Ai ragazzi dico: “Siate stupefacenti di vostro!”

Giorgia Benusiglio, vuole presentarsi ai nostri lettori?

Era ottobre del 99, fuori dalla mia scuola avevano distribuito dei depliant del Ministero degli Affari Sociali, con testi approvati dal Ministero della Salute, che erano per la politica della riduzione del rischio o del danno, sostanzialmente ti dicevano di stare attento alle sostanze ma se proprio le volevi provare di seguire i consigli scritti sull’opuscolo: prendine mezza, successivamente prendi l’altra mezza dopo circa un ora, bevi tanta acqua, non mischiare con alcool, bagnati frequentemente i polsi etc…(in realtà poi si è scoperto che quegli opuscoli dovevano finire in centri di aggregazione giovanile dove già i ragazzi facevano uso e abuso di sostanze, erano stati fatti quindi con l’intento di limitare i danni… Successivamente  sono stati eliminati tutti quei volantini perché si è capito non essere il metodo migliore per fare prevenzione) Cosi’ pensai, tutti sanno che la droga fa male, ma se lo faccio una volta sola seguendo tutte le indicazioni  del caso non mi succederà nulla… In fondo anche sul pacchetto di sigarette c’è scritto che il fumo ti uccide ma non pensi che fumandotene una, tu possa andare all’aldilà.. Quindi scelsi di provare, convinta che se avessi seguito tutte le indicazioni non mi sarebbe successo nulla di grave.. Purtroppo poi, a mie spese, ho capito che con la droga non si può scendere a compromessi… Nel giro di una settimana mi ritrovai con il fegato in necrosi e dovetti subire un trapianto, che all’epoca durò 17 ore più altre 5 ore successivamente per avvenute complicanze..rimasi in terapia intensiva per un mese e mezzo e per un mese stetti nel reparto normale, arrivai a pesare 27 kg insomma non fu facile… Ho deciso di trasformare la mia  esperienza in una lezione di vita, informando e parlando ai ragazzi dei rischi legati all’ assunzione di droghe. Inizialmente con mio padre e ora da sola, da più di 10 anni, svolgo un’attività di prevenzione raccontandomi nelle scuole perché il mio errore possa evitare quello di qualcun’altro, per dare ai giovanissimi quella giusta informazione che io non ho avuto. Il forte impatto mediatico che ha avuto la mia storia mi ha portata negli anni ad essere ospite in parecchi programmi televisivi e radiofonici dandomi così la possibilità di essere conosciuta in tutta Italia e poter essere contattata da nord a sud. Nel 2008 sono stata invitata come testimonial ad inaugurare con la mia storia il portale on line del Ministero della Gioventù, guidato da Giorgia Meloni.(http://www.gioventu.it//).

Non riuscendo purtroppo ad accontentare proprio tutti, perché le richieste sono davvero tantissime, e per far arrivare il messaggio a quanti più giovani possibili, ho deciso di scrivere un libro in collaborazione con Renzo Agasso dal titolo “Vuoi trasgredire? Non farti!” Edito da San Paolo: siamo già alla 4 ristampa perché è ormai diventato un libro educativo formativo usato nelle scuole come testo utile per fare prevenzione. Ho collaborato più volte con la comunità San Patrignano e ho tenuto conferenze per l’AVIS e per l’AIDO, ho partecipato a incontri con Don Mazzi, Andrea Muccioli e Marco Confortola…Nel 2010 dopo essermi laureata in scienze della formazione primaria scegliendo la tesi in Psicologia della famiglia “relazioni e comportamenti a rischio in adolescenza” ho iniziato a fare incontri serali con i genitori, perché ho capito che fosse importante dare le corrette informazioni, ma soprattutto, che si potesse creare un ‘occasione dove il confronto e lo scambio, potessero essere le basi per una crescita del soggetto che vi partecipa. Ho poi iniziato una collaborazione con lo psicologo Dott. Angelo Aparo, coordinatore e fondatore del progetto “Gruppo della trasgressione” che dal 1997 all’interno delle carceri di Opera, Bollate e San Vittore, svolge un attività’ di recupero del condannato attraverso delle sedute di gruppo settimanali, tra carcerati, psicologi e tirocinanti che attuano un percorso di riabilitazione personale attraverso l’esternazione di diverse problematiche sociali e personali per poi poter incontrare le scuole di Milano e dintorni per svolgere un ruolo di prevenzione verso il bullismo e i comportamenti devianti. Successivamente, ho iniziato a svolgere incontri educativi e formativi per insegnanti, educatori e formatori del settore che hanno a che fare con gli adolescenti, per confrontarsi sul tema “Accompagnare i giovani verso l’ adultita’ “. A tutt’oggi ho tenuto incontri con più di centomila ragazzi in tutta Italia, ai quali si sono aggiunti molti ragazzi della Svizzera italiana ed il mio libro è stato tradotto in varie lingue e distribuito in molti paesi d’ Europa. Tutto questo perché la corretta informazione e la prevenzione secondo il mio punto di vista non devono mai cessare, anzi, devono essere sempre più capillari  e si devono diffondere a macchia d’olio.. Perché tutti sanno che la droga fa male, ma quanto sanno che anche mezza pastiglia di ecstasy può mandarti all’aldilà?  

Purtroppo ogni giorno i giornali ci raccontano tragiche storie di ragazzi e ragazze ”bruciati” dalle viarie droghe; la prevenzione parte all’interno della famiglia? 

La prevenzione parte dalla famiglia certo, e’ fondamentale che l’adolescente abbia alle spalle una solida famiglia presente e amorevole, che sappia ascoltare i propri figli e non limitarsi a sentirli, che è ben diverso..(il dialogo, l’ascolto e l’attenzione sono gli elementi fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei figli). Che siano in grado di vivere il confronto con il figlio come una risorsa di crescita importante per entrambi…un buon genitore dovrà essere autorevole e non permissivo nè tanto meno autoritario…dovrà comunicare stima e fiducia al ragazzo che si mette in gioco. I genitori inoltre dovranno passare dalla cura e protezione al sostegno e guida verso l’età adulta (significa diminuire il controllo mantenere alto il sostegno e aumentare se serve l’incoraggiamento e l’autonomia). E’ fondamentale inoltre che siano un buon esempio per i figli, troppo facile dire come comportarsi e poi fare il contrario, i ragazzi apprendono molto di più dalle azioni concrete che dalle parole. E’ importante che i genitori affrontino la tematica sulle sostanze stupefacenti, perché volenti o nolenti è un argomento che a loro interessa visto che sono in contatto con le sostanze (basti pensare che il 70% dei ragazzi ha fatto uso, usa o userà droghe almeno una volta nella propria vita, anche solo l’uso di marijuana) anche se non ne fanno uso e quindi sono incuriositi e vogliono giustamente sapere…avere le giuste informazioni..

Consiglio quindi ai genitori di informarsi su siti qualificati quali per es. www.droga.net  ( sito gestito e realizzato da Riccardo Gatti, medico psichiatra e responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL di Milano). www.dronet.org (Portale del Network Nazionale sulle Dipendenze in collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga). 

Oggi la sua storia si è legata molto alle scuole; l’educazione scolastica può essere la chiave di volta per rendere i ragazzi “liberi” da questa schiavitù fisica e psicologica?  

Nel tempo, nei diversi incontri svolti con i ragazzi nelle scuole, nelle comunità, dopo i diversi studi fatti e ora ne ho avuto la conferma dopo l’esperienza nelle carceri, ho capito che vi è la necessità, non solo di fare prevenzione, ma che bisogna risalire alla base del problema. Mi sono accorta, che i ragazzi in adolescenza e le persone con un disagio sociale, non sono in grado di superare gli ostacoli senza usare comportamenti rischiosi, riconoscono i comportamenti devianti come gli unici da usare alla base vi è una mancata capacità di utilizzo delle abilità relazionali, emotive e cognitive. Se queste vengono stimolate e sviluppate a dovere insieme alla prevenzione  possono essere un ottimo strumento per i ragazzi e quindi per i futuri adulti che saranno in grado di superare i diversi eventi critici che la vita gli pone difronte, grazie alle proprie risorse e le proprie forze senza incorrere in comportamenti appunto devianti. Come farlo? I ragazzi, ma non solo loro, per interiorizzare e fare proprio un messaggio hanno bisogno di metabolizzare il tutto ma soprattutto vivono il tutto in modo più inteso se sono loro i protagonisti attivi, se li si coinvolge, se li si sprona e incoraggia ad esternare le proprie emozioni, vissuti etc…quindi ho pensato di sviluppare queste lezioni in modo che i ragazzi potessero essere i principali protagonisti e potessero fare esperienze su determinate situazioni di vita, il senso e’: “se a te capitasse la cosa più brutta che mai avresti voluto che ti accadesse come reagiresti?” Fargli fare una sorta di “allenamento” ai diversi eventi critici non normativi, ricreare delle situazioni difficili e vedere come la gestirebbero, per poi parlarne insieme, affrontando così i diversi stati d’animo dei partecipanti. Il progetto si chiama Re-Starting Milano (perché parte da Milano, ma ogni città che sceglierà di far parte di questo progetto toglierà Milano e aggiungerà la propria città  per esempio Restarting Roma). L’obiettivo, è quello di fornire alle nuove generazioni, gli strumenti necessari per acquisire una maggiore  autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi che sono tre perni fondamentali per una crescita sana ed equilibrata. La leva del progetto consiste nel potenziare le abilità cognitive, emotive e relazionali di ogni individuo in difficoltà, trasformando il problema da nemico da sconfiggere in occasione di crescita, attraverso modalità di reazione ottimali. Ulteriore obiettivo è di portare chi ha problemi o chi è ai margini a tornare ad essere protagonista attivo nella società. Il programma si rivolgerà principalmente agli studenti, che acquisiranno coscienza verso i propri talenti, capendo come svilupparli in capacità distintive, facendoli così diventare la propria “assicurazione permanente” con cui risolvere i problemi della vita. Principio guida del programma: Non piangersi addosso, cogliere il meglio da ogni situazione, non essere vittima ma reagire, mettendo se stessi e le proprie capacità al centro del proprio percorso di riuscita esistenziale. Grazie allo sviluppo delle competenze personali emotive, cognitive e relazionali di base, gli adolescenti sapranno gestire le proprie emozioni e lo stress, avranno consapevolezza di sè, avranno sviluppato una comunicazione efficace, relazioni costruttive, senso critico ed empatia sapranno prendere buone decisioni, avranno imparato ad amarsi e quindi ad amare anche gli altri, acquisiranno una sensibilità tale, da essere in grado di ascoltare il proprio corpo per mantenerlo in salute. Sapranno cogliere il meglio dalle cose, che la vita gli riserverà, anche quelle definibili negative, riuscendo a farle diventare un valore aggiuntivo per la propria vita e non un deficit. Ricordando che i bambini e gli adolescenti di oggi saranno il futuro di domani, l’Italia diventerà la prima città composta da cittadini con una forte resilienza in grado di essere protagonisti attivi. Portando avanti questo progetto, inserendo questa nuova materia didattica “Educare alla Vita”, le persone diventeranno finalmente protagoniste, ma soprattutto avranno un’altra concezione su come vivere e affrontare la propria vita. Si coinvolgeranno quindi scuole, il progetto è di educare in primis gli insegnanti, educatori, formatori del settore attraverso tirocini, seminari e workshop, affinché abbiano le conoscenze adatte per poter praticare questa nuova materia. Successivamente i ragazzi ad ogni lezione diventeranno i protagonisti attivi attraverso la rappresentazione e simulazione di situazioni reali di vita, il ragazzo imparerà ad interiorizzare ma soprattutto ad esternare i sentimenti, riuscendo così a gestire le proprie emozioni, svilupperà inoltre empatia verso i compagni, consolidando le abilità cognitive, emotive e relazionali di base. Le lezioni di “Educare alla vita” inoltre si svilupperanno con degli incontri “testimonianze”  (persone che attraverso i loro sbagli o disgrazie avvenute durante la propria vita raccontano i loro vissuti creando spunti di riflessione importanti per i ragazzi stessi) saranno testimoni di un percorso che durerà circa 2 mesi ciascuno, dove la caratteristica principale sarà quella di sviluppare le attitudini dei ragazzi, indirizzandoli poi verso le realtà più consone a loro, per esempio associazioni sportive, compagnie teatrali, associazioni culturali, musicali etc..coinvolgendo così altri enti. Per poter realizzare questo progetto verranno coinvolti psicoterapeuti, psicologi riconosciuti, quali la dott.ssa Elisa Poli dell’Emdr, Il dott. Angelo Aparo psicologo e psicoterapeuta che lavora da 37 anni nelle carceri di Milano coordinatore del “Gruppo della Trasgressione”, avremo inoltre l’appoggio di Fabiola De Clercq scrittrice, fondatrice e Presidente dell’Associazione ABA  (ABA – Associazione Bulimia e Anoressia) volta ad aiutare le persone malate di anoressia e di bulimia, con sedi in varie città, il presidente della Croce Rossa Maurizio Gussoni e tante altre associazioni importanti che credono in questo progetto. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutte le scuole, si partirà da Milano, grazie all’associazione Vivaio che ha per primo creduto nelle potenzialità di Re-Starting Milano per poi far aderire al progetto più comuni possibili, per esempio Re-Starting Agugliano (dove già gli assessori sono intenzionati a far parte di questo progetto), cercando di migliorare il sistema dell’istruzione dell’Italia intera ma soprattutto del vivere la vita e come affrontarla.

Info progetto Restarting Milano: www.expop.org oppure pagina Facebook:  Restarting Milano  

Un consiglio ed un augurio a Giorgia. 

Un consiglio che mi do, e’ quello di smetterla  di avercela con me stessa per quello che ho fatto ma di andare oltre, di superare quell’ostacolo e di perdonarmi perché solo così potrò smetterla di vivere costantemente con i sensi di colpa rispetto ai miei genitori, ( di averli delusi, di avergli fatto perdere 10 anni di vita e averli costretti a vivere un trauma così grande)  rispetto alla mia donatrice ( io vivo con la consapevolezza di essere in vita “grazie” alla morte di un’altra persona…come si fa a trarre felicità dalla morte di qualcun’altro? e’ un controsenso assurdo, certo, Alessandra sarebbe morta ugualmente, ma credetemi e’ una cosa che non si accetta, si impara a conviverci.. Che è ben diverso..) e tornare quindi realmente ad essere serena, una ragazza normale..  

Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself.  

Un consiglio invece che do alle madri e ai padri di LeadingMyself, e’ quello di smetterla di pensare che il drogato sia sempre figlio degli altri e mai il proprio, non sempre è il figlio disagiato, o problematico quello senza famiglia che non ha valori etc che incorre in questa problematica… Purtroppo la droga colpisce ogni ceto sociale ed in qualsiasi famiglia… Nessuno e’ immune, certo non bisogna demonizzare ma neanche sottovalutare il rischio..bisogna essere informati e consapevoli dei danni a cui si può andare incontro, ma soprattutto parlare! Parlatene con i vostri figli, non fate che sia un argomento tabù perché loro vogliono e devono essere informati, perché come dico sempre io, se conosci il nemico non ti coglie impreparato e sai quindi, anche come sconfiggerlo…

Ai ragazzi invece dico “siate stupefacenti di vostro!! La vita è una, non sprecatela..non fate come me, io ho sbagliato voi potete dire “no grazie!!!”

A cura di Barbara M.  @paputtina

Giorgia Benusiglio
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Email : gbenusiglio.prevenzionedroghe@gmail.com

 

 

 

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Mammeonline: confronto e idee

 

Era il gennaio 1998. Stavo vivendo i primi mesi di vita di mia figlia, le sere si trasformavano in incubi di ore in cui nulla sembrava poter consolare il pianto disperato di mia figlia. Con Ernesto, mio consorte e papà di Giulia, ci siamo collegati, pieni di speranza, ad internet.

Tutto si può trovare su Internet, ci dicevamo speranzosi e ammaliati dall’arrivo del web anche in Italia.

Sì, è vero, potevamo trovare di tutto, meno che informazioni sulla maternità e la pediatria in lingua italiana. Trovavamo solo interessanti ma altrettanto inutili per noi, in quel momento, informazioni dedicate allo svezzamento dei pappagallini…In America c’erano newsgroup e forum sul tema ma la lingua (per me) e un approccio alla maternità completamente diverso, mi impediva di trovare conforto o utili consigli.

Così mi venne l’idea di aggregare i genitori naviganti italiani (molto pochi all’epoca) affinché potessero lasciare le loro preziose informazioni ad aiuto e sostegno di altre disperate come me! Ora come allora chi visita Mammeonline è in cerca di informazioni serie e autorevoli, per quanto riguarda il portale, di scambi di esperienze e sostegno vicendevole, nonché consulenze di esperti gratuite, per quanto riguarda la parte di blog/forum.

C’è una cosa che non è cambiata e non cambierà mai, almeno finché la specie non si evolverà verso sistemi differenti di riproduzione: il bisogno estremo e compulsivo di confronto e sostegno sulle tematiche riguardanti la gravidanza, il parto e la cura dei figli, la loro crescita, l’educazione. In così tanti anni di vita non siamo state solo mamme in cerca di conforto e confronto ma siamo divenute anche gruppo di pressione sociale. Ci siamo mosse compatte in occasione dell’approvazione della famigerata Legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, uno schiaffo in faccia e una penalizzazione intollerabile delle coppie con problemi di infertilità, una legge confessionale che ha calpestato i diritti delle persone e, in particolare, ha calpestato senza ritegno la tutela della salute della donna.

La mobilitazione di tutte le mammeonline affinché i media dessero il giusto risalto alla tremenda esperienza vissuta dalle coppie italiane adottive in Congo conclusasi felicemente, il 28 maggio 2014, con l’arrivo dei bambini dal Congo, con un volo di Stato.

Ora siamo molto attente a tutte quelle tematiche che riguardano i diritti e la salute delle donne e dei bambini. Vogliamo una corretta applicazione della L. 194/78: il diritto degli obiettori non può essere maggiore del diritto delle donne di decidere del loro corpo e della loro salute, fisica e psicologica.

Ci stanno poi molto a cuore le tematiche relative alla conciliazione lavoro/famiglia, c’è ancora tanto da fare.

Creare un welfare che permetta alle donne di mantenere con dignità l’occupazione sia in caso di nascita dei figli o di malattie e vecchiaia dei genitori in famiglia. Tutti questi problemi si riversano sulle spalle delle donne alle quali non è riconosciuto alcun merito, anzi. Ogni attività al femminile è una corsa ad ostacoli, trovo questo modo di dover vivere la vita profondamente ingiusto. Siamo focalizzate su temi quali il bullismo, cyber bullismo e sexting e ai pericoli cui vanno incontro, spesso inconsapevolmente i nostri figli e figlie e alla necessità di educare in primis i genitori e poi i bambini/ragazzi ad essere attenti nell’uso di sistemi che tendono ad usarti piuttosto che essere usati. Teniamo alta l’attenzione sui temi relativi all’educazione sessuale ed affettiva per le nuove generazioni, la rieducazione al rispetto reciproco, la resistenza alle violenze sulle donne e sui bambini in un momento sociale in cui sembrano esacerbarsi i ruoli di genere come fossimo in guerra. Una guerra contro le donne che si traduce in femminicidio nei casi più estremi e che purtroppo coinvolge, in questa violenza, anche i figli che restano traumatizzati psicologicamente o divengono loro stesse vittime di atti di figlicidio.

Ultima ma non ultima, la scuola pubblica e il rilancio degli investimenti in educazione e cultura per le nuove generazioni.

Oggi Mammeonline.net, un portale che raccoglie 215000 visitatrici uniche mensili e che vanta oltre 40mila utenti iscritti ai forum.

Ma non mi sono mai fermata, perché ho bisogno sempre di dare concretezza a nuove sfide e tra le tante esperienze vissute in questi anni nel web c’è stata anche la creazione della casa editrice Mammeonline (www.casaeditricemammeonline.it), oggi gestita e diretta da Donatella Caione: un progetto entusiasmante che ha coinvolto la community con l’intento di sostenere le attività dell’allora associazione e che ora prosegue l’attività di pubblicazione con sempre lo stesso entusiasmo e le stesse difficoltà di allora. E’ un’eterna lotta con giganti dell’editoria che sfornano centinaia di titoli ogni anno, contro una scelta curata e amorevole di testi e illustrazioni che tenga conto con attenzione e massima cura dei destinatari di queste produzioni.

Infine nel gennaio 2014 è nato il sito CuciniAmO (http://cuciniamo.mammeonline.net ), un blog collettivo di ricette e racconti in cucina, dove ho trasferito l’enorme e preziosa raccolta di ricette e condivisione di racconti sviluppatasi in questi 16 anni del forum Ricettario (http://www.mammeonline.net/phpBB3/ricettario.html) su Mammeonline.

Il tema che ci unisce è la cucina fatta con amore per i nostri cari. Come mamme sappiamo quanto sia importante il rapporto che si instaura tra noi e i figli tramite il cibo. I bambini sono dei fantastici sperimentatori, osservatori impietosi, indagano sin da piccolissimi qual è il nostro rapporto col cibo e da noi imparano come reagire ai piatti che vengono loro proposti. Insieme da anni ci scambiamo ricette, consigli, sperimentazioni per riuscire ad essere fantasiose in cucina e preparare con gioia e amore i piatti per i nostri cari. Ora ogni cuoca ha il suo blog personale, le sue ricette sono votate e commentate, condivise nei social network e tutto ciò ci rende più leggero e divertente l’impegno quotidiano di cucinare per la famiglia. Magari anche velocemente visto che la maggior parte di noi è costituita da donne che lavorano e che devono conciliare le necessità di lavoro e famiglia senza uscirne con le ossa rotte.

Vuoi sapere se ho nuovi progetti in cantiere? Ma certo, come sempre, però è ancora presto per parlarne 🙂

 

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Debora Cingano

 

Papà ho paura!

Come nasce l’idea del libro “Papà ho paura!”

Scrivere è stata sempre la mia passione che ho voluto approfondire con la nascita di questo libro.

Mi piace inventare storie, stimolare nei bambini la loro fantasia che deve essere alimentata giorno dopo giorno con il gioco ma anche con la lettura dei libri.

Nel libro viene affrontata una paura comune a molti bambini  quella del buio. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello di capire le emozioni dei propri bambini e cercare di trovare un modo per superare le paure quando ancora sono piccoli. Ascoltare i loro bisogni e comunicare con loro.

Figura centrale del libro è il papà che in questa vicenda sostituisce egregiamente la mamma e che con pazienza ed interesse riesce a capire realmente l’emozione del figlio, diventa suo complice ed insieme trovano un modo per sconfiggere per sempre la paura e i mostriciattoli che invadono la sua stanza.

Un elemento fondamentale nei libri per bambini sono le illustrazioni ed è per questo che ho deciso di occuparmi personalmente delle immagini per rappresentare nel miglior modo possibile la storia.  A volte bastano delle semplici immagini che da sole raccontano.

Un consiglio che voglio dare a tutti è quello di leggere ogni giorno un libro al proprio bambino prima di andare a dormire perché si crea quel momento di intimità tra genitore e bambino ma anche perché leggere storie fa bene ad entrambi, anche a noi genitori che riviviamo in questo modo la nostra infanzia.

 

DSCF0199Marzia Gianotti è nata a Roma.

Si dedica allo studio per conseguire due lauree magistrali, in Economia aziendale e Scienze della moda e del costume, all’Università La Sapienza di Roma. Dopo aver lavorato in ambito pubblico, collabora con l’università. Ha sempre nutrito un interesse per la scrittura, la lettura di storie per bambini ed il disegno che ha aperto la strada a questa grande passione. A settembre 2014 è  uscito Papà ho paura!, il suo primo libro illustrato.

www.papahopaura.it