Barbie, il mito fuori dal tempo!

Il suo vero nome è Barbara Millicent Robert, ma per tutte le bambine che ne hanno avuta una è solo Barbie. Definirla una bambola sarebbe riduttivo. Barbie è un’icona globale, che riesce ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale, antropologica e in 56 anni di vita ha rappresentato 50 nazionalità diverse, intrapreso oltre 150 carriere e molto altro ancora. Proprio per questo motivo il Museo delle Culture di Milano le dedica una mostra curata da Massimiliano Capella, Barbie. The Icon, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. 

Dal prossimo 28 ottobre al 13 marzo 2016, la mostra racconterà l’incredibile vita di questa donna che invecchia solo per l’anagrafe e che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e culturali che hanno contraddistinto oltre mezzo secolo di storia, ma a differenza di altri miti della contemporaneità stritolati dallo scorrere del tempo, ha avuto il privilegio, in quanto bambola, di essere fuori dal tempo, attraversare epoche e terre lontane, rafforzando per questo il suo status di leggenda e, soprattutto, di icona del fashion e specchio di epoche diverse.

Barbie, dal 1959, data in cui è nata, esattamente il 9 marzo, ha fatto mille carriere, è andata sulla luna, è ambasciatrice Unicef, ha indossato 1 miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa. Ma soprattutto Barbie è cambiata con il cambiare del tempo, non solo delle mode o della moda, sempre al passo con il mondo. Ed è diventata una vera icona. La mostra sarà articolata in 5 sezioni e preceduta da una sala introduttiva, Who is Barbie, dove si troveranno i 7 pezzi iconici e rappresentativi per decadi dal 1959 ad oggi, oltre la time line, le curiosità, i numeri e il making off globale di Barbie per sapere subito Chi è Barbie.

 

Info e prenotazioni http://www.ticket.it/mudec Tel. +39 0254917

www.mudec.it

 

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Marina Salomon: ripartiamo dalle persone!

Marina Salomon imprenditrice, manager ma cosa vuol dire esattamente “dare vita ai propri sogni oggi”?   

«“Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni.” L’ha scritto Eleanor Roosevelt, ed è proprio vero. Crederci significa rischiare, compromettersi con la realtà, senza avere paura delle piccole o grandi sconfitte. Significa impegnarsi con determinazione e disciplina, senza perdere lo sguardo fiducioso nel futuro e nella vita, che proprio di quel sogno ci ha fatto innamorare. Io mi sono buttata a 23 anni, e non ho più smesso. È stato duro, a tratti, comunque magnifico: oggi, guardandomi indietro, capisco che tutto ciò che è accaduto ha avuto un senso. Altana, Doxa, Connexia, e le altre nostre aziende (start-up nella ricerca, nel digitale e nella comunicazione), hanno radici solide: in esse costruiamo, lavorando insieme, ogni giorno un pezzo di futuro. Nel frattempo la vita mi ha regalato quattro figli, ora adolescenti, un amore grande che ha adottato tutta la nostra tribù, un buon numero di cani (sette, mentre scrivo), la riscoperta della fede, tanti incontri umani ed esperienze che testimoniano un’Italia positiva, piena di capacità di intraprendere ed affrontare i cambiamenti in atto. Sono e saranno anni molto duri. E non voglio, né posso dire, semplicisticamente “basta crederci” né “con un po’ di determinazione ce la faremo”.

Vincitrice nel 1992 del premio Marisa Bellisario, come vede in futuro la leadership femminile?  

Non credo ad una leadership così diversa tra uomini e donne, in futuro, ma alla possibilità di imparare gli uni dalle altre, e di applicare la leadership come servizio e non come strumento di successo o di potere. Credo che, se saremo capaci di rimanere fedeli ai nostri valori, se saremo lucidi nel guardare a noi stessi e al mondo, se saremo determinati e coerenti, e sceglieremo di aprirci alla tenerezza e alla verità, diventeremo più forti. Questa forza sarà il dono che potremo fare ai nostri figli e a coloro che amiamo: mostreremo che, con dignità, saremo stati capaci di reinventarci un futuro, da persone libere e fiere.

Le donne imprenditrici  ( o manager ) sanno comprendere meglio le esigenze delle donne lavoratrici?

Sì,  in teoria, anche se ce ne sono ancora troppo poche a guidare aziende medio-grandi. Non credo,  però che la sensibilità su questi temi possa essere solo femminile : è piuttosto un tema di carattere ed equilibrio nel proprio ruolo di capo-azienda. C’è una quota importante di imprenditori e manager che dimostrano, strategicamente con le loro scelte, e umanamente con i loro gesti, che è determinante organizzare il lavoro mettendo le persone al centro. Solo così potremo ricreare “comunità”, mantenendo come principi ispiratori il più alto senso etico, il rigore morale e la meritocrazia. Voglio bene ai giovani, capaci di cambiare gli equilibri dei rapporti tra uomini e donne. Sapranno incontrarsi sul terreno positivo del confronto, al di là delle antiche frustrazioni o competizioni. Ripartiamo da qui. Con coraggio, senso di responsabilità e il cuore spalancato alle possibilità, alle scoperte, alle persone.

Un consiglio ed un augurio a Marina.

Vorrei più tempo per avere cura degli altri, ( familiari,  amici e colleghi ), per riuscire ad ascoltarli e a parlare con loro al di fuori delle circostanze di lavoro. Vorrei anche del tempo per restare in silenzio, leggere e camminare nei boschi.

Un consiglio ed una augurio a LeadingMyself.  

Vi auguro di continuare a pubblicare , oltre alle citazioni  bellissime e cariche di stimoli importanti, anche tante ” storie positive ” che trasmettano speranza!

A cura di Barbara M. @paputtina

 

Marina Salomon, imprenditrice, a 23 anni ha fondato Altana, tra le maggiori aziende europee di abbigliamento per bambini. A 33 anni, ha acquisito Doxa, leader nelle ricerche di mercato, e in seguito Connexia: intorno a esse è nato un importante gruppo di società che si occupano di insights, marketing e comunicazione digitale, controllate dalla holding Alchimia. Marina Salamon dedica inoltre parte del suo tempo a diversi progetti no profit. Le aziende partecipate da Alchimia – e le persone che ne fanno parte – condividono Web of life, un progetto di responsabilità sociale (www.weboflife.com).

twitter: @marinasalamon1   

 

Speranza Scappucci: “Esponiamoci alla bellezza della musica”

Speranza Scappucci, da maestro collaboratore a direttore d’orchestra; possiamo dire che il passo è stato breve?   

Il passo e’ stato naturale, ma alla fine di un lunghissimo percorso di studi e lavoro dietro le quinte durato anni! Dirigere, nel mio caso, e’ il completamento di una lunga carriera che oggi e’ il bagaglio di esperienze che porto con me sul podio.  

Cosa si può fare per continuare ad abbattere certi stereotipi che non vogliono le donne in ruoli prettamente maschili?  

Il talento, la tenacia e la competenza sono elementi che dovrebbero essere messi in luce aldilà del genere, il colore della pelle o l’apparenza. Credo che più i teatri e le istituzioni, anche a livello di educazione nelle scuole e nei conservatori, saranno aperti ad incoraggiare le giovani musiciste, più si arriverà ad una situazione in cui una donna sul podio non farà più notizia. 

La musica può essere messaggera di cambiamento? Se si, come?  

La musica e’ la più nobile delle arti, porta insieme popoli e persone di diverse etnie e razze. Credo che la Musica abbia un potere fortissimo e per questo bisognerebbe sin da piccoli essere esposti alla Bellezza della musica.  

Un consiglio ed un augurio a Speranza. 

Consiglio a me stessa tutti i giorni di andare avanti con umiltà, di studiare in continuazione e non lasciare mai nulla al caso. e di rimanere sempre coi piedi per terra. 

Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself. 

Auguro a tute le lettrici di perseguire il loro sogno, di essere tenaci e non mollare mai!

 A cura di Barbara M.   @paputtina

 

Speranza Scappucci si sta affermando rapidamente come uno dei più interessanti e versatili direttori d´orchestra della nuova generazione. Dopo COSÌ FAN TUTTE e I CAPULETI E MONTECCHI alla Yale Opera, ha diretto STABAT MATER di Pergolesi al Festival di Glimmerglass e nuove produzioni di DON GIOVANNI alla Scottish Opera e alla Finnish National Opera di Helsinki, cosí come NORMA al Teatro Sao Carlos di Lisbona Lisbona. Recentemente ha debuttato in Italia con LA TRAVIATA al Macerata Opera Festival, L´EQUICOVO STRAVAGANTE al Teatro Arriaga di Bilbao, IL TURCO IN ITALIA al Lincoln Center New York e LA CENERENTOLA alla Washington Opera. Tra gli impegni futuri ricordiamo il debutto con LA FILLE DU REGIMENT alla Santa Fe Opera, LA BOHEME all´Opera di Los Angeles, IL TURCO IN ITALIA al Rossini Opera Festival di Pesaro e LA CENERENTOLA all´Opera di Vienna. Nel repertorio sinfonico ha diretto la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra e l´Orchestra Regionale della Toscana con programmi di Mozart, Pergolesi e Rossini. In futuro sono previsti concerti con l´Orchestra Filarmonica della Radio Olandese al Concertgebouw e l´Orchestra della Danimarca del sud. In November 2013 é uscito per Warner Classic il suo primo CD di arie mozartiane con il soprano Marina Rebeka. Speranza Scappucci di é diplomata alla Juilliard School di New York ed al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma. Come pianista e maestro collaboratore ha lavorato per anni al Festival di Salisburgo, al MET di New York, all´Opera di Vienna, alla Chicago Lyric Opera ed al Festival di Glyndebourne, collaborando con direttori come James Lewine, Riccardo Muti e Zubin Mehta.

@speranzascapp

https://www.facebook.com/speranzascappucci

www.speranzascappucci.com

Carla Delfino:” Pensiamo alle cose che ci uniscono, non a quelle che ci dividono”

Carla Delfino, da una laurea in storia dell’arte ad un diploma di giornalismo. Com’è arrivata all’ideazione di un bio repellente per la presenza indesiderata dei topi nelle nostre case? 

Scriveva Engles, “Spesso le idee si accendono l’una con l’altra, come scintille elettriche” ed è un po’ quello che è successo a me. Credo che nella vita la vera fine sia solo quella di un’anima che smette di cercare, di rischiare, di scommettere con sé stessa e di sfidare il destino. In ognuno di noi c’è una scintilla di creatività che se accesa dall’impegno, dalla passione e dalla dedizione, può diventare una grande luce.  In tutta la mia vita non c’è mai stato nulla di facile, di regalato. Tutto ciò che ho realizzato, mi è costato tanta fatica, tanto sacrificio e tante rinunce. Più la sfida è difficile, più io mi ci sono impegnata, non sempre la vinco, ma quando capita la soddisfazione è enorme e ti ripaga sempre.  Non bisogna calcare le vie percorse da altri, nè camminare sulle strade semplici, questo oggi non paga più. Ciò che è facile è banale ed accessibile a tutti. Nel marketing si dice che quando qualcosa ti viene offerta gratis, la merce sei tu. Di contro è la complessità, l’innovazione, il pensiero creativo unito alla tecnologia e all’intuizione che ti rende unica e quindi interessante per il mercato.  Quindi, dopo una vita da imprenditrice in un altro campo, un giorno una semplice richiesta da parte di un cliente, mi ha fatto incontrare il mondo dei topi (animali dalle risorse sorprendenti, fra l’altro!). Il cliente voleva trovare un prodotto non tossico e efficace per liberarsi di questi fastidiosi animali. Dopo una approfondita ricerca mi sono resa conto che non esisteva nulla del genere, ma che il mercato che si sarebbe aperto presto in Europa, grazie alle nuove normative molto restrittive verso i veleni tossici ed inquinanti, era davvero interessante. Ho pensato di iniziare a studiare per creare io un repellente che potesse funzionare senza essere pericoloso per le persone, gli animali e l’ambiente. Da storica ho guardato nel passato, quello che usavano gli antichi (dagli egizi, ai cinesi, dai pellirossa agli indiani) e poi ho ritenuto che non fosse sufficiente, e quindi ho inserito tanta bio-tecnologia e ricerca attuale in una formula che pur essendo a base di oli essenziali ed elementi naturali è una vera “bomba atomica” per i topi. I topi non vengono uccisi, ma fuggono via, tenuti lontani dal profumo di ScappaTopo, il repellente a base di oli essenziali e granuli di mais, che dopo tanti anni di ricerca, di test, di investimenti, di collaborazione con le Università di Roma e di Napoli e vari esperti, ho finalmente brevettato. ScappaTopo è una gran bella sfida vinta. La mia soddisfazione più grande è sentire i clienti che ti dicono, “Ma lei non ci aveva detto che funziona in modo così straordinario”. Mi piace il loro stupore nell’aver ottenuto molto più di quello per cui hanno pagato. L’esatto contrario di ciò che accade di solito. Mi piace stupire con le qualità straordinarie di ScappaTopo. Credo che si debba offrire un prodotto eccellente, che rechi in sé il rispetto per il cliente. Non ho iniziato a fare questo mestiere per diventare ricca, ma per creare qualcosa che non c’era e per risolvere un grande problema. ScappaTopo funziona. E’ un prodotto eccezionale, perché deve risolvere un problema eccezionale: quello di avere un topo a casa, che è un evento sconvolgente, che deve essere risolto immediatamente e senza conseguenze.

Ha vinto il Cartier Women’s Initiative Awards 2014 (e le facciamo i nostri complimenti) e per la prima volta ad ottenere l’ambito riconoscimento è stata un’azienda italiana; cos’ha rappresentato per lei questo successo e cosa per l’imprenditoria femminile italiana?

La mia partecipazione, la selezione fra le tre finaliste per l’Europa e poi il 16 ottobre 2014 la vittoria del Premio Cartier Women’s Initiative Awards, in Francia, è stata un’esperienza incredibile. E’ la prima volta nella storia del premio che viene selezionata un’imprenditrice italiana fra le finaliste. A maggior ragione è la prima volta che un’italiana vince il Premio. Sono pervenute 1900 domande quest’anno da tutto il mondo, e alla fine solo 6 imprenditrici con un’idea innovative e di impatto sociale, hanno meritato il premio, una per ogni continente. Io l’ho vinto per l’Europa. E’ stata una grande emozione salire su quel palco, in mezzo a migliaia di donne del Women’s Forum, fra le più importanti managers del mondo. E’ stato un percorso molto impegnativo, di duro lavoro, per soddisfare tutti gli adempimenti richiesti. Ci ho lavorato per 6 mesi coadiuvata da una coach che il premio mi ha messo a disposizione, una donna fantastica, che mi ha insegnato tantissimo. Oggi io mi sento parte della grande famiglia della Maison Cartier e loro con me sono adorabili. Per il mio compleanno mi hanno invitato a Milano, con il Presidente di Cartier Europa, per incontrare 5 direttrici dei più importanti giornali femminili italiani; mi hanno messo a disposizione il loro efficientissimo ufficio stampa, mi hanno fatto apparire in decine e decine di articoli; mi continuano a sostenere sempre. E’ una sensazione molto bella, non riesco a pensare ad altro, per descriverla, che a far parte una famiglia. Naturalmente il Premio prevede anche un anno di coaching da parte di McKinsey, un riconoscimento in denaro e l’inserimento a vita del loro network, che è davvero, per me la parte più preziosa ed importante. Le persone che collaborano, dalla giuria, ai coach, non sono retribuite, sono dei volontari, di solito professionisti internazionali molto quotati che dedicano alle imprenditrici innovative di tutto il mondo un po’ del loro tempo per aiutarle ad orientarsi sul mercato. E questo è un plus davvero impagabile.

Gli esempi sono utili per capire; cosa si sentirebbe di consigliare alle nostre lettrici per non arrendersi mai?

Credo che ogni donna sappia cosa vuol dire non arrendersi mai, chissà quante volte lo ha fatto nella sua vita, per un figlio, per un genitore, per un uomo. Le donne non accettano un no per risposta, invece credono e lottano, e accettano di pagare qualsiasi prezzo per salvare l’oggetto del loro amore. Ecco è questo che le imprenditrici fanno, amano la loro azienda come un figlio, e per loro mai nessun sacrificio è grande o gravoso. Chiedete ad una madre delle rinunce ha fatto per i figli, non le ricorderà nemmeno. Credo che le donne abbiano nel loro DNA, la forza incredibile della flessibilità, dell’adattamento, del guardare più lontano. Che un uomo non ha. Un uomo è rigido nei suoi principi, una donna no. Essere rigido è essere fragile, come un cristallo. La donna è morbida, la donna si adatta, si forgia, si trasforma. Credo che oltre alla nostra flessibilità la donna oggi, se vuole davvero andare avanti nella propria vita e nella propria professione, debba essere brava, debba studiare, debba impegnarsi, si debba regalare il dono del sacrificio, che ti rende forte. Il comodo rende molli, la fatica ti tempra. Non pensare tanto non ce la farò mai. No. Essere forte costa, sapere costa, essere unici costa. Ma poi, cosa quale è la meraviglia che ti si offre in cambio?

Un consiglio ed un augurio a Carla  

Carla ha un mondo nel suo cuore, l’augurio è che possa sempre sentirlo e farlo comprendere agli altri. Il consiglio è di non pensare di essere indispensabili ed indistruttibili, perché nessuno di noi lo è. 

Un consiglio ed un augurio a LeadingMyself  

Il consiglio è pensare che le cose non vanno mai sempre male e non vanno mai sempre bene. Essere preparate alla vita, che a volte ti tira su ed a volte giù, ma tu devi sempre rimanere te stessa, non pensare che avere più o meno cose, possa cambiare chi sei dentro. Le cose sono cose, che non ci portiamo dietro quando lasciamo questa terra, l’unica cosa che ci portiamo via con noi è l’amore che abbiamo dato e che abbiamo ricevuto. E’ l’unica energia inesauribile dell’universo che ci è dato conoscere. E puntare sull’amore è sempre una bella mossa.

Un augurio di cuore è che in questi giorni di smarrimento, vorrei che pensassimo alle cose che ci uniscono e non a quelle che ci dividono, per cercare di trovare un dialogo e creare un futuro di pace per i nostri piccoli.

L’ultimo consiglio, alle amiche di LeadingMyself è di leggere (o rileggere) la meravigliosa poesia “SE” di Kipling. Ti dà la misura dell’essere umano.

A cura di Barbara M.  @paputtina

 

Carla Delfino è nata a Siracusa, si è laureata in Storia dell’Arte all’Università La Sapienza di Roma e ha conseguito un diploma in giornalismo alla Luiss-Prodeo; dopo aver vinto le borse di Studio della Rotary Foundation e  della Meadows Shool of Arts, ha frequentato il Master in Fine Arts alla SMU di Dallas, USA. Al suo rientro in Italia ha lavorato a Siracusa per diversi anni nella società di ingegneria elettrica fondata dal padre a Siracusa. Nel 1996 ha fondato a Roma, dove si era nel frattempo trasferita, la sua prima azienda Imperial Emporium, che si occupa di realizzare macchine per controllare il denaro, con una sede anche a Hong Kong. Nel 2012 ha fondato lmperial Europe, una start up innovativa per ricercare e produrre repellenti naturali non tossici e non inquinanti per liberarsi di animali molesti, senza uccidere e ad impatto ambientale zero. Nel 2014 ha ricevuto molti premi per Scappatopo, il Bio-repellente che tiene lontani i topi in modo eco-sostenibile e naturale: il Premio Donna Forza 8 della Regione Lazio; il Premio UpStart della Confindustria di Salerno; il Premio IITWIIN come la donna più innovativa dell’anno; il Premio Idea Innovativa della Camera di Commercio di Roma, ed il più prestigioso:  Cartier Women’s Initiative Awards, consegnato a Parigi, per la prima volta ad una imprenditrice italiana, per l’azienda  dal più alto valore sociale ed innovativo d’Europa.  Fa parte di molte associazioni culturali, fra cui l’Accademia Italiana della Cucina ed il FAI. Ama l’arte, il cinema, viaggiare ed andare in bicicletta.  www.scappatopo.it