrici sono mamme, ma anche a quelle future, diciamo loro basta con il mito delle wonder woman?

Assolutamente sì, il libro non è un manuale per super-mamme, ma un elogio delle madri normali e imperfette. Quelle che incontriamo tutti i giorni e che si barcamenano tra mille incombenze e acrobazie. Racconto come si fa a tenere insieme tutto (tra cibo, scuola, lavoro, compiti, sport, etc.) e lo faccio con moltissima ironia e leggerezza. Molte lettrici mi hanno scritto dicendomi che si riconoscono in ogni dettaglio di vita quotidiana che descrivo (dai saggi scolastici, alle riunioni con gli insegnanti, ai compiti, ai genitori convinti che i propri figli siano dei piccoli geni, alla difficoltà di dire dei no …) e che si ride molto. La sfida era proprio quella di raccontare con il registro dell’ironia e dell’autoironia un tema trasversale e molto importante, come quello dell’enorme carico di incombenze sulla spalle delle donne, sia che abbiano figli piccoli o genitori anziani da accudire. Ma il libro non è solo per le mamme, ci sono anche i papà, e soprattutto ci sono anche i bambini, con la loro straordinaria simpatia e ingenuità. E’ un libro per tutti.

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Come spiegherebbe la leadership del futuro alle nostre lettrici?

Leadership significa metterci la faccia, non avere paura e non coltivare la “Sindrome di Cenerentola”, cioè l’inclinazione a fare sempre un passo indietro, tenendosi in disparte a favore di altri (spesso uomini), perché ci si sente inadeguate o non all’altezza. Io penso che non faccia male tirare fuori anche un pizzico di aggressività, avere la sfacciataggine di gestire e prendersi il potere, e soprattutto mettersi alla prova sempre.

Un consiglio ed un augurio a Elisabetta.

Di continuare a non prendersi troppo sul serio, mettendo da parte l’ansia da prestazione e scegliendo sempre di riderci sopra.

Un consiglio ed un augurio a Leading Myself. Puntare i piedi e spingere l’acceleratore sul tema del talento e delle potenzialità delle donne, aiutandole così a credere e a convincersi che si possono fare tante cose, che si può arrivare persino laddove non si credeva di arrivare.

 

A cura di Barbara M.  @paputtina

 

 Elisabetta Gualmini  @gualminielisa  è professore ordinario di Scienza Politica all’Università di Bologna. Insegna Politiche del Lavoro e Pubblica Amministrazione. E’ Presidente dell’Istituto Cattaneo ed è editorialista de “La Stampa. Ha scritto moltissimi libri, l’ultimo dei quali molto pop (LE mamme ce la fanno, Mondadori).

 

 

A cura di Barbara M.  @paputtina