I bambini devono essere felici. Non farci felici…

Ci siamo conosciute fra i banchi dell’Università il primo giorno in Bicocca e l’esserci presentate e il diventare amiche è stato istantaneo. Un’affinità elettiva, che ci ha portato tra montagne di libri e una sintonia rara a voler affrontare insieme una grande sfida: aprire il nostro studio di consulenza familiare a Milano nel 2009 (in via Eustachi 20). Siamo pedagogiste felici di esserlo! E nel nostro studio affianchiamo e sosteniamo ogni giorno in particolare genitori che hanno bisogno di consulenze per affrontare piccoli e grandi difficoltà quotidiane legate all’educazione e alla crescita dei propri bambini. Un aiuto concreto per migliorare la qualità della vita familiare in uno spazio pensato per i grandi che hanno voglia e bisogno di avere un altro punto di vista e di capire il perché di certi comportamenti a volte incomprensibili per noi adulti.

Per far conoscere il nostro lavoro in studio, trasmettendo la passione che ci anima, abbiamo aperto una pagina fb nel 2011: l’idea di rendere popolare e simpatica la pedagogia sembrava una sfida impossibile. Ma invece di cercare idee straordinarie, abbiamo scelto di fare quello che sappiamo fare meglio: parlare con semplicità e professionalità di pedagogia per la vita quotidiana. E questa scelta ci è valsa il titolo di “pedagogiste 2.0”! Ogni giorno pubblichiamo consigli, riflessioni e indicazioni pratiche per vivere con serenità e capire sempre di più i bambini e per togliere incertezze nel quotidiano rapporto con i figli, i loro quesiti, spesso giganteschi, e le loro fantasie, sempre poetiche. La nostra pagina è generosa di risposte e riflessioni che risvegliano la sensibilità di chiunque abbia a che fare con i bambini e aiuta a scoprire quanto numerose sono le cose che già si sanno e ne svela di nuove. I nostri colorati appuntamenti quotidiani – le illustrazioni sono di Elisabetta – sono stati definiti “aforigli”, un   evocativo incrocio tra aforismi e consigli, e hanno dato origine a una collana di libri edita dalla Casa Editrice Edicart che ha superato ogni aspettativa di vendita. In questi libri si incontrano due differenti linguaggi: quello delle immagini, rivolto ai bambini, e quello delle parole, dedicato agli adulti. I due mondi si trovano così uniti a regalare a grandi e piccoli preziosi momenti di crescita e di condivisione.“I bambini devono essere felici. Non farci felici…” è il primo volume della serie, ma tra pochissimo arriverà il secondo volume…

copertina

E poi collaboriamo con l’ambulatorio pediatrico del Centro Culturale san Fedele di Milano, dove offriamo supporto e consulenze a italiani indigenti e stranieri in difficoltà; abbiamo una rubrica quindicinale sul settimanale Starbene, collaboriamo come esperte con diversi settimanali nazionali – Donna Moderna, Gioia, Confidenze – abbiamo scritto una collana di fiabe sulle emozioni, facciamo supervisione in nidi e scuole materne… Insomma, abbiamo cercato di capire quello che volevamo ed eravamo capaci di fare e ci impegniamo ogni giorno per farlo al meglio con la nostra professionalità, il nostro carattere, inclinazioni e le nostre emozioni…

Elisabetta Rossini e Elena Urso  https://www.facebook.com/ConsulenzaFamiliareRossini.Urso

Pubblicità

DIS: donne in sicurezza!

Mi sono resa conto che noi Donne della Polizia di Stato (dal 1961) siamo delle precorritrici  nell’affrontare e risolvere i problemi che nascono dal momento in cui entri a far parte di una forza di polizia e contemporaneamente cerchi di avere una qualità della vita “soddisfacente” per te e la tua famiglia; io mi ritengo molto fortunata in quanto già da qualche anno la mia amministrazione si preoccupa di garantirla attraverso seminari, training, eventi formativi professionali e non,  che appunto mirano a garantire questo “benessere” a 360° del personale femminile.

IMG_2173

Nel perseguire tali intendimenti, già solo nella mia Direzione Centrale Polizia Criminale sono stati organizzati: Corsi Teorici Pratici di protezione Personale, un Convegno per la prevenzione del tumore al seno e papilloma virus Corsi di Comunicazione personale e Team Building, Corsi di lingue etc tutte iniziative che per certe colleghe in altre Forze di Polizia sono ancora “fantascienza” purtroppo.

D.I.S. Vuole essere quindi una spazio aperto e di condivisione dove le questioni relative al lavoro e alla famiglia, alla vita culturale e sociale, verranno discusse ed elaborate. Una fucina comune dove ogni donna potrà esprimere il proprio pensiero in piena libertà e senza condizionamenti di qualsivoglia natura. L’iniziativa ,così come concepito dalle poliziotte che lo hanno costituito ( io e la mia collega Carmela Iovine), vuole proiettarsi nel sociale, aprendosi anche alle istanze che provengono dalla società civile.

L’Obiettivo principale Infatti è quello di promuovere la partecipazione delle donne del Dipartimento di P.S. e nelle altre forze di Polizia  nella società, affinché il loro impegno fattivo contribuisca a rafforzare l’immagine della Polizia di Stato e delle altre forze  – a volte erroneamente  concepita solo come istituzione preposta alla prevenzione e repressione dei reati e alla conservazione dell’ordine pubblico – ponendo l’accento sul fatto che essa svolge un importante ruolo sociale che è quello di stare vicino alla gente comune per recepirne le istanze, anche quelle che investono sfere diverse dai compiti istituzionalmente assegnati ai poliziotti.

D.IS. In tale ottica intende relazionarsi anche con il mondo esterno alla Polizia di Stato, rivolgendo la sua attenzione alle istanze sociali che provengono soprattutto dalle donne, dagli anziani, dai minori e in generale dalle fasce più deboli della società, privilegiando l’informazione relativa alla salvaguardia dei diritti ed alla difesa da ogni tipo di violenza, fisica e psicologica, vengono pertanto periodicamente organizzati e partecipati incontri tematici tesi al confronto con associazioni che operano nel sociale (Associazione Margot, Associazione Pagaie Rosa, etc) per un arricchimento reciproco di esperienze da trasfondere nella società civile.

Infine non viene trascurato l’aspetto ludico attraverso specifici corsi di teatro e le cui rappresentazioni hanno consentito di raccogliere in poco tempo, considerando che eravamo tutti neofite, circa 50.000 euro devoluti totalmente in beneficenza ad associazioni che si occupano in particolare della cura di bambini affetti da malattie genetiche .

IMG_2174Roberta Tarsitano email: rtarsitano@gmail.com

https://twitter.com/robertatarsitan

https://www.facebook.com/DonneInSicurezza

 

Ai ragazzi dico: “Siate stupefacenti di vostro!”

Giorgia Benusiglio, vuole presentarsi ai nostri lettori?

Era ottobre del 99, fuori dalla mia scuola avevano distribuito dei depliant del Ministero degli Affari Sociali, con testi approvati dal Ministero della Salute, che erano per la politica della riduzione del rischio o del danno, sostanzialmente ti dicevano di stare attento alle sostanze ma se proprio le volevi provare di seguire i consigli scritti sull’opuscolo: prendine mezza, successivamente prendi l’altra mezza dopo circa un ora, bevi tanta acqua, non mischiare con alcool, bagnati frequentemente i polsi etc…(in realtà poi si è scoperto che quegli opuscoli dovevano finire in centri di aggregazione giovanile dove già i ragazzi facevano uso e abuso di sostanze, erano stati fatti quindi con l’intento di limitare i danni… Successivamente  sono stati eliminati tutti quei volantini perché si è capito non essere il metodo migliore per fare prevenzione) Cosi’ pensai, tutti sanno che la droga fa male, ma se lo faccio una volta sola seguendo tutte le indicazioni  del caso non mi succederà nulla… In fondo anche sul pacchetto di sigarette c’è scritto che il fumo ti uccide ma non pensi che fumandotene una, tu possa andare all’aldilà.. Quindi scelsi di provare, convinta che se avessi seguito tutte le indicazioni non mi sarebbe successo nulla di grave.. Purtroppo poi, a mie spese, ho capito che con la droga non si può scendere a compromessi… Nel giro di una settimana mi ritrovai con il fegato in necrosi e dovetti subire un trapianto, che all’epoca durò 17 ore più altre 5 ore successivamente per avvenute complicanze..rimasi in terapia intensiva per un mese e mezzo e per un mese stetti nel reparto normale, arrivai a pesare 27 kg insomma non fu facile… Ho deciso di trasformare la mia  esperienza in una lezione di vita, informando e parlando ai ragazzi dei rischi legati all’ assunzione di droghe. Inizialmente con mio padre e ora da sola, da più di 10 anni, svolgo un’attività di prevenzione raccontandomi nelle scuole perché il mio errore possa evitare quello di qualcun’altro, per dare ai giovanissimi quella giusta informazione che io non ho avuto. Il forte impatto mediatico che ha avuto la mia storia mi ha portata negli anni ad essere ospite in parecchi programmi televisivi e radiofonici dandomi così la possibilità di essere conosciuta in tutta Italia e poter essere contattata da nord a sud. Nel 2008 sono stata invitata come testimonial ad inaugurare con la mia storia il portale on line del Ministero della Gioventù, guidato da Giorgia Meloni.(http://www.gioventu.it//).

Non riuscendo purtroppo ad accontentare proprio tutti, perché le richieste sono davvero tantissime, e per far arrivare il messaggio a quanti più giovani possibili, ho deciso di scrivere un libro in collaborazione con Renzo Agasso dal titolo “Vuoi trasgredire? Non farti!” Edito da San Paolo: siamo già alla 4 ristampa perché è ormai diventato un libro educativo formativo usato nelle scuole come testo utile per fare prevenzione. Ho collaborato più volte con la comunità San Patrignano e ho tenuto conferenze per l’AVIS e per l’AIDO, ho partecipato a incontri con Don Mazzi, Andrea Muccioli e Marco Confortola…Nel 2010 dopo essermi laureata in scienze della formazione primaria scegliendo la tesi in Psicologia della famiglia “relazioni e comportamenti a rischio in adolescenza” ho iniziato a fare incontri serali con i genitori, perché ho capito che fosse importante dare le corrette informazioni, ma soprattutto, che si potesse creare un ‘occasione dove il confronto e lo scambio, potessero essere le basi per una crescita del soggetto che vi partecipa. Ho poi iniziato una collaborazione con lo psicologo Dott. Angelo Aparo, coordinatore e fondatore del progetto “Gruppo della trasgressione” che dal 1997 all’interno delle carceri di Opera, Bollate e San Vittore, svolge un attività’ di recupero del condannato attraverso delle sedute di gruppo settimanali, tra carcerati, psicologi e tirocinanti che attuano un percorso di riabilitazione personale attraverso l’esternazione di diverse problematiche sociali e personali per poi poter incontrare le scuole di Milano e dintorni per svolgere un ruolo di prevenzione verso il bullismo e i comportamenti devianti. Successivamente, ho iniziato a svolgere incontri educativi e formativi per insegnanti, educatori e formatori del settore che hanno a che fare con gli adolescenti, per confrontarsi sul tema “Accompagnare i giovani verso l’ adultita’ “. A tutt’oggi ho tenuto incontri con più di centomila ragazzi in tutta Italia, ai quali si sono aggiunti molti ragazzi della Svizzera italiana ed il mio libro è stato tradotto in varie lingue e distribuito in molti paesi d’ Europa. Tutto questo perché la corretta informazione e la prevenzione secondo il mio punto di vista non devono mai cessare, anzi, devono essere sempre più capillari  e si devono diffondere a macchia d’olio.. Perché tutti sanno che la droga fa male, ma quanto sanno che anche mezza pastiglia di ecstasy può mandarti all’aldilà?  

Purtroppo ogni giorno i giornali ci raccontano tragiche storie di ragazzi e ragazze ”bruciati” dalle viarie droghe; la prevenzione parte all’interno della famiglia? 

La prevenzione parte dalla famiglia certo, e’ fondamentale che l’adolescente abbia alle spalle una solida famiglia presente e amorevole, che sappia ascoltare i propri figli e non limitarsi a sentirli, che è ben diverso..(il dialogo, l’ascolto e l’attenzione sono gli elementi fondamentali per la crescita e lo sviluppo dei figli). Che siano in grado di vivere il confronto con il figlio come una risorsa di crescita importante per entrambi…un buon genitore dovrà essere autorevole e non permissivo nè tanto meno autoritario…dovrà comunicare stima e fiducia al ragazzo che si mette in gioco. I genitori inoltre dovranno passare dalla cura e protezione al sostegno e guida verso l’età adulta (significa diminuire il controllo mantenere alto il sostegno e aumentare se serve l’incoraggiamento e l’autonomia). E’ fondamentale inoltre che siano un buon esempio per i figli, troppo facile dire come comportarsi e poi fare il contrario, i ragazzi apprendono molto di più dalle azioni concrete che dalle parole. E’ importante che i genitori affrontino la tematica sulle sostanze stupefacenti, perché volenti o nolenti è un argomento che a loro interessa visto che sono in contatto con le sostanze (basti pensare che il 70% dei ragazzi ha fatto uso, usa o userà droghe almeno una volta nella propria vita, anche solo l’uso di marijuana) anche se non ne fanno uso e quindi sono incuriositi e vogliono giustamente sapere…avere le giuste informazioni..

Consiglio quindi ai genitori di informarsi su siti qualificati quali per es. www.droga.net  ( sito gestito e realizzato da Riccardo Gatti, medico psichiatra e responsabile del Dipartimento Dipendenze Patologiche della ASL di Milano). www.dronet.org (Portale del Network Nazionale sulle Dipendenze in collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga). 

Oggi la sua storia si è legata molto alle scuole; l’educazione scolastica può essere la chiave di volta per rendere i ragazzi “liberi” da questa schiavitù fisica e psicologica?  

Nel tempo, nei diversi incontri svolti con i ragazzi nelle scuole, nelle comunità, dopo i diversi studi fatti e ora ne ho avuto la conferma dopo l’esperienza nelle carceri, ho capito che vi è la necessità, non solo di fare prevenzione, ma che bisogna risalire alla base del problema. Mi sono accorta, che i ragazzi in adolescenza e le persone con un disagio sociale, non sono in grado di superare gli ostacoli senza usare comportamenti rischiosi, riconoscono i comportamenti devianti come gli unici da usare alla base vi è una mancata capacità di utilizzo delle abilità relazionali, emotive e cognitive. Se queste vengono stimolate e sviluppate a dovere insieme alla prevenzione  possono essere un ottimo strumento per i ragazzi e quindi per i futuri adulti che saranno in grado di superare i diversi eventi critici che la vita gli pone difronte, grazie alle proprie risorse e le proprie forze senza incorrere in comportamenti appunto devianti. Come farlo? I ragazzi, ma non solo loro, per interiorizzare e fare proprio un messaggio hanno bisogno di metabolizzare il tutto ma soprattutto vivono il tutto in modo più inteso se sono loro i protagonisti attivi, se li si coinvolge, se li si sprona e incoraggia ad esternare le proprie emozioni, vissuti etc…quindi ho pensato di sviluppare queste lezioni in modo che i ragazzi potessero essere i principali protagonisti e potessero fare esperienze su determinate situazioni di vita, il senso e’: “se a te capitasse la cosa più brutta che mai avresti voluto che ti accadesse come reagiresti?” Fargli fare una sorta di “allenamento” ai diversi eventi critici non normativi, ricreare delle situazioni difficili e vedere come la gestirebbero, per poi parlarne insieme, affrontando così i diversi stati d’animo dei partecipanti. Il progetto si chiama Re-Starting Milano (perché parte da Milano, ma ogni città che sceglierà di far parte di questo progetto toglierà Milano e aggiungerà la propria città  per esempio Restarting Roma). L’obiettivo, è quello di fornire alle nuove generazioni, gli strumenti necessari per acquisire una maggiore  autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi che sono tre perni fondamentali per una crescita sana ed equilibrata. La leva del progetto consiste nel potenziare le abilità cognitive, emotive e relazionali di ogni individuo in difficoltà, trasformando il problema da nemico da sconfiggere in occasione di crescita, attraverso modalità di reazione ottimali. Ulteriore obiettivo è di portare chi ha problemi o chi è ai margini a tornare ad essere protagonista attivo nella società. Il programma si rivolgerà principalmente agli studenti, che acquisiranno coscienza verso i propri talenti, capendo come svilupparli in capacità distintive, facendoli così diventare la propria “assicurazione permanente” con cui risolvere i problemi della vita. Principio guida del programma: Non piangersi addosso, cogliere il meglio da ogni situazione, non essere vittima ma reagire, mettendo se stessi e le proprie capacità al centro del proprio percorso di riuscita esistenziale. Grazie allo sviluppo delle competenze personali emotive, cognitive e relazionali di base, gli adolescenti sapranno gestire le proprie emozioni e lo stress, avranno consapevolezza di sè, avranno sviluppato una comunicazione efficace, relazioni costruttive, senso critico ed empatia sapranno prendere buone decisioni, avranno imparato ad amarsi e quindi ad amare anche gli altri, acquisiranno una sensibilità tale, da essere in grado di ascoltare il proprio corpo per mantenerlo in salute. Sapranno cogliere il meglio dalle cose, che la vita gli riserverà, anche quelle definibili negative, riuscendo a farle diventare un valore aggiuntivo per la propria vita e non un deficit. Ricordando che i bambini e gli adolescenti di oggi saranno il futuro di domani, l’Italia diventerà la prima città composta da cittadini con una forte resilienza in grado di essere protagonisti attivi. Portando avanti questo progetto, inserendo questa nuova materia didattica “Educare alla Vita”, le persone diventeranno finalmente protagoniste, ma soprattutto avranno un’altra concezione su come vivere e affrontare la propria vita. Si coinvolgeranno quindi scuole, il progetto è di educare in primis gli insegnanti, educatori, formatori del settore attraverso tirocini, seminari e workshop, affinché abbiano le conoscenze adatte per poter praticare questa nuova materia. Successivamente i ragazzi ad ogni lezione diventeranno i protagonisti attivi attraverso la rappresentazione e simulazione di situazioni reali di vita, il ragazzo imparerà ad interiorizzare ma soprattutto ad esternare i sentimenti, riuscendo così a gestire le proprie emozioni, svilupperà inoltre empatia verso i compagni, consolidando le abilità cognitive, emotive e relazionali di base. Le lezioni di “Educare alla vita” inoltre si svilupperanno con degli incontri “testimonianze”  (persone che attraverso i loro sbagli o disgrazie avvenute durante la propria vita raccontano i loro vissuti creando spunti di riflessione importanti per i ragazzi stessi) saranno testimoni di un percorso che durerà circa 2 mesi ciascuno, dove la caratteristica principale sarà quella di sviluppare le attitudini dei ragazzi, indirizzandoli poi verso le realtà più consone a loro, per esempio associazioni sportive, compagnie teatrali, associazioni culturali, musicali etc..coinvolgendo così altri enti. Per poter realizzare questo progetto verranno coinvolti psicoterapeuti, psicologi riconosciuti, quali la dott.ssa Elisa Poli dell’Emdr, Il dott. Angelo Aparo psicologo e psicoterapeuta che lavora da 37 anni nelle carceri di Milano coordinatore del “Gruppo della Trasgressione”, avremo inoltre l’appoggio di Fabiola De Clercq scrittrice, fondatrice e Presidente dell’Associazione ABA  (ABA – Associazione Bulimia e Anoressia) volta ad aiutare le persone malate di anoressia e di bulimia, con sedi in varie città, il presidente della Croce Rossa Maurizio Gussoni e tante altre associazioni importanti che credono in questo progetto. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutte le scuole, si partirà da Milano, grazie all’associazione Vivaio che ha per primo creduto nelle potenzialità di Re-Starting Milano per poi far aderire al progetto più comuni possibili, per esempio Re-Starting Agugliano (dove già gli assessori sono intenzionati a far parte di questo progetto), cercando di migliorare il sistema dell’istruzione dell’Italia intera ma soprattutto del vivere la vita e come affrontarla.

Info progetto Restarting Milano: www.expop.org oppure pagina Facebook:  Restarting Milano  

Un consiglio ed un augurio a Giorgia. 

Un consiglio che mi do, e’ quello di smetterla  di avercela con me stessa per quello che ho fatto ma di andare oltre, di superare quell’ostacolo e di perdonarmi perché solo così potrò smetterla di vivere costantemente con i sensi di colpa rispetto ai miei genitori, ( di averli delusi, di avergli fatto perdere 10 anni di vita e averli costretti a vivere un trauma così grande)  rispetto alla mia donatrice ( io vivo con la consapevolezza di essere in vita “grazie” alla morte di un’altra persona…come si fa a trarre felicità dalla morte di qualcun’altro? e’ un controsenso assurdo, certo, Alessandra sarebbe morta ugualmente, ma credetemi e’ una cosa che non si accetta, si impara a conviverci.. Che è ben diverso..) e tornare quindi realmente ad essere serena, una ragazza normale..  

Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself.  

Un consiglio invece che do alle madri e ai padri di LeadingMyself, e’ quello di smetterla di pensare che il drogato sia sempre figlio degli altri e mai il proprio, non sempre è il figlio disagiato, o problematico quello senza famiglia che non ha valori etc che incorre in questa problematica… Purtroppo la droga colpisce ogni ceto sociale ed in qualsiasi famiglia… Nessuno e’ immune, certo non bisogna demonizzare ma neanche sottovalutare il rischio..bisogna essere informati e consapevoli dei danni a cui si può andare incontro, ma soprattutto parlare! Parlatene con i vostri figli, non fate che sia un argomento tabù perché loro vogliono e devono essere informati, perché come dico sempre io, se conosci il nemico non ti coglie impreparato e sai quindi, anche come sconfiggerlo…

Ai ragazzi invece dico “siate stupefacenti di vostro!! La vita è una, non sprecatela..non fate come me, io ho sbagliato voi potete dire “no grazie!!!”

A cura di Barbara M.  @paputtina

Giorgia Benusiglio
IMG_3543
Email : gbenusiglio.prevenzionedroghe@gmail.com

 

 

 

Papà ho paura!

Come nasce l’idea del libro “Papà ho paura!”

Scrivere è stata sempre la mia passione che ho voluto approfondire con la nascita di questo libro.

Mi piace inventare storie, stimolare nei bambini la loro fantasia che deve essere alimentata giorno dopo giorno con il gioco ma anche con la lettura dei libri.

Nel libro viene affrontata una paura comune a molti bambini  quella del buio. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello di capire le emozioni dei propri bambini e cercare di trovare un modo per superare le paure quando ancora sono piccoli. Ascoltare i loro bisogni e comunicare con loro.

Figura centrale del libro è il papà che in questa vicenda sostituisce egregiamente la mamma e che con pazienza ed interesse riesce a capire realmente l’emozione del figlio, diventa suo complice ed insieme trovano un modo per sconfiggere per sempre la paura e i mostriciattoli che invadono la sua stanza.

Un elemento fondamentale nei libri per bambini sono le illustrazioni ed è per questo che ho deciso di occuparmi personalmente delle immagini per rappresentare nel miglior modo possibile la storia.  A volte bastano delle semplici immagini che da sole raccontano.

Un consiglio che voglio dare a tutti è quello di leggere ogni giorno un libro al proprio bambino prima di andare a dormire perché si crea quel momento di intimità tra genitore e bambino ma anche perché leggere storie fa bene ad entrambi, anche a noi genitori che riviviamo in questo modo la nostra infanzia.

 

DSCF0199Marzia Gianotti è nata a Roma.

Si dedica allo studio per conseguire due lauree magistrali, in Economia aziendale e Scienze della moda e del costume, all’Università La Sapienza di Roma. Dopo aver lavorato in ambito pubblico, collabora con l’università. Ha sempre nutrito un interesse per la scrittura, la lettura di storie per bambini ed il disegno che ha aperto la strada a questa grande passione. A settembre 2014 è  uscito Papà ho paura!, il suo primo libro illustrato.

www.papahopaura.it 

“I sogni possono diventare realtà”

Famideal nasce dall’intuizione di una donna che, una volta diventata mamma, si accorge che il web non è un posto in cui fare shopping per il bebè. Certo, ci sono tanti siti, forse troppi, ma nessuno che offra davvero quello che lei desidera: prodotti originali ma che non costino un occhio della testa!

Se solo i siti di couponing avessero più offerte per le famiglie…

E così Famideal prende forma, anche grazie alla Regione Lazio che sovvenziona la fase di startup riconoscendo nel progetto la sua utilità sociale.

Un giorno quella mamma decide di voler dedicare il suo tempo ad altro e così Famideal entra prepotentemente nella mia vita.

Bastano un paio di telefonate di mio cugino Federico Favot, a cui per primo hanno parlato del sito, a farmi capire che eravamo davanti a qualcosa di davvero unico nel suo genere e potenzialmente esplosivo. E dopo poche settimane Famideal diventa nostro. I mesi successivi sono tutti destinati a dare la nostra impronta al sito, a rimettere in moto i social, a triplicare gli iscritti alla newsletter e naturalmente ad avere tanti nuovi clienti soddisfatti.

Abbiamo rischiato molto, sostenuti dalla forza della nostra intuizione, investendo capitali privati e tanto, tantissimo tempo. Tempo preziosissimo che noi mamme non abbiamo mai in abbondanza. Io poi, in questi primi mesi in cui Famideal ha cominciato a muovere i primi passi, non ho certo potuto lasciare l’altro mio lavoro che mi ha permesso di sostenermi.

Sono una mamma, anch’io spesso ero insoddisfatta di quello che trovavo online per la mia bimba, ed ora quando valuto un nuovo partner o un nuovo prodotto è inevitabile scegliere ciò che comprerei per lei.

Uno dei punti di forza di Famideal è quello di offrire prodotti e servizi di qualità a prezzi davvero convenienti perché vogliamo che tutte le famiglie possano scegliere il meglio per loro e per i loro bambini. Abbiamo fatto una scelta precisa, di rinunciare a ricarichi elevati per offrire un servizio a quelle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Una scelta non scontata la nostra, di cui andiamo fieri.

Cosa si trova su Famideal? Davvero tutto, dall’utile al futile: i pannolini Libero, ad esempio, privi di derivati del petrolio, senza sbiancanti e certificati Nordic Label (http://www.famideal.it/deal/250/pannolini-libero-comfort-certificati-nordic-label-varie-misure.html).  I prodotti per la cura del bambino Weleda (http://www.famideal.it/deal/291/kit-baby-alla-calendula-weleda-per-cura-del-bambino.html) e Flora, entrambi biologici certificati. I pannolini lavabili (http://www.famideal.it/deal/128/lo-starter-kit-kinkilia-2-pannolini-lavabili-con-wet-bag.html), per le mamme davvero eco-friendly, e anche i detersivi ecologici Sitarclean (http://www.famideal.it/deal/310/kit-completo-biodetergenti-ecologici-sitarclean.html).

E poiché la vita di una famiglia è fatta anche di momenti di svago da passare tutti insieme, non mancano le offerte su ristoranti, pizzerie e pacchetti vacanza per famiglie, in Italia e all’estero, e con l’attenzione giusta anche per chi opta per scelte alimentari sostenibili, come vegetariani e vegani.

Ogni giorno affronto nuove sfide, coadiuvata da una squadra che sta crescendo insieme a me, e ogni giorno i progetti e gli obiettivi cambiano forma e confine, diventando sempre più ambiziosi. Perché i sogni possono diventare realtà, tanto vale sognare in grande!

084_IMG_9450

 

Simona Bembo
37 anni, esperta di Relazioni Publbiche, nasce in Friuli dove compie i suoi studi per trasferirsi a Milano immediatamente dopo la laurea nel 2000 ed iniziare il suo percorso all’interno di primarie agenzie di Relazioni Pubbliche a livello nazionale e internazionale. Si trasferisce a Roma nel 2002 e continua il suo percorso dapprima all’interno di agenzie di comunicazione e poi fonda la sua agenzia, The Nursery. Da maggio 2014 è partner e general manager di Famideal.it

Mò ti spiego la leadership

“Papà, ma chi comanda a casa nostra?”

“Nessuno in particolare”.

“E chi dice quello che si deve fare?”

“Nella nostra famiglia le cose le decidiamo insieme. Se c’è una scelta da fare se ne parla, ci si confronta e si prova a prendere la soluzione migliore. Non c’è uno che impone all’altro una cosa”.

“Ma comandano più i maschi o le femmine?”

“Non è una gara anche se molti la ritengono tale”.

“Allora comanda chi è più forte?”

“Ci sono luoghi in cui le scelte e il potere di influenzare gli altri deriva solo dalla forza, mentre in altri la leadership è acquisita perché si è d’esempio o perché le idee espresse sono condivise”.

“Ma che vuol dire leadership?”

“Indica una persona che per competenze, per meriti, per carisma, per coraggio e per le sue idee è riconosciuta dai membri di un gruppo che la stimano e che si lasciano influenzare”.

“Allora a casa nostra comanda la mamma?”

“Sicuramente tua madre ha tutte queste caratteristiche ed è per questo che mi sono innamorato di lei. E poi le sue scelte sono sempre a nostro favore quindi siamo al sicuro”.

“Ma la mamma comanda pure a lavoro?”

“Quello è un altro paio di maniche perché in molti contesti sono quasi sempre gli uomini ad essere ai vertici e a volere un posto di comando, anche se non lo meritano”.

“Però noi siamo più forti”.

“Se vuoi che qualcuno ti segua devi guadagnarti il suo consenso altrimenti si lascerà convincere solo per paura, ma al momento opportuno ti volterà le spalle”.

“E che devo fare?”

“Impara ad ascoltare e a dare una mano concreta. Queste sono cose che con la forza non hanno nulla a che vedere”.

“Allora pure io posso diventare leader?”

“Tutti possono diventare agli occhi degli altri delle persone che meritano di essere seguite. Mica solo a lavoro?”

“E dove?”

“In qualsiasi ambito, da quello politico a quello culturale, da quello sportivo a quello religioso. L’importante è non usare mai l’ascendente che si ha sugli altri per i propri fini”.

“Ho capito, come quando mamma ha detto che le servivano quelle scarpe nere col tacco e tu gliele hai comprate”.

“Quello è amore a papà, solo amore”.

 

Francesco Uccello

www.motelospiegoapapa.it

 

foto uccellFrancesco Uccello 41 anni ha due figli maschi e vive a Napoli. Laureato in lettere moderne si è occupato per 15 anni di sociale lavorando con minori e famiglie. E’ giornalista e autore del blog Mo te lo spiego a papà che è anche libro edizione TEA e una rubrica settimanale sulla rivista GIOIA. Il suo animale preferito è il polpo.

 

Fidiamoci di noi, siamo leader di noi stesse

Desideravo una famiglia numerosa fin da bambina, ma il destino ha voluto che avessi difficoltà ad avere figli. In parte ne ero consapevole fin da ragazza, il mio ciclo mestruale era molto irregolare, passavo anche nove-dieci mesi   senza avere le mestruazioni.

“Ti regolarizzerai col tempo” mi dicevano, ma, dopo 10 anni dal menarca, la situazione era invariata. Mi sono comunque sposata fiduciosa che se fossi riuscita a risolvere quel problema, tutto si sarebbe sistemato e avrei avuto i miei bambini.

Purtroppo non è stato così, il mio problema più che curabile era raggirabile, c’erano cure che mi permettevano di ovulare, ma non si potevano portare avanti a lungo tempo se non ci fosse stato un concepimento e, nonostante le cure e i rapporti mirati in piena ovulazione, io non restavo incinta lo stesso.

Così abbiamo cominciato a indagare su mio marito, scoprendo che anche lui aveva problemi di infertilità. Secondo l’andrologo i danni erano irreversibili, se fosse stato più giovane la sua situazione sarebbe potuta migliorare con una operazione, ma alla sua età (31 anni) era troppo tardi.

Per anni mi ero sentita dire che se non restavo incinta era perché ci pensavo troppo e, che avessi smesso di occuparmene, prima o poi sarebbe successo. Ora mi dicevano che era troppo tardi? Non lo potevo accettare. È stato qui che ho deciso di prendere in mano io la situazione.

Non ho ascoltato più nessuno, mi sono informata da sola e ho letto avidamente qualunque cosa sull’argomento, ho sfruttato i miei studi di medicina e ho ignorato il centro infertilità che voleva tentare medicalizzazioni, tanto estreme quando di discutibile successo. Ho chiesto solo che mio marito fosse operato lo stesso.

Non ero certa che avrebbe funzionato, ma ho cominciato ad accarezzare l’idea dell’adozione con serenità, sapendo che avevo tentato tutto il possibile che fosse nelle mie corde, senza superare il limite fisico ed emotivo che mi ero data per avere un figlio biologico.

Sei mesi dopo l’intervento di mio marito ho ripreso le mie cure e…sono rimasta incinta della mia prima figlia!

Ma le difficoltà non sono terminate, tra minacce d’aborto e aborti, ho avuto 10 gravidanze, ma ora sono la mamma fortunata e realizzata di sei meravigliose creature. Sono caduta e mi sono rialzata tante volte, i miei figli mi hanno sempre dato l’ottimismo necessario per ricominciare e anche ogni figlio perso ha portato qualcosa di importante nella mia vita.  Grazie a tutti loro ho capito che niente accade per caso e tutto rende la vita degna di essere vissuta.

Personalmente cerco di vivere la vita come un’avventura, i figli e la salute come una festa e i problemi come un’opportunità.

Credo inoltre che la condivisione tra donne sia molto importante, nella vita come in rete, ed è proprio sul valore della condivisione che si fonda anche il mio sito personale.

www.ciurmamom.it  è nato dalla mia passione per la scrittura, che mi ha sempre aiutata a riflettere, e per il montaggio video, che permette di raccontare storie di vita in pochi minuti.

Nel mio blog mi racconto e sfrutto l’immediatezza e la spontaneità dei video di famiglia per  trattare argomenti, anche spinosi, tratte dalle mie esperienze.

La vita mi ha insegnato che le donne sono in grado di trarre sempre energie positive, anche dai momenti più difficili. È la nostra forza, basta esserne consapevoli e contare su di noi.

Diamo voce a noi stesse, fidiamoci di noi, siamo leader di noi stesse. Da sole e insieme.

Barbara Buccino