I bambini devono essere felici. Non farci felici…

Ci siamo conosciute fra i banchi dell’Università il primo giorno in Bicocca e l’esserci presentate e il diventare amiche è stato istantaneo. Un’affinità elettiva, che ci ha portato tra montagne di libri e una sintonia rara a voler affrontare insieme una grande sfida: aprire il nostro studio di consulenza familiare a Milano nel 2009 (in via Eustachi 20). Siamo pedagogiste felici di esserlo! E nel nostro studio affianchiamo e sosteniamo ogni giorno in particolare genitori che hanno bisogno di consulenze per affrontare piccoli e grandi difficoltà quotidiane legate all’educazione e alla crescita dei propri bambini. Un aiuto concreto per migliorare la qualità della vita familiare in uno spazio pensato per i grandi che hanno voglia e bisogno di avere un altro punto di vista e di capire il perché di certi comportamenti a volte incomprensibili per noi adulti.

Per far conoscere il nostro lavoro in studio, trasmettendo la passione che ci anima, abbiamo aperto una pagina fb nel 2011: l’idea di rendere popolare e simpatica la pedagogia sembrava una sfida impossibile. Ma invece di cercare idee straordinarie, abbiamo scelto di fare quello che sappiamo fare meglio: parlare con semplicità e professionalità di pedagogia per la vita quotidiana. E questa scelta ci è valsa il titolo di “pedagogiste 2.0”! Ogni giorno pubblichiamo consigli, riflessioni e indicazioni pratiche per vivere con serenità e capire sempre di più i bambini e per togliere incertezze nel quotidiano rapporto con i figli, i loro quesiti, spesso giganteschi, e le loro fantasie, sempre poetiche. La nostra pagina è generosa di risposte e riflessioni che risvegliano la sensibilità di chiunque abbia a che fare con i bambini e aiuta a scoprire quanto numerose sono le cose che già si sanno e ne svela di nuove. I nostri colorati appuntamenti quotidiani – le illustrazioni sono di Elisabetta – sono stati definiti “aforigli”, un   evocativo incrocio tra aforismi e consigli, e hanno dato origine a una collana di libri edita dalla Casa Editrice Edicart che ha superato ogni aspettativa di vendita. In questi libri si incontrano due differenti linguaggi: quello delle immagini, rivolto ai bambini, e quello delle parole, dedicato agli adulti. I due mondi si trovano così uniti a regalare a grandi e piccoli preziosi momenti di crescita e di condivisione.“I bambini devono essere felici. Non farci felici…” è il primo volume della serie, ma tra pochissimo arriverà il secondo volume…

copertina

E poi collaboriamo con l’ambulatorio pediatrico del Centro Culturale san Fedele di Milano, dove offriamo supporto e consulenze a italiani indigenti e stranieri in difficoltà; abbiamo una rubrica quindicinale sul settimanale Starbene, collaboriamo come esperte con diversi settimanali nazionali – Donna Moderna, Gioia, Confidenze – abbiamo scritto una collana di fiabe sulle emozioni, facciamo supervisione in nidi e scuole materne… Insomma, abbiamo cercato di capire quello che volevamo ed eravamo capaci di fare e ci impegniamo ogni giorno per farlo al meglio con la nostra professionalità, il nostro carattere, inclinazioni e le nostre emozioni…

Elisabetta Rossini e Elena Urso  https://www.facebook.com/ConsulenzaFamiliareRossini.Urso

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“La musica sa andare oltre le disabilità”

Sono Francesca Raimondi, sono nata a Voghera (PV) nel 1983 e lavoro come insegnante di musica.

Fin da piccola ho sempre amato  la musica, la lettura, la scrittura ed i bambini :  a 4 anni il mio brano preferito era la Primavera di Vivaldi, a 5 ascoltavo e riascoltavo le canzoni dello Zecchino D’Oro imparando a memoria tutti i testi soprattutto nelle varie lingue straniere, ed a 9 anni ho iniziato a suonare il violino. Intorno ai 10-11 anni mi piaceva organizzare, in vacanza al mare, giochi e piccoli spettacoli coinvolgendo tutti i bambini della spiaggia, e poco dopo mi sarebbe piaciuto fare la baby sitter.

Nello stesso periodo ho iniziato a tenere un diario ed a scrivere poesie, pubblicando il mio primo libro a 15 anni, anno in cui, in una libreria di un paesino sardo, ho trovato il romanzo “Una bambina” di Torey Hayden, psicologa americana esperta in educazione speciale. Quel libro mi ha cambiato la vita, letteralmente : Torey (che in seguito ho avuto modo di conoscere di persona in Italia) trasmetteva una passione per il lavoro con i bambini “speciali” tale da “folgorarmi”, e farmi capire che da grande avrei voluto diventare come lei , insegnante per bambini con disabilità.

… E forse ci sono riuscita , visto che da alcuni genitori vengo definita “la maestra dei miracoli”, la stessa definizione data a Torey Hayden ….. anche se io mi ritengo solo una persona che ama il suo lavoro e lo svolge con impegno.

Tra i 18 ed i 26 anni pensavo, in realtà, che  nella vita avrei fatto la concertista : il violino era la mia vita, frequentavo il Conservatorio, suonavo in pubblico e partecipavo ai concorsi, pur consapevole del fatto che questa passione era “esplosa” troppo tardi, dopo anni di lezioni di violino “subìte”, e che dopo una certa età fosse quasi impossibile raggiungere il livello richiesto per svolgere una carriera concertistica in particolare, come sognavo io, come musicista solista. Parallelamente, infatti, ho incominciato anche a lavorare con i bambini … “speciali” …. A 20 anni sono stata accettata come volontaria in una scuola per alunni con gravi disabilità, ho conosciuto Cecilia, la “mia” prima bambina, che a 7 anni aveva lo sviluppo cognitivo di una bimba di 12 mesi … e mi sono innamorata di quel lavoro!!! In pochi mesi sono riuscita non solo ad instaurare un rapporto significativo con tutti i bambini che seguivo, ma anche ad ottenere con loro risultati importanti in termini di miglioramenti e sviluppo delle loro competenze, agendo molto di istinto, commettendo vari errori , ma, non so come, anche a sostenere il loro processo di crescita ed a migliorare la loro qualità della vita, con tanta convinzione ed amore, credendo sempre nelle loro potenzialità.

Come ho raccontato nel mio secondo libro (Farfalle senza ali,  Armando editore 2006). Allora “funzionavo” così, per prove ed errori, guidata più dalla passione che da una reale preparazione … ma avendo appena iniziato l’Università (Psicologia dello Sviluppo, ovviamente), forse non avrei potuto fare di più. Tra il 2004 ed il 2014 ho lavorato sempre, durante l’estate ma saltuariamente anche in altri periodi dell’anno, come educatrice in vari campi- prima infanzia, minori, adolescenti, disabilità complessa, sindromi genetiche, autismo- “specializzandomi” nel corso del tempo nell’area della disabilità grave, soprattutto nell’ambito delle sindromi genetiche rare, e dell’autismo. Tra il 2009 ed il 2010 ho conseguito sia il diploma in violino sia la Laurea Specialistica in Psicologia, e poco dopo anche, con lode, l’abilitazione al metodo didattico CML, derivante del metodo Suzuki, per insegnare musica ai piccolini dai 6 mesi ai 5 anni. Intanto mi capitava, invitata da associazioni ed enti, di tenere laboratori di musica, e nel 2009 ho avuto i primi allievi di violino e pianoforte, alcuni molto piccoli ed altri con disabilità.

E da lì ho iniziato a riflettere …..Che cosa volevo fare DAVVERO nella vita? Che cosa mi riusciva MEGLIO? Ormai accantonato il sogno di diventare violinista, per “raggiunti limiti di età”, avevo continuato però a suonare ed, appunto , insegnare, nonché lavorare con i bambini con difficoltà, studiare testi inerenti tale argomento e pensare ….. pensare a come avrei potuto unire TUTTO questo!!!

I primi allievi con disabilità sono stati Elisa, che in 6 mesi nonostante gravi difficoltà motorie ha imparato diversi brani alla tastiera, e Filippo,  3 anni, con una sindrome genetica rara e tratti autistici, che ha partecipato al suo primo saggio con gioia ed un’attenzione notevole date le difficoltà e l’età ed ha sviluppato una grande passione per la musica. Solo allora mi sono accorta che … Sì, poteva funzionare … era QUESTA la mia strada!

Insegnante di musica per bambini piccoli, ma anche allievi un po’ più grandi, anche con disabilità. NON MUSICOTERAPEUTA, ma INSEGNANTE : io INSEGNO, e questo dev’essere chiaro. NON faccio TERAPIA, NON GUARISCO NESSUNO.

Il mio scopo è quello di insegnare   A SUONARE UNO STRUMENTO anche a chi, per ragioni che non condivido e non mi sono chiare, è considerato “non capace di apprendere, tantomeno uno strumento musicale”. Invece con il mio lavoro ho scoperto e SONO IN GRADO DI DIMOSTRARE ( dati alla mano …. Con tabelle, grafici, e piccole “ricerche” su ogni allievo) che TUTTI POSSONO IMPARARE A SUONARE. Che la musica NON GUARISCE, NON CURA …. Ma aiuta A CRESCERE, EDUCA e dà uno scopo, un obiettivo ed una PASSIONE a tutti, INDIPENDENTEMENTE dalle loro difficoltà o meno.

Nel frattempo, sto accumulando esperienza nel campo, utilizzo anche metodologie comportamentali per favorire l’apprendimento della musica (tecniche /metodologia ABA per la quale inizierò la formazione “istituzionale” quest’estate),  e coinvolgo tantissimo le famiglie, infatti i genitori degli allievi partecipano alle mie lezioni e lavorano a casa con i loro  bambini, aiutandoli a studiare quotidianamente e, in alcuni casi, mettendosi a studiare uno strumento anche loro. Ho aperto  a Voghera (PV) una piccola scuola che in realtà è il mio studio in cui sono l’unica insegnante, ho allievi sia normodotati sia con disabilità, la cui età varia dai 6 mesi appena compiuti ai … 75 anni…, ed ho fondato un’orchestra di violinisti tra i 3 ed i 10 anni, che ha già partecipato a concerti e concorsi ed in cui i giovanissimi musicisti con disabilità suonano esattamente come tutti gli altri.

Il mio  lavoro mi riempie la vita, mi entusiasma, mi emoziona e qualche volta mi fa commuovere!! Non mi sento “arrivata” e spero di continuare ad imparare, aggiungere esperienze e competenze e migliorare sempre. Ma nel frattempo posso dirmi soddisfatta della mia vita e nel futuro vedo ancora tanti bambini che potranno crescere con la musica ed amare la pratica strumentale … perché la musica è gioia.

 

EMAIL francesca.raimondi83@gmail.com

FACEBOOK https://www.facebook.com/fraimondi2

TWITTER @FraRaimondi

BLOG http://musicaegioia.blogspot.it

Familywelcome: per continuare a esistere come donne.

Dal marketing internazionale all’esperienza di diventare madre. Appena è nato il bambino mio marito è stato trasferito per un anno in Spagna. Ho quindi deciso di chiedere un anno di maternità per seguirlo per stare insieme accanto al piccolo che era nato con problemi di salute.

A  Madrid ho conosciuto delle ragazze che da 4 anni hanno creato una piattaforma famosa in tutta la Spagna, Mammaproof, che si affianca ad una guida cartacea (Ruta MMMP), che altro non è che una guida dei migliori luoghi/prodotti e servizi a portata di famiglia con bambini nelle città di Madrid e Barcelona. Dopo aver collaborato come blogger per il loro portale, condividendo le mie esperienze di mamma a Madrid, mi è stata offerta la possibilità di portare il format Mammaproof in Italia. Insieme abbiamo creato un network internazionale, Ciudades Family Welcome, che legasse l’iniziativa spagnola a quella italiana. Una volta rientrata a Roma dopo la maternità sono stata licenziata ma non mi sono persa d’animo: la prima persona alla quale ho proposto la mia idea è stata Francesca Lucia Molendini, amica di lunga data. Conoscevo la sua storia lavorativa, e sapevo che sarebbe stata la persona giusta per affiancarmi in questa sfida. Abbiamo fatto tutto da sole e dopo 6 mesi il blog era pronto. E’ così nato Family Welcome: familywelcome.org

Family Welcome è il primo blog di approfondimento culturale family friendly, alla ricerca costante dei migliori luoghi, percorsi e iniziative per vivere le città e le vacanze con i bambini, attivo su Roma, Milano, Madrid e Barcellona. Raccoglie recensioni “a prova di mamma” su una ricercata selezione di negozi, ristoranti, prodotti, attività e servizi adatti alle famiglie con bambini.

Siamo orgogliose della prima edizione della manifestazione DIY Family Festival (Do It Yourself – Fai da te) alla quale hanno partecipato circa 3000 persone. Una manifestazione  nata per dar voce a una tendenza sempre più forte nella nostra società:  il fai da te (DO IT YOURSELF), dall’arredamento alla moda, dal cibo al design. Una filosofia che vede nell’ingegno e nel talento un’alternativa concreta alle scelte commerciali più ovvie.

L’evento si è articolato in 4 aree tematiche:

1) Cibo: degustazione di cibo biologico a KM0 e catering per bambini

2) Creatività: laboratori gratuiti didattici per bambini dai 3  ai 12 anni e attività di vario genere a loro dedicate.

3) Artigianato: esposizione di vestiti e accessori per bambini realizzati da mamme “mompreneur” (mamme-imprenditrici che hanno deciso di mettersi in proprio in maniera creativa, per affrontare la crisi del mondo del lavoro).

4) Bio: esposizione e vendita di alimenti e prodotti biologici e oggetti di design realizzati con materiali naturali.

IL NOSTRO CONSIGLIO PER LE MAMME: poter continuare a esistere come donne. Il blog nasce proprio con questo obiettivo. Quante mamme rinunciano a uscire con le amiche perché non sanno che esistono locali in cui i bambini possono giocare tra loro mentre gli adulti chiacchierano?

priscilla_galloni_familywelcomePriscilla Galloni

BabyGuest: “Viaggiare è un gioco da bambini”.

Nasce BabyGuest, la prima piattaforma per il noleggio e l’acquisto di attrezzature per l’infanzia che facilita la vita dei genitori in viaggio e aiuta gli alberghi a diventare “kid friendly”.

Quando si parte con i figli piccoli tutto sembra indispensabile, che sia per un viaggio lungo o per un semplice week-end. Ma l’alternativa ai bagagli extra c’è. È BabyGuest, l’unica piattaforma professionale su cui è possibile noleggiare tutte le attrezzature per l’infanzia e acquistare i prodotti di prima necessità avendo la certezza di ricevere tutto a destinazione il giorno e all’ora stabiliti. BabyGuest non dialoga solo con i consumatori finali. Ha un canale di noleggio/vendita dedicato agli operatori qualificati del segmento turismo. Primi fra tutti: gli albergatori.

L’obiettivo è permettere agli hotel di attrezzarsi al meglio per accogliere le famiglie, fornendo loro tutto ciò che serve per soddisfare le esigenze dei piccoli ospiti. Con BabyGuest tutti gli alberghi hanno la possibilità di diventare realmente “kid friendly”.

Intuito femminile. Nata dall’intuito imprenditoriale di Serena Errico, mamma del piccolo Leonardo e viaggiatrice non stop per impegni professionali, di famiglia o semplice svago, BabyGuest è la risposta ideale per chi vuole concentrarsi sulla sola esperienza di viaggio. Con la consapevolezza che il comfort dei piccoli sarà assicurato al 100%.

BabyGuest per il sociale. Il programma qualità di BabyGuest prevede che le attrezzature noleggiate abbiano un ciclo di vita non superiore ai sei mesi. Sia per quelle a disposizione dei consumatori finali sia per quelle in uso negli alberghi. Siamo fermamente convinti che tale limite sia fondamentale perché il servizio offerto rimanga sempre ai massimi livelli e i prodotti messi a disposizione siano sempre in linea con le tendenze di mercato. Nasce così l’idea di donare alle nostre attrezzature una seconda vita facendo del bene a chi ne ha realmente bisogno.

BabyGuest ha avviato una collaborazione con CasAmica Onlus, una organizzazione di volontariato che dal 1986 accoglie a Milano malati e i loro familiari in difficoltà provenienti da tutta Italia per curarsi negli ospedali della città. Le attrezzature BabyGuest andranno in particolare alla Casa dei Bambini, inaugurata nel 2011 e totalmente dedicata ai piccoli e alle loro famiglie. Inoltre, ogni mese BabyGuest metterà in vendita un gioco ad hoc il cui ricavato andrà al 100% a CasAmica Onlus.

La sfida di Expo 2015. Il flusso turistico atteso per Expo 2015 è di 24 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo con una permanenza media nella sola Milano di due giorni. Le ultime stime dicono che il 43% arriverà con famiglia e figli al seguito. BabyGuest rappresenta una opportunità unica per le decine di migliaia di persone che saranno accompagnate dai figli più piccoli.

BabyGuest è anche BabyExpat, una brand extension studiata appositamente per soddisfare le esigenze di chi si trasferisce all’estero con la famiglia per periodi più o meno lunghi. Ancora una volta: anziché portarsi da casa tutte le attrezzature necessarie per i figli piccoli o acquistarle sul posto è possibile affittarle e riceverle comodamente a casa propria. Il tutto a tariffe assolutamente interessanti. Evitando così anche la gestione dello smaltimento a fine utilizzo.

Partiamo dall’Europa ma guardiamo al mondo. Siamo in trattative con due potenziali partner, uno negli Emirati Arabi e uno a Singapore, per esportare il modello BabyGuest su scala internazionale». BabyGuest è stato presentato anche ai Tavoli Tematici Expo 2015 dell’imprenditoria femminile e della solidarietà e del no profit.

FB: https://www.facebook.com/theBabyGuest

Twitter: @BabyGuest
 

Serena-Errico,-founder-BabyGuestSerena Errico, 39 anni, founder di BabyGuest. A 20 anni fonda Freecom, un’agenzia di servizi specializzata nell’ambito delle telecomunicazioni e radicata sul territorio pugliese, regione in cui è nata. Nel 2001 viene assunta da Vodafone e nel 2003 si trasferisce a Milano specializzandosi in gestione, negoziazioni e intermediazioni nel canale retail. Nel 2007 passa in Wpp per sviluppare new business e la gestione dei clienti più importanti del mondo pubblicitario dell’esterna. Un anno dopo accetta una nuova sfida professionale e partecipa al lancio di Mediaset Premium. Si occupa di definire i processi e di incrementare il business diventando capo dello sviluppo commerciale e successivamente capo delle partnership e del canale di vendita diretta Mediaset Premium. Nel 2013 diventa partner di Done! Group. Nel 2014 fonda LeoCom a cui fa capo il marchio BabyGuest. Serena è laureata in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Lecce. È sposata e ha un figlio.

Papà ho paura!

Come nasce l’idea del libro “Papà ho paura!”

Scrivere è stata sempre la mia passione che ho voluto approfondire con la nascita di questo libro.

Mi piace inventare storie, stimolare nei bambini la loro fantasia che deve essere alimentata giorno dopo giorno con il gioco ma anche con la lettura dei libri.

Nel libro viene affrontata una paura comune a molti bambini  quella del buio. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello di capire le emozioni dei propri bambini e cercare di trovare un modo per superare le paure quando ancora sono piccoli. Ascoltare i loro bisogni e comunicare con loro.

Figura centrale del libro è il papà che in questa vicenda sostituisce egregiamente la mamma e che con pazienza ed interesse riesce a capire realmente l’emozione del figlio, diventa suo complice ed insieme trovano un modo per sconfiggere per sempre la paura e i mostriciattoli che invadono la sua stanza.

Un elemento fondamentale nei libri per bambini sono le illustrazioni ed è per questo che ho deciso di occuparmi personalmente delle immagini per rappresentare nel miglior modo possibile la storia.  A volte bastano delle semplici immagini che da sole raccontano.

Un consiglio che voglio dare a tutti è quello di leggere ogni giorno un libro al proprio bambino prima di andare a dormire perché si crea quel momento di intimità tra genitore e bambino ma anche perché leggere storie fa bene ad entrambi, anche a noi genitori che riviviamo in questo modo la nostra infanzia.

 

DSCF0199Marzia Gianotti è nata a Roma.

Si dedica allo studio per conseguire due lauree magistrali, in Economia aziendale e Scienze della moda e del costume, all’Università La Sapienza di Roma. Dopo aver lavorato in ambito pubblico, collabora con l’università. Ha sempre nutrito un interesse per la scrittura, la lettura di storie per bambini ed il disegno che ha aperto la strada a questa grande passione. A settembre 2014 è  uscito Papà ho paura!, il suo primo libro illustrato.

www.papahopaura.it 

L’ambizione che unisce tutte le mamme

Gestisco la rubrica Leader in famiglia, eppure non mi sento una leader nel senso stretto della parola.

È vero che, come quasi tutte le mamme, sono la persona che organizza e conduce la famiglia (anche in senso non metaforico: la mia auto è praticamente un taxi), che propone idee e attività, che influenza maggiormente il gruppo.

Sicuramente sono la persona che più lavora, forma e educa all’interno del gruppo famiglia, ma è anche vero che i membri della mia ciurma sono per me degli alleati, dei pari e influenzano moltissimo ogni mio pensiero e azione.

Ipotizzando che la parola leadership possa derivare dalla locuzione di lingua inglese “comandante di una nave” allora potrebbe pure starci…CiurmaMom è la mamma della ciurma! Ma se proprio vogliamo parlare di leadership lasciatemela almeno definire una leadership partecipata.

In famiglia non si è né protagonisti, né in testa a agli altri, non si impone ma si propone, non si spinge ma si sostiene, si pensa agli altri e con gli altri, non al posto degli altri.

C’è un momento però in cui le mamme diventano un leader autocratico ed è quando è il momento di mettere a nanna i bambini. Non c’è nessun momento della giornata che richieda più fermezza di questo.

Le operazioni di lavaggio, i pigiamini e la nanna in orario decente, per riuscire a svegliarli il giorno dopo senza impazzire, sembrano un miraggio. L’ambizione di tutte le mamme sarebbe passare attraverso queste fasi in atmosfera rilassante pre-nanna.

Sappiamo che sarebbe bene andare a letto in pace, senza tensioni, stanchi ma col sorriso, dopo una bella chiacchierata, un po’ di lettura e tanti bacini. Ce lo ripromettiamo sempre: stasera mangiamo prima, ci prepariamo presto e con calma, infine coccole e nanna.

Poi arriva la sera. Se abbiamo anticipato i tempi lavando e mettendo i pigiamini prima di cena, possiamo stare certi che sarà la serata in cui il piatto di pasta si rovescerà addosso, se decideremo di farlo dopo, il bambino sarà troppo stanco o sarà troppo tardi, così lotteremo e correremo. Di nuovo.

Quel che è certo è che quando diremo che è ora di andare a letto, sarà spesso più tardi del previsto e i bambini avranno ritrovato tutta la loro energia, per cui di andare a dormire non avranno nessuna  intenzione.

E così esce il leader autoritario che è in noi mamme, quello che ricordavamo da piccole e che non avremmo mai voluto essere. Ma pazienza, è necessario. Domani torneremo ad essere delle dolcissime mamme!

Domani. Lo stesso giorno in cui inizieremo la dieta.

Barbara Buccino

“Da una passione, la mia forza”

 

Fin da piccola ho avuto tre grandi passioni: viaggiare, le lingue, e… le scarpe per bambini! Dal punto di vista formativo e professionale mi sono concentrata sulle prime due con un master internazionale in cooperazione allo sviluppo, varie esperienze di campo in Africa ed America Latina ed una carriera orientata alle Nazioni Unite. A Madrid per amore, ho lavorato 6 anni nella responsabilitá sociale del Grupo Vips/Starbucks, diventando manager del dipartimento.

Poi sono nati Flaminia, Pietro e Filippo e con loro la ricerca disperata di scarpe carine e comode a prezzi accessibili… E la mia terza grande passione ha preso il sopravvento!

Cosí ho rispolverato gli appunti della Bocconi, ho lasciato il lavoro ed… ecco Babidetta.com, un negozio on-line con una collezione classica ma attuale, e soprattutto di scarpe pensate per i piedi dei bambini e con l’esperienza di una mamma. E qualche tocco in piú, come la personalizzazione delle bebè, i lacci elastici ed il rapporto di fiducia diretto e sincero con ogni cliente, come in un negozietto di quartiere, di quelli che sono lí da sempre.

Babidetta nasce con uno spiccato desiderio di professionalitá ed un grande investimento iniziale: non era un “passatempo”, ma una impresa per la quale ho rinunciato ad un buon stipendio in un azienda che mi ha sempre permesso di conciliare lavoro e familia. Era un progetto in cui credevo (e credo) moltissimo e che andava fatto in modo serio. Pero non volevo una marca ed una azienda fredda ed impersonale. Tutto in Babidetta è cura ed attenzione al cliente: scrivo sempre personalmente ai clienti e senza “format” prefatti, consiglio sinceramente i genitori che mi chiedono aiuto, uso molto il “whatsapp” perché permette una comunicazione molto fluida e passo la mattina a fare paccchetti e dettagli per rendere l’esperienza Babidetta, unica e diversa da tutte le altre.

I primi mesi di un nuovo progetto sono fantastici perché ti spinge una forza impressionanti, iniziano le vendite, i prodotti sono belli, piacciono, e tutto è uno stimolo ed una energia elettrizzante. Poi arrivano le fatture, sempre piú alte delle vendite, ordinare e pagare la collezione estiva ad ottobre quando non hai neanche iniziato a vendere l’invernale, un paio di cambi in cui sai di rimetterci soldi, le mille cose che sai che devi migliorare, le montagne di scarpe che dalla camera da pranzo dove le tenevo iniziano ad invadere anche il salotto… Quello è il momento piú difficile, ci sono giorni in cui vieni schiacciata dalla mole di lavoro e pensi che non ce la farai mai…

Ma poi arrivano le mail dei clienti congratulandosi del servizio, di che belle le scarpe, che comode, che dettaglio il nome del bambino sul pacco… E sei di nuovo con il pieno di energia pronta ad una nuova giornata.

L’11 novembre Babidetta.com ha compiuto un anno e sto chiudendo la quarta collezione (estate 2015) introducendo nuovi modelli e mantenendo i best seller. In questo anno ho girato vari “temporary” e pop –up store a Madrid, Roma e Milano e recentemente a Torino.  E sto organizzando Londra e Parigi. Le vendite presenziali sono un investimento per i costi di trasporto, viaggio, location, ma sono un grandissimo successo ed un ottima occasione di contatto con le mamme, capire i modelli che piacciono di piú, perché, i gusti dei bambini, imparare, imparare ed imparare.

Ed effettivamente ti portano poi le mamme all’acquisto on-line che è l’obbiettivo ultimo ed il canale che permette effettivamente mantenere i prezzi piú contenuti. Le vendite sono in continuo aumento, soprattutto sui classici e sulle “MyShoes”, le scarpine da bebé personalizzate.

L’idea della scarpine dipinte a mano è nata facendo prove di tecniche ed inchiostri per personalizzare con il nome le scarpe per asili e scuole. E piace molto perché ogni scarpe è asolutamente unica, e la pittrice realizza qualsiasi cosa: da ritratti di famiglia a draghi, a fiori, topini ed angioletti.

Ed in un anno Babidetta è stata pubblicata sul Vogue Bambini, Elle Kids, Donna Moderna e tantissimi blog: molta soddisfazione e grande responsabilitá per l’aspettativa delle mamme ed i papá.

Babidetta è un successo? Per il momento è ancora un gran sogno, ma comunque sará il futuro, per me come Benedetta sicuramente lo è. Sto imparando piú che in qualsiasi master, sto creando un mio progetto e soprattutto il mio lavoro mi appassiona ed entusiasma.

 

Detta 2Benedetta Falletti di Villafalletto

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