“Troppo, basta qualche volta alle donne.” (Edmond e Jules de Goncourt)
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“Troppo, basta qualche volta alle donne.” (Edmond e Jules de Goncourt)
Mi sono resa conto che noi Donne della Polizia di Stato (dal 1961) siamo delle precorritrici nell’affrontare e risolvere i problemi che nascono dal momento in cui entri a far parte di una forza di polizia e contemporaneamente cerchi di avere una qualità della vita “soddisfacente” per te e la tua famiglia; io mi ritengo molto fortunata in quanto già da qualche anno la mia amministrazione si preoccupa di garantirla attraverso seminari, training, eventi formativi professionali e non, che appunto mirano a garantire questo “benessere” a 360° del personale femminile.
Nel perseguire tali intendimenti, già solo nella mia Direzione Centrale Polizia Criminale sono stati organizzati: Corsi Teorici Pratici di protezione Personale, un Convegno per la prevenzione del tumore al seno e papilloma virus Corsi di Comunicazione personale e Team Building, Corsi di lingue etc tutte iniziative che per certe colleghe in altre Forze di Polizia sono ancora “fantascienza” purtroppo.
D.I.S. Vuole essere quindi una spazio aperto e di condivisione dove le questioni relative al lavoro e alla famiglia, alla vita culturale e sociale, verranno discusse ed elaborate. Una fucina comune dove ogni donna potrà esprimere il proprio pensiero in piena libertà e senza condizionamenti di qualsivoglia natura. L’iniziativa ,così come concepito dalle poliziotte che lo hanno costituito ( io e la mia collega Carmela Iovine), vuole proiettarsi nel sociale, aprendosi anche alle istanze che provengono dalla società civile.
L’Obiettivo principale Infatti è quello di promuovere la partecipazione delle donne del Dipartimento di P.S. e nelle altre forze di Polizia nella società, affinché il loro impegno fattivo contribuisca a rafforzare l’immagine della Polizia di Stato e delle altre forze – a volte erroneamente concepita solo come istituzione preposta alla prevenzione e repressione dei reati e alla conservazione dell’ordine pubblico – ponendo l’accento sul fatto che essa svolge un importante ruolo sociale che è quello di stare vicino alla gente comune per recepirne le istanze, anche quelle che investono sfere diverse dai compiti istituzionalmente assegnati ai poliziotti.
D.IS. In tale ottica intende relazionarsi anche con il mondo esterno alla Polizia di Stato, rivolgendo la sua attenzione alle istanze sociali che provengono soprattutto dalle donne, dagli anziani, dai minori e in generale dalle fasce più deboli della società, privilegiando l’informazione relativa alla salvaguardia dei diritti ed alla difesa da ogni tipo di violenza, fisica e psicologica, vengono pertanto periodicamente organizzati e partecipati incontri tematici tesi al confronto con associazioni che operano nel sociale (Associazione Margot, Associazione Pagaie Rosa, etc) per un arricchimento reciproco di esperienze da trasfondere nella società civile.
Infine non viene trascurato l’aspetto ludico attraverso specifici corsi di teatro e le cui rappresentazioni hanno consentito di raccogliere in poco tempo, considerando che eravamo tutti neofite, circa 50.000 euro devoluti totalmente in beneficenza ad associazioni che si occupano in particolare della cura di bambini affetti da malattie genetiche .
Roberta Tarsitano email: rtarsitano@gmail.com
https://twitter.com/robertatarsitan
https://www.facebook.com/DonneInSicurezza
“Se non ci si confronta con nessuno, diventiamo ciò che siamo.” (
PWA Milan: le donne protagoniste del mondo economico.
Professional Women’s Associaton Milan (PWA) è un’associazione senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di aiutare le donne nella loro crescita professionale tramite il networking con altre donne manager e professioniste, lo sviluppo di competenze e il mentoring. L’associazione attrae donne con un background professionale prevalentemente internazionale, provenienti da settori molto diversi e a vari livelli della loro carriera. Due associate su tre sono italiane. L’inglese è la lingua utilizzata da tutte.
Sono molte le iniziative di cui PWA è promotrice, alcune dedicate alle sole associate, altre aperte anche alle ospiti:
– Ready for Board
PWA è organizzatrice dell’importante iniziativa Ready-for-Board Women che ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle Parti Opportunità, distinguendosi nello stabilire una lista di donne manager e professioniste qualificate pronte ad essere chiamate a sedere nei migliori consigli di amministrazione italiani.
– PWA Mentoring Program
Pianificare la propria carriera e crescere grazie alla guida e all’esempio di altre donne che “ce l’hanno già fatta”.
E’ questo l’obiettivo del programma di mentoring offerto da PWA Milan, gratuito per le associate, realizzato in forma volontaria da professioniste e dirigenti di alto profilo che mettono a disposizione il loro tempo e le loro competenze per sostenere altre donne a raggiungere i propri obiettivi di carriera. Una grande novità è data dalla possibilità di scegliere tra la formula mentoring “1 a 1” o mentoring di gruppo (con un massimo di 5 persone per gruppo).
Oltre al consueto programma di Mentoring, partirà nel 2015, il ME-TOTEM Project, un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dell’uguaglianza di genere nelle decisioni economiche. Nato da un’idea di PWA Milan, coinvolgerà 8 paesi europei (Italia, Belgio, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna e Regno Unito) e sarà realizzato in collaborazione con PWI Bruxelles e PWN Global.
Diversi ed importanti sono gli obiettivi che questo progetto si prefigge di raggiungere:
– I networking aperitivo:
Gli oramai famosissimi networking aperitivo di PWA Milan hanno lo scopo di aiutare le donne professioniste e manager a fare rete: aperto sia alle associate che alle ospiti, radunano una volta al mese centinaia di partecipanti. Lo scopo non è solo quello di scambiarsi i bigliettini da visita ma di permettere a chi partecipa, di confrontarsi con altre donne di alto profilo ed esperienza in un ambiente internazionale (la lingua ufficiale per conversare è l’inglese).
Ogni appuntamento è caratterizzato anche da un mini-workshop su temi utili in ambito lavorativo.
Per conoscere tutte le iniziative di PWA Milan, consultate il calendario degli eventi sul sito dell’associazione.
Era il gennaio 1998. Stavo vivendo i primi mesi di vita di mia figlia, le sere si trasformavano in incubi di ore in cui nulla sembrava poter consolare il pianto disperato di mia figlia. Con Ernesto, mio consorte e papà di Giulia, ci siamo collegati, pieni di speranza, ad internet.
Tutto si può trovare su Internet, ci dicevamo speranzosi e ammaliati dall’arrivo del web anche in Italia.
Sì, è vero, potevamo trovare di tutto, meno che informazioni sulla maternità e la pediatria in lingua italiana. Trovavamo solo interessanti ma altrettanto inutili per noi, in quel momento, informazioni dedicate allo svezzamento dei pappagallini…In America c’erano newsgroup e forum sul tema ma la lingua (per me) e un approccio alla maternità completamente diverso, mi impediva di trovare conforto o utili consigli.
Così mi venne l’idea di aggregare i genitori naviganti italiani (molto pochi all’epoca) affinché potessero lasciare le loro preziose informazioni ad aiuto e sostegno di altre disperate come me! Ora come allora chi visita Mammeonline è in cerca di informazioni serie e autorevoli, per quanto riguarda il portale, di scambi di esperienze e sostegno vicendevole, nonché consulenze di esperti gratuite, per quanto riguarda la parte di blog/forum.
C’è una cosa che non è cambiata e non cambierà mai, almeno finché la specie non si evolverà verso sistemi differenti di riproduzione: il bisogno estremo e compulsivo di confronto e sostegno sulle tematiche riguardanti la gravidanza, il parto e la cura dei figli, la loro crescita, l’educazione. In così tanti anni di vita non siamo state solo mamme in cerca di conforto e confronto ma siamo divenute anche gruppo di pressione sociale. Ci siamo mosse compatte in occasione dell’approvazione della famigerata Legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, uno schiaffo in faccia e una penalizzazione intollerabile delle coppie con problemi di infertilità, una legge confessionale che ha calpestato i diritti delle persone e, in particolare, ha calpestato senza ritegno la tutela della salute della donna.
La mobilitazione di tutte le mammeonline affinché i media dessero il giusto risalto alla tremenda esperienza vissuta dalle coppie italiane adottive in Congo conclusasi felicemente, il 28 maggio 2014, con l’arrivo dei bambini dal Congo, con un volo di Stato.
Ora siamo molto attente a tutte quelle tematiche che riguardano i diritti e la salute delle donne e dei bambini. Vogliamo una corretta applicazione della L. 194/78: il diritto degli obiettori non può essere maggiore del diritto delle donne di decidere del loro corpo e della loro salute, fisica e psicologica.
Ci stanno poi molto a cuore le tematiche relative alla conciliazione lavoro/famiglia, c’è ancora tanto da fare.
Creare un welfare che permetta alle donne di mantenere con dignità l’occupazione sia in caso di nascita dei figli o di malattie e vecchiaia dei genitori in famiglia. Tutti questi problemi si riversano sulle spalle delle donne alle quali non è riconosciuto alcun merito, anzi. Ogni attività al femminile è una corsa ad ostacoli, trovo questo modo di dover vivere la vita profondamente ingiusto. Siamo focalizzate su temi quali il bullismo, cyber bullismo e sexting e ai pericoli cui vanno incontro, spesso inconsapevolmente i nostri figli e figlie e alla necessità di educare in primis i genitori e poi i bambini/ragazzi ad essere attenti nell’uso di sistemi che tendono ad usarti piuttosto che essere usati. Teniamo alta l’attenzione sui temi relativi all’educazione sessuale ed affettiva per le nuove generazioni, la rieducazione al rispetto reciproco, la resistenza alle violenze sulle donne e sui bambini in un momento sociale in cui sembrano esacerbarsi i ruoli di genere come fossimo in guerra. Una guerra contro le donne che si traduce in femminicidio nei casi più estremi e che purtroppo coinvolge, in questa violenza, anche i figli che restano traumatizzati psicologicamente o divengono loro stesse vittime di atti di figlicidio.
Ultima ma non ultima, la scuola pubblica e il rilancio degli investimenti in educazione e cultura per le nuove generazioni.
Oggi Mammeonline.net, un portale che raccoglie 215000 visitatrici uniche mensili e che vanta oltre 40mila utenti iscritti ai forum.
Ma non mi sono mai fermata, perché ho bisogno sempre di dare concretezza a nuove sfide e tra le tante esperienze vissute in questi anni nel web c’è stata anche la creazione della casa editrice Mammeonline (www.casaeditricemammeonline.it), oggi gestita e diretta da Donatella Caione: un progetto entusiasmante che ha coinvolto la community con l’intento di sostenere le attività dell’allora associazione e che ora prosegue l’attività di pubblicazione con sempre lo stesso entusiasmo e le stesse difficoltà di allora. E’ un’eterna lotta con giganti dell’editoria che sfornano centinaia di titoli ogni anno, contro una scelta curata e amorevole di testi e illustrazioni che tenga conto con attenzione e massima cura dei destinatari di queste produzioni.
Infine nel gennaio 2014 è nato il sito CuciniAmO (http://cuciniamo.mammeonline.net ), un blog collettivo di ricette e racconti in cucina, dove ho trasferito l’enorme e preziosa raccolta di ricette e condivisione di racconti sviluppatasi in questi 16 anni del forum Ricettario (http://www.mammeonline.net/phpBB3/ricettario.html) su Mammeonline.
Il tema che ci unisce è la cucina fatta con amore per i nostri cari. Come mamme sappiamo quanto sia importante il rapporto che si instaura tra noi e i figli tramite il cibo. I bambini sono dei fantastici sperimentatori, osservatori impietosi, indagano sin da piccolissimi qual è il nostro rapporto col cibo e da noi imparano come reagire ai piatti che vengono loro proposti. Insieme da anni ci scambiamo ricette, consigli, sperimentazioni per riuscire ad essere fantasiose in cucina e preparare con gioia e amore i piatti per i nostri cari. Ora ogni cuoca ha il suo blog personale, le sue ricette sono votate e commentate, condivise nei social network e tutto ciò ci rende più leggero e divertente l’impegno quotidiano di cucinare per la famiglia. Magari anche velocemente visto che la maggior parte di noi è costituita da donne che lavorano e che devono conciliare le necessità di lavoro e famiglia senza uscirne con le ossa rotte.
Vuoi sapere se ho nuovi progetti in cantiere? Ma certo, come sempre, però è ancora presto per parlarne 🙂
Debora Cingano
Cosa ci piace della diversità di genere? Cosa porta beneficio a tutti e ci fa essere grati alle donne per il contributo che danno a una leadership migliore?
La mia risposta è semplice: dalla diversità di genere viene una spinta quasi inesorabile a uscire da quella che chiamiamo “zona di comfort” ovvero zona di comodità. Cos’è la zona di comfort? Cosa c’entra, poi, con le donne e la leadership?
Ho più volte avuto modo di dire che il cervello degli esseri umani, il nostro cervello, si è formato nel corso di molte migliaia di anni. È ancora lo stesso cervello che ci aiutava, quando vivevamo nelle savane e in piccoli gruppi familiari, a riconoscere il pericolo che ci veniva presentato negli incontri con altri esseri umani o con animali. In quelle circostanze, la nostra priorità era decidere, in una frazione di secondo, se accogliere l’essere vivente che avevamo di fronte, oppure scappare, o infine contrattaccare. Quello che in inglese si chiama “fight or flight” dilemma, il dilemma se combattere (“fight”) o fuggire (“flight”).
Se oggi siamo ancora vivi e non ci siamo estinti è anche una conseguenza di alcuni tratti che il nostro cervello ha sviluppato in queste migliaia di anni.
Ne cito due:
Con il pregiudizio di somiglianza, si è formata anche quella che chiamiamo zona di comfort. Si tratta di un insieme di situazioni e comportamenti, nei quali il nostro cervello si sente comodo, a proprio agio. La zona di comfort è, per l’appunto, comoda, gradevole. Ci sentiamo a nostro agio perché siamo tra persone simili a noi, in luoghi che ci sono familiari, siano luoghi fisici, reali, oppure anche luoghi metaforici, condizioni d’animo.
Allo stesso tempo, tuttavia, rimanere troppo a lungo nella zona di comfort ci impedisce di progredire. Se proviamo uscire dalla zona di comfort, ci pervade, anche se in modo inconsapevole, una paura profonda. È quella stessa paura di morire che avevamo, migliaia di anni fa, di fronte al dilemma se scappare o fuggire.
Quando però riusciamo, anche solo per poco o di poco, a uscire dalla zona di comfort, dopo un disagio iniziale, la nostra zona di comfort mostra una proprietà prodigiosa: si allarga e ci raggiunge di nuovo, cresce insieme a noi. Una volta allargata, ci permette di trovarci a nostro agio in situazioni nuove e diverse, che prima ci facevano paura. Ci fa crescere e imparare nuovi comportamenti e capacità, ci fa raggiungere nuovi obiettivi, ci fa cambiare per il meglio.
Ecco uno straordinario contributo che più donne in posizione di leadership ci dànno. Il nostro cervello, anche quello delle donne, è abituato a vedere uomini in ruoli di leadership. Quando, per fare un esempio oggi semplice da riconoscere, ma una volta difficile da immaginare, grazie alla applicazione della cosiddetta legge Golfo-Mosca, i soci delle aziende italiane pubbliche o quotate si sono visti nella condizione di aprire i loro consigli di amministrazione, sono stati spinti a fare un grande passo fuori dalla zona di comfort e, per vincere la loro paura, hanno cominciato a scegliere le nuove consigliere con criteri professionali, merito e competenza, ben più rigorosi che in precedenza. Si sono poi accorti che le donne così scelte eran migliori, e di molto, di tante persone, in larga parte uomini, scelte in precedenza.
Lo stesso accade in qualsiasi gruppo di persone dove un genere è in larga maggioranza. Introdurre individui del genere meno rappresentato porta tutto il gruppo, dopo uno smarrimento iniziale, ad allargare la propria zona di comfort, a crescere, a imparare comportamenti e capacità nuovi.
Il confronto, lo scambio di punti di vista, fra generi diversi ci aiuta a uscire dalla zona di comfort in molti modi. Quando accade, porta beneficio e frutto per tutti. Impariamo a non averne paura, o, meglio, a convivere con un iniziale senso di smarrimento e a superarlo rapidamente per un cambiamento efficace, positivo e durevole.
Tommaso Arenare
Tommaso Arenare, in Egon Zehnder dal 2004, svolge attività di consulenza ai clienti in materia di valorizzazione della leadership, funzionamento efficace dei Consigli di Amministrazione, CEO succession ed Executive Search, con una specializzazione su banche retail e di investimento. Tommaso si focalizza sui benefici della diversità di genere nella Corporate Governance e nei Consigli di Amministrazione (è un fondatore di «In the Boardroom», corso di formazione non profit leader in Italia destinato ai membri dei consigli di amministrazione, e ha introdotto l’hashtag #diverseboards su Twitter), e aiuta i clienti superare pregiudizi e luoghi comuni inconsapevoli quando si parla di «carriera». Prima di entrare in Egon Zehnder, Tommaso ha trascorso nove anni nel Corporate & Investment Banking, inizialmente con HSBC a Milano, quindi con Citigroup a Milano e Londra, e, successivamente, nel team di Equity Capital Markets di JP Morgan, con un focus su operazioni di quotazione, aumenti di capitale ed emissioni di obbligazioni convertibili per clienti italiani. Tommaso Arenare ha una laurea con lode in Economia Aziendale dall’Università Bocconi, è dottore commercialista abilitato e revisore dei conti, ed ha un’International Executive Programme di INSEAD. Sposato con Francesca, con due figli, Benedetta (2005) e Riccardo Giorgio (2007).
Il dialogo con Tommaso continua in Open Thingking, il suo blog che si trova su www.tommasoarenare.com, su twitter (@tommaso_arenare), o sulla sua pagina Egon Zehnder (http://www.egonzehnder.com/consultant/tommaso-arenare.html)