I bambini devono essere felici. Non farci felici…

Ci siamo conosciute fra i banchi dell’Università il primo giorno in Bicocca e l’esserci presentate e il diventare amiche è stato istantaneo. Un’affinità elettiva, che ci ha portato tra montagne di libri e una sintonia rara a voler affrontare insieme una grande sfida: aprire il nostro studio di consulenza familiare a Milano nel 2009 (in via Eustachi 20). Siamo pedagogiste felici di esserlo! E nel nostro studio affianchiamo e sosteniamo ogni giorno in particolare genitori che hanno bisogno di consulenze per affrontare piccoli e grandi difficoltà quotidiane legate all’educazione e alla crescita dei propri bambini. Un aiuto concreto per migliorare la qualità della vita familiare in uno spazio pensato per i grandi che hanno voglia e bisogno di avere un altro punto di vista e di capire il perché di certi comportamenti a volte incomprensibili per noi adulti.

Per far conoscere il nostro lavoro in studio, trasmettendo la passione che ci anima, abbiamo aperto una pagina fb nel 2011: l’idea di rendere popolare e simpatica la pedagogia sembrava una sfida impossibile. Ma invece di cercare idee straordinarie, abbiamo scelto di fare quello che sappiamo fare meglio: parlare con semplicità e professionalità di pedagogia per la vita quotidiana. E questa scelta ci è valsa il titolo di “pedagogiste 2.0”! Ogni giorno pubblichiamo consigli, riflessioni e indicazioni pratiche per vivere con serenità e capire sempre di più i bambini e per togliere incertezze nel quotidiano rapporto con i figli, i loro quesiti, spesso giganteschi, e le loro fantasie, sempre poetiche. La nostra pagina è generosa di risposte e riflessioni che risvegliano la sensibilità di chiunque abbia a che fare con i bambini e aiuta a scoprire quanto numerose sono le cose che già si sanno e ne svela di nuove. I nostri colorati appuntamenti quotidiani – le illustrazioni sono di Elisabetta – sono stati definiti “aforigli”, un   evocativo incrocio tra aforismi e consigli, e hanno dato origine a una collana di libri edita dalla Casa Editrice Edicart che ha superato ogni aspettativa di vendita. In questi libri si incontrano due differenti linguaggi: quello delle immagini, rivolto ai bambini, e quello delle parole, dedicato agli adulti. I due mondi si trovano così uniti a regalare a grandi e piccoli preziosi momenti di crescita e di condivisione.“I bambini devono essere felici. Non farci felici…” è il primo volume della serie, ma tra pochissimo arriverà il secondo volume…

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E poi collaboriamo con l’ambulatorio pediatrico del Centro Culturale san Fedele di Milano, dove offriamo supporto e consulenze a italiani indigenti e stranieri in difficoltà; abbiamo una rubrica quindicinale sul settimanale Starbene, collaboriamo come esperte con diversi settimanali nazionali – Donna Moderna, Gioia, Confidenze – abbiamo scritto una collana di fiabe sulle emozioni, facciamo supervisione in nidi e scuole materne… Insomma, abbiamo cercato di capire quello che volevamo ed eravamo capaci di fare e ci impegniamo ogni giorno per farlo al meglio con la nostra professionalità, il nostro carattere, inclinazioni e le nostre emozioni…

Elisabetta Rossini e Elena Urso  https://www.facebook.com/ConsulenzaFamiliareRossini.Urso

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50 sfumature di mamma!

Tre donne, un forum e una passione in comune : scrivere. In comune abbiamo anche il fatto che siamo un po’ sceme, ma questo è secondario.

Un giorno d’estate Morna, la trentina, propone ad Anya, la parigina, e a Kla, la milanese, di creare un mommy blog. Scopo? Prendere in giro le mamme, le estremizzazioni, tutto quello con cui forum, social network e siti ci bombardavano da quando eravamo diventate mamme. Siamo partite così, con un nome ispirato alla famosa trilogia che, nell’estate del 2012, era al massimo del suo splendore. Non voleva essere un lavoro, ma solo una passione. Non un diario, ma una condivisione di pensieri e, soprattutto, la volontà di alleggerire le mamme dalla perfezione con cui cercano di rincoglionirci.

Esistono le mamme perfette? Su 50sfumaturedimamma.com non le troverete. Noi siamo forse un po’ cattivelle, crude, realiste. Ma è così che vorremmo che le altre mamme fossero con noi. Senza fingere sui propri sentimenti, senza inventarsi balle sui propri figli, senza tentare di nascondersi dietro una perfezione – appunto – che non serve proprio a nulla. Con il tempo, il blog ha iniziato a riscuotere un certo successo. Merito sicuramente della ormai nota “Fenomenologia della mamma”, il nostro appuntamento del lunedì. Il post che prende in giro ogni tipo di mamma, dalla mammucca alla lavoratrice, dalla mielosa alla party girl. La vita è già difficile, perché non riderci su?

Il blog non è un lavoro, per noi. Tutte e tre lavoriamo, e tanto, a tempo pieno. Morna è libera professionista e ha due bambini di 7 e 4 anni che occupano tutto il suo tempo libero. Le piace cercare funghi, adora le grigliate e le giornate al lago. Klarissa lavora in uno studio milanese, ha un figlio di 6 anni e una vita fatta di incastri, senza nessun aiuto concreto. Appena può prende un aereo o scappa per un weekend fuori porta e va a letto sempre tardi.

Anya lavora in una società di media online e ha due bambine di 3 e 5 anni. Il marito vive ormai da tempo in altri paesi e lei si arrabatta tra l’ufficio e le figlie, che occupano ogni attimo del suo tempo. La cosa più importante per lei è ridere, tutto il resto si aggiusta sempre, finché si ha il sorriso. Scriviamo quando possiamo. Ma cerchiamo di farlo tutti i giorni, perché ci piace mettere per iscritto quello che pensiamo e condividerlo con le altre mamme (e i papà, e le nonne, e chi c’è), sperando di creare discussione, confronto e, perché no, conforto.

Non è un lavoro, appunto. Anche se riceviamo millemila inviti, non siamo blogger a tempo pieno e non possiamo permetterci di andare agli eventi. A volte ci piacerebbe, e ci dispiace non poterlo fare. Ma comunque, non è lo scopo del nostro blog.

Lo scopo di 50sfumaturedimamma.com è far sentire più leggere le mamme di ogni tipo: quella ansiosa, quella single, quella tutta cuoricini, quella incasinata, quella sempre di corsa, quella rigida… Perché noi ci crediamo veramente: nessuna mamma è perfetta, ma bisogna che qualcuno ci dica che non siamo sbagliate.

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La mamma avatar: dalla regina del focolare alla regista della famiglia!

Lo hanno detto in molti: arrivare alla maternità oggi non è un approdo scontato. Si tratta di una vicenda sempre più complessa che va incastrata in un percorso di crescita femminile in cui la donna (legittimamente, a nostro avviso) non intende rinunciare ad ambiti di realizzazione quali l’essere una buona compagna, una professionista, un’amica fidata, un soggetto sociale, una figlia riconoscente e accuditiva. La donna di oggi non si accontenta più di essere solo una madre “regina della casa”. Se questo dato è evidente, ciò non significa tuttavia quello che i detrattori della nuova madre vorrebbero sostenere e cioè che il valore di avere un figlio, sia stato relativizzato. Si potrebbe anzi dire il contrario: con meno tempo e meno possibilità a disposizione il bambino finisce per essere un bene sempre più prezioso. Desideratissimo, spesso unico e superinvestito, merita il massimo dell’impegno e della dedizione.

In questi molti anni di lavoro con genitori di bambini e di adolescenti abbiamo incontrato centinaia di mamme che per risolvere il loro intrinseco dilemma fra parti di sé hanno scelto il contrario della rinuncia e del disinvestimento dal ruolo materno: hanno semplicemente innalzato il peso delle richieste interne e dei propri ideali. Hanno deciso di fare tutto e di fare bene, ancor meglio che in passato.

Nel libro “Mamme avatar”, edito da Bur, abbiamo provato a descrivere come la mamma moderna, donna lavoratrice, nasca perfezionista, organizzatrice, inevitabilmente un po’ narcisa, tuttavia non per questo meno materna con il proprio figlio. Le sue ansie nei confronti del cucciolo e il modo di curarlo sono infatti quelli teneri e accuditivi di sempre: non abbandonarlo, proteggerlo, contenerlo, nutrirlo, anticipare per lui i pericoli del mondo.

Se la programmazione e il multitasking sono le nuove implementate abilità che consentono di occuparsi di tutto e di essere il regista della famiglia, la vera arte praticata dalla mamma moderna, da noi definita “avatar”, è da ricercarsi nella relazione con il bambino. Tale arte nasce da un paradosso: i bambini necessitano di stare vicini alla propria mamma, la madre moderna deve tornare al lavoro. Ne consegue che la madre deve riuscire ad essere vicina al figlio anche da lontano, anche senza il presidio della presenza fisica. Ma come fare a realizzare ciò? Innanzitutto servono strategie di conciliazione, non sono solo di ordine pratico ma anche psicologico: mentre parte della mente è impegnata a rispondere al capo o a gestire una conference call, un’altra parte deve essere certa di saper tener viva la relazione simbolica con il figlio: cosa starà facendo all’asilo in questo momento?

Poi ci sono gli avatar: dispositivi ideati dalle nuove madri per riuscire a stare vicino ai figli anche quando sono al lavoro, o impegnate ambiti non compatibili con la presenza fisica a fianco del bambino. Si tratta di persone, ma anche istituzioni e sostegni di varia natura, che facilitano la costruzione della presenza virtuale. Ad essi la madre non “delega” realmente l’accudimento, nella misura in cui ne dirige le mosse e ne tiene la regia a distanza: un avatar rappresenta sempre la madre e il suo modo di curare, mantiene il contatto con lei, ha il compito di portarla vicina simbolicamente anche quando è lontana. Basta una telefonata per riattivare la relazione. Dietro il volto della tata, nel modo di curare di nonni e padri, nell’organizzazione della propria giornata, i figli riconoscono sempre più spesso il presidio e cifra stilistica rassicurante della propria madre. Quando la madre non è presente fisicamente il bambino riconosce chiaramente che ella ha preventivamente predisposto tutto per lui e che ha fatto ottime scelte: le sue giornate sono ricche di stimoli, giochi e possibilitià di apprendimento nei più svariati contesti (dalla scuola al parco, dalla piscina all’inglese, dalla festa di compleanno dell’amico, al pomeriggio con la nonna).

Mentre la madre è distante, l’attenta programmazione e l’uso degli avatar, tengono vivida la relazione tra la madre e il bambino: superato il vincolo della presenza fisica, il rapporto ne esce addirittura rinnovato e rinforzato. I vantaggi del sistema della mamma avatar sono evidenti durante l’infanzia: se la donna emancipata moderna, lavoratrice, aveva il problema, come madre, di non poter garantire la vicinanza al proprio figlio, attraverso l’invenzione di strategie come quella degli avatar ha trovato una soluzione. Molti evidenze cliniche dimostrano che i bambini di oggi crescono, nonostante i distacchi precoci dalle madri lavoratrici, con meno vissuti di abbandono e solitudine rispetto a quelli di un tempo. Le madri lavoratrici sono più che presenti psicologicamente accanto al proprio bambino che è in grado di esplorare il proprio mondo con una buona dose di fiducia di base e che sviluppa molte competenze precocemente.

E’ vero però che qualsiasi cambiamento presenta dei pro e dei contro. Alla luce delle esperienze cliniche di questi anni, ci sembra di poter dire che gli svantaggi possibili del sistema della mamma avatar riguardino soprattutto l’adolescenza: durante questo periodo, infatti, il figlio non deve evitare la distanza dalla madre, ma al contrario, procurarsela e affrontarla. Sperimentare la solitudine psicologica è un compito di crescita imprescindibile per l’adolescente, serve per l’autonomia e per preparare l’adultità. La presenza di una mamma avatar, in tal senso, può complicare le cose: come fare a distanziarsi da una madre che virtualmente riesce ad essere presente dappertutto, che ha sempre un avatar dietro l’angolo, che è tanto amata e per di più usa le tecnologie per sapere sempre dove sei e cosa ti succede (si pensi all’uso dei registri elettronici e delle geolocalizzazioni degli smartphone)?

LauraTuruani_bigLaura Turuani, psicoterapeuta, socia dell’Istituto Minotauro di Milano, si occupa di adolescenti e adulti nell’area della clinica, della ricerca e della formazione. Insegna presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto ARPAD Minotauro. Oltre a MAMME AVATAR (Bur, 2015, Milano) ha pubblicato con Pietropolli Charmet G. “Narciso Innamorato. La fine dell’amore romantico nelle relazioni tra adolescenti” (Bur, Milano, 2014) e con Lancini M. ”Sempre in contatto. Relazioni virtuali in adolescenza” (FrancoAngeli, Milano, 2009).

laura.turuani@gmail.com

DavideComazzi_bigDavide Comazzi, psicoterapeuta, socio dell’Istituto Minotauro di Milano, svolge attività clinica con adolescenti e genitori e si occupa di formazione in quest’ambito. E’ responsabile dell’intervento con i genitori presso la Comunità “Teen” del CAF Onlus di Milano, è docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Adolescente e del Giovane Adulto ARPAD Minotauro. Oltre a MAMME AVATAR (Bur, 2015, Milano) ha pubblicato anche “Il corpo in una stanza. Adolescenti ritirati che vivono di computer”, con Spiniello R. e Piotti A. (FrancoAngeli, Milano, 2015) e con Pietropolli Charmet e Bignamini S. “Psicoterapia evolutiva dell’adolescente” (FrancoAngeli,  Milano, 2011) davide.comazzi@me.com

www.minotauro.it

Matte in fuga: “Noi mamme possiamo essere esempio positivo per i nostri figli”

Essere leader in famiglia è faticoso, parliamoci chiaro!

Essere Mamma e regina del multitasking è un’impresa titanica, che voi siate casalinghe disperate o manager in carriera. Diffidate di chi vi dice il contrario e di chi si crede meglio di un’altra. Si corre sempre.

Il tutto non è retribuito e nemmeno lontanamente riconosciuto in nessun modo, a volte neppure dalle stesse donne che per conciliare tutto lavorano 24 ore al giorno.

E allora? Corri per davvero che ti passa!

Noi siamo quattro Mamme che hanno deciso di non perdere tempo ad arrabbiarsi con questioni annose e di incanalare stress e frustrazione nella corsa. Km dopo km mettiamo in fila i pensieri e ristabiliamo priorità e giusto peso delle cose. Ognuna con le sue gambe, la sua testa e il suo cuore. Ognuna con le sue possibilità e capacità.

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E dal momento che siamo Mamme, e non siamo capaci di fare mai una sola cosa alla volta, abbiamo pensato di unire la nostra passione, nonché valvola di sfogo, al far del bene. Correndo si possono sostenere associazioni, progetti, sogni, idee. Si possono conoscere persone che hanno voglia di condividere progetti, sogni e idee. Si possono realizzare cose concrete.

Ecco un esempio di un progetto realizzato in collaborazione con un’altra Mamma blogger

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Mamme leader in famiglia e…fuori!

E allora Mamme, forza, nel nostro piccolo possiamo fare tanto per cambiare il mondo ed essere un esempio positivo per i nostri figli, con la corsa o con altro.

Matte In Fuga

Blog matteinfuga.wordpress.com

Facebook www.facebook.com/matteinfuga

Twitter twitter.com/matteinfuga

Instagram instagram.com/matteinfuga

Mail matteinfuga@gmail.com

 

“Essere uguale, essere diversa”

A volte non è semplice essere madre di figli adulti, adolescenti e piccoli insieme.

Adattare linguaggio e azioni alle varie età, ai vari caratteri, pur restando sempre la stessa persona, lo stesso riferimento per tutti, la stessa mamma. Accompagno tutti, ovunque ne abbiano bisogno. Ascolto tutto e osservo tutti.

Le fatiche non mancano mai, come le gioie.

Svegliare i piccoli al mattino e portarli a scuola è più impegnativo di fare la stessa cosa coi grandi; non solo perché i grandi si preparano da soli, ma anche perché autogestiscono la naturale ritrosia ad iniziare una nuova giornata di scuola. Andare a prendere i figli a scuola è una festa quando si tratta dei piccoli e una sorpresa quando si tratta dei grandi. Non sai mai come li troverai: felici, abbattuti, soddisfatti, preoccupati, schivi, chiacchieroni. L’unica certezza è che saranno affamati.

I piccoli ti accolgono sempre festosi, anche se non è detto che manterranno il sorriso una volta a casa, quando gli crollerà addosso la stanchezza e le conseguenze delle avventure scolastiche.

I piccoli fanno disordine in casa, i grandi fanno disordine in testa. I piccoli dipendono da te e tu dipendi dagli umori e dagli impegni dei grandi. Le giuste attenzioni, la giusta empatia, il giusto distacco, la giusta proporzione tra cosa è importante e cosa non lo è.

La chiave di tutto credo che sia un continuo aggiustamento degli equilibri, una continua immedesimazione nei figli tenendo presente situazioni, momenti ed età.

Accompagnare e condurre, come un vero leader, senza sovrapporsi, senza sovrastare, senza soffocare, senza inibire.

A volte mi chiedo se la leadership, almeno in famiglia, in fondo non sia basata semplicemente sull’ esperienza, l’umiltà e l’ascolto. Poche regole, ognuna motivata e spiegata, il resto è ascolto, pazienza, incoraggiamento, fiducia.

Ce la sto facendo, o almeno mi pare, in funzione loro e con loro. È indubbiamente un lavoro di squadra. Più i figli crescono più il mio passo si fa affianco a loro, non uno avanti, non uno indietro.

Coraggio ragazzi, la vita è un’avventura, non lasciatela scivolare, conducetela. Siate leader di voi stessi.

 Barbara Buccino

http://www.ciurmamom.it/

Un piccolo favore…….

Mi chiamo Barbara e sono la mamma entusiasta di sei figli, cercati con ostinazione.

Insieme ai figli mi appassionano la medicina, i video e la scrittura. Alternate con le gravidanze e la crescita dei figli, ho potuto fare una serie di esperienze che mi hanno portata oggi a gestire autonomamente il mio blog http://www.ciurmamom.it/

Sfruttando video di quotidianità familiare, racconti e riflessioni, nel mio blog parlo di come è possibile, anche in un periodo di crisi economica, avere una famiglia (numerosa quanto si vuole) senza che questo comporti rinunce per i figli. I miei articoli trattano di maternità, crescita, educazione, salute, viaggi ed economia familiare.

Con racconti di vita vissuta, vorrei incoraggiare i genitori a immedesimarsi nei figli e fornire consigli basati sulla mia esperienza per uno stile di vita economico, sostenibile e felice. Spero di trasmettere la mia convinzione che i rapporti interpersonali, anche mediati dalla rete, possano arricchire la vita di ognuno e diventare una strada economicamente sostenibile per diffondere idee e soluzioni, aldilà delle più ristrette cerchie di amicizia.

Il mio progetto, pertanto, si basa sul valore della condivisione, che nella vita, come in rete, rende più vicini e di reciproco aiuto. Bisogna solo scoprirla davvero.

Se condividete il mio pensiero e voleste sostenere il mio progetto, nell’ambito dell’evento MammacheBlog, potete voltarlo qui sotto entro oggi:

CiurmaMom è il progetto n.12 https://it.surveymonkey.com/r/FattoreMamma-Award-2015

Basta un click, non è richiesta nessuna registrazione.

Grazie di cuore!

Barbara Buccino

Mammeonline: confronto e idee

 

Era il gennaio 1998. Stavo vivendo i primi mesi di vita di mia figlia, le sere si trasformavano in incubi di ore in cui nulla sembrava poter consolare il pianto disperato di mia figlia. Con Ernesto, mio consorte e papà di Giulia, ci siamo collegati, pieni di speranza, ad internet.

Tutto si può trovare su Internet, ci dicevamo speranzosi e ammaliati dall’arrivo del web anche in Italia.

Sì, è vero, potevamo trovare di tutto, meno che informazioni sulla maternità e la pediatria in lingua italiana. Trovavamo solo interessanti ma altrettanto inutili per noi, in quel momento, informazioni dedicate allo svezzamento dei pappagallini…In America c’erano newsgroup e forum sul tema ma la lingua (per me) e un approccio alla maternità completamente diverso, mi impediva di trovare conforto o utili consigli.

Così mi venne l’idea di aggregare i genitori naviganti italiani (molto pochi all’epoca) affinché potessero lasciare le loro preziose informazioni ad aiuto e sostegno di altre disperate come me! Ora come allora chi visita Mammeonline è in cerca di informazioni serie e autorevoli, per quanto riguarda il portale, di scambi di esperienze e sostegno vicendevole, nonché consulenze di esperti gratuite, per quanto riguarda la parte di blog/forum.

C’è una cosa che non è cambiata e non cambierà mai, almeno finché la specie non si evolverà verso sistemi differenti di riproduzione: il bisogno estremo e compulsivo di confronto e sostegno sulle tematiche riguardanti la gravidanza, il parto e la cura dei figli, la loro crescita, l’educazione. In così tanti anni di vita non siamo state solo mamme in cerca di conforto e confronto ma siamo divenute anche gruppo di pressione sociale. Ci siamo mosse compatte in occasione dell’approvazione della famigerata Legge 40/2004 sulla fecondazione assistita, uno schiaffo in faccia e una penalizzazione intollerabile delle coppie con problemi di infertilità, una legge confessionale che ha calpestato i diritti delle persone e, in particolare, ha calpestato senza ritegno la tutela della salute della donna.

La mobilitazione di tutte le mammeonline affinché i media dessero il giusto risalto alla tremenda esperienza vissuta dalle coppie italiane adottive in Congo conclusasi felicemente, il 28 maggio 2014, con l’arrivo dei bambini dal Congo, con un volo di Stato.

Ora siamo molto attente a tutte quelle tematiche che riguardano i diritti e la salute delle donne e dei bambini. Vogliamo una corretta applicazione della L. 194/78: il diritto degli obiettori non può essere maggiore del diritto delle donne di decidere del loro corpo e della loro salute, fisica e psicologica.

Ci stanno poi molto a cuore le tematiche relative alla conciliazione lavoro/famiglia, c’è ancora tanto da fare.

Creare un welfare che permetta alle donne di mantenere con dignità l’occupazione sia in caso di nascita dei figli o di malattie e vecchiaia dei genitori in famiglia. Tutti questi problemi si riversano sulle spalle delle donne alle quali non è riconosciuto alcun merito, anzi. Ogni attività al femminile è una corsa ad ostacoli, trovo questo modo di dover vivere la vita profondamente ingiusto. Siamo focalizzate su temi quali il bullismo, cyber bullismo e sexting e ai pericoli cui vanno incontro, spesso inconsapevolmente i nostri figli e figlie e alla necessità di educare in primis i genitori e poi i bambini/ragazzi ad essere attenti nell’uso di sistemi che tendono ad usarti piuttosto che essere usati. Teniamo alta l’attenzione sui temi relativi all’educazione sessuale ed affettiva per le nuove generazioni, la rieducazione al rispetto reciproco, la resistenza alle violenze sulle donne e sui bambini in un momento sociale in cui sembrano esacerbarsi i ruoli di genere come fossimo in guerra. Una guerra contro le donne che si traduce in femminicidio nei casi più estremi e che purtroppo coinvolge, in questa violenza, anche i figli che restano traumatizzati psicologicamente o divengono loro stesse vittime di atti di figlicidio.

Ultima ma non ultima, la scuola pubblica e il rilancio degli investimenti in educazione e cultura per le nuove generazioni.

Oggi Mammeonline.net, un portale che raccoglie 215000 visitatrici uniche mensili e che vanta oltre 40mila utenti iscritti ai forum.

Ma non mi sono mai fermata, perché ho bisogno sempre di dare concretezza a nuove sfide e tra le tante esperienze vissute in questi anni nel web c’è stata anche la creazione della casa editrice Mammeonline (www.casaeditricemammeonline.it), oggi gestita e diretta da Donatella Caione: un progetto entusiasmante che ha coinvolto la community con l’intento di sostenere le attività dell’allora associazione e che ora prosegue l’attività di pubblicazione con sempre lo stesso entusiasmo e le stesse difficoltà di allora. E’ un’eterna lotta con giganti dell’editoria che sfornano centinaia di titoli ogni anno, contro una scelta curata e amorevole di testi e illustrazioni che tenga conto con attenzione e massima cura dei destinatari di queste produzioni.

Infine nel gennaio 2014 è nato il sito CuciniAmO (http://cuciniamo.mammeonline.net ), un blog collettivo di ricette e racconti in cucina, dove ho trasferito l’enorme e preziosa raccolta di ricette e condivisione di racconti sviluppatasi in questi 16 anni del forum Ricettario (http://www.mammeonline.net/phpBB3/ricettario.html) su Mammeonline.

Il tema che ci unisce è la cucina fatta con amore per i nostri cari. Come mamme sappiamo quanto sia importante il rapporto che si instaura tra noi e i figli tramite il cibo. I bambini sono dei fantastici sperimentatori, osservatori impietosi, indagano sin da piccolissimi qual è il nostro rapporto col cibo e da noi imparano come reagire ai piatti che vengono loro proposti. Insieme da anni ci scambiamo ricette, consigli, sperimentazioni per riuscire ad essere fantasiose in cucina e preparare con gioia e amore i piatti per i nostri cari. Ora ogni cuoca ha il suo blog personale, le sue ricette sono votate e commentate, condivise nei social network e tutto ciò ci rende più leggero e divertente l’impegno quotidiano di cucinare per la famiglia. Magari anche velocemente visto che la maggior parte di noi è costituita da donne che lavorano e che devono conciliare le necessità di lavoro e famiglia senza uscirne con le ossa rotte.

Vuoi sapere se ho nuovi progetti in cantiere? Ma certo, come sempre, però è ancora presto per parlarne 🙂

 

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Debora Cingano

 

Papà ho paura!

Come nasce l’idea del libro “Papà ho paura!”

Scrivere è stata sempre la mia passione che ho voluto approfondire con la nascita di questo libro.

Mi piace inventare storie, stimolare nei bambini la loro fantasia che deve essere alimentata giorno dopo giorno con il gioco ma anche con la lettura dei libri.

Nel libro viene affrontata una paura comune a molti bambini  quella del buio. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello di capire le emozioni dei propri bambini e cercare di trovare un modo per superare le paure quando ancora sono piccoli. Ascoltare i loro bisogni e comunicare con loro.

Figura centrale del libro è il papà che in questa vicenda sostituisce egregiamente la mamma e che con pazienza ed interesse riesce a capire realmente l’emozione del figlio, diventa suo complice ed insieme trovano un modo per sconfiggere per sempre la paura e i mostriciattoli che invadono la sua stanza.

Un elemento fondamentale nei libri per bambini sono le illustrazioni ed è per questo che ho deciso di occuparmi personalmente delle immagini per rappresentare nel miglior modo possibile la storia.  A volte bastano delle semplici immagini che da sole raccontano.

Un consiglio che voglio dare a tutti è quello di leggere ogni giorno un libro al proprio bambino prima di andare a dormire perché si crea quel momento di intimità tra genitore e bambino ma anche perché leggere storie fa bene ad entrambi, anche a noi genitori che riviviamo in questo modo la nostra infanzia.

 

DSCF0199Marzia Gianotti è nata a Roma.

Si dedica allo studio per conseguire due lauree magistrali, in Economia aziendale e Scienze della moda e del costume, all’Università La Sapienza di Roma. Dopo aver lavorato in ambito pubblico, collabora con l’università. Ha sempre nutrito un interesse per la scrittura, la lettura di storie per bambini ed il disegno che ha aperto la strada a questa grande passione. A settembre 2014 è  uscito Papà ho paura!, il suo primo libro illustrato.

www.papahopaura.it 

Quote rosa o quote azzurre?

Quanto mi piace la “quota azzurra” di Leadingmyself.

Tanto quanto mi intristiscono le “quote rosa” in politica.

O meglio, il principio per cui sono nate le quote rosa è sicuramente giusto e deriva dall’osservazione della scarsa presenza di donne in Parlamento, per cui, tramite le quote rosa, si garantisce una presenza minima femminile in campo politico. Eppure trovo che il concetto e la parola “ quote rosa” sia davvero deprimente. Primo per l’inevitabile considerazione che sia necessario un intervento di questo genere per assicurare del posti in politica anche alle donne e secondo perché nel “rosa” si nasconde comunque tutta una serie di stereotipi che non ci aiutano a uscire dai discorsi sessisti.

Perché la discriminazione sessuale verso le donne non si ravvisa solo nelle questioni gravi come la violenza di genere, le mutilazioni genitali femminili, il diritto al voto, la discriminazione sul lavoro e sullo studio. Esistono anche forme di sessismo meno evidenti, ma subdole e pervasive. Anche solo assegnare arbitrariamente qualità, positive o negative, in base al sesso è sbagliato. A me, per esempio, intristisce tutto quello che punta esageratamente sull’elogio del ruolo di madre e di moglie.

Mi spiego: io amo la mia famiglia, i miei figli e ciò che faccio lo faccio con passione e non per essere una mamma o moglie modello, dedita al 100% a loro, centro del mio mondo. Sarebbe soffocante per entrambe le parti. Essere un punto di riferimento è sicuramente bellissimo e, ammettiamolo, decisamente appagante, ma ognuno di noi resta con la sua identità. Rispetto troppo i miei figli come persone per pensare di ruotare attorno a loro e che loro ruotino attorno a me. E voglio essere rispettata anche come persona e donna, non solo come madre e moglie, da tutti loro e da mio marito.

Il fatto è che, sia donne che uomini, dopo decenni (no, secoli) di attribuzione dei lavoro casalinghi e di definizione di angelo del focolare alle donne, ci siamo fregati da soli.

Il problema è sociale e radicato, ci lavorano ai fianchi tutti, uomini e donne, fin da quando nasciamo. Dall’abbigliamento dei neonati in avanti. Ci credete che esistono e continuano a uscire ancora libri per bambini con titoli come “giochi da femmine” e “giochi da maschi” o addirittura “parole da femmine” “parole da maschi”? Ovviamente con sfondo rigorosamente rosa o azzurro. Io sono rabbrividita vedendoli.

Eppure se noi donne facciamo notare queste cose, spesso veniamo considerate eccessive, permalose, poco tolleranti e anche poco ironiche.

Ma noi non siamo né poco tolleranti, né poco ironiche, anzi accettiamo tutto di buon grado, anche la quota rosa, se serve a far sentire la nostra presenza attiva in questioni importanti come quelle politiche e sociali. Perciò ora, in tutta risposta, adoro questo spazio in Leadingmyself per gli uomini.

Il vostro punto di vista ci è sempre interessato, raccontatelo. In Leadingmyself potete inserirlo nella “quota azzurra”.

 

BB Barbara Buccino  @ciurmamom

http://www.ciurmamom.it/