Quanto mi piace la “quota azzurra” di Leadingmyself.
Tanto quanto mi intristiscono le “quote rosa” in politica.
O meglio, il principio per cui sono nate le quote rosa è sicuramente giusto e deriva dall’osservazione della scarsa presenza di donne in Parlamento, per cui, tramite le quote rosa, si garantisce una presenza minima femminile in campo politico. Eppure trovo che il concetto e la parola “ quote rosa” sia davvero deprimente. Primo per l’inevitabile considerazione che sia necessario un intervento di questo genere per assicurare del posti in politica anche alle donne e secondo perché nel “rosa” si nasconde comunque tutta una serie di stereotipi che non ci aiutano a uscire dai discorsi sessisti.
Perché la discriminazione sessuale verso le donne non si ravvisa solo nelle questioni gravi come la violenza di genere, le mutilazioni genitali femminili, il diritto al voto, la discriminazione sul lavoro e sullo studio. Esistono anche forme di sessismo meno evidenti, ma subdole e pervasive. Anche solo assegnare arbitrariamente qualità, positive o negative, in base al sesso è sbagliato. A me, per esempio, intristisce tutto quello che punta esageratamente sull’elogio del ruolo di madre e di moglie.
Mi spiego: io amo la mia famiglia, i miei figli e ciò che faccio lo faccio con passione e non per essere una mamma o moglie modello, dedita al 100% a loro, centro del mio mondo. Sarebbe soffocante per entrambe le parti. Essere un punto di riferimento è sicuramente bellissimo e, ammettiamolo, decisamente appagante, ma ognuno di noi resta con la sua identità. Rispetto troppo i miei figli come persone per pensare di ruotare attorno a loro e che loro ruotino attorno a me. E voglio essere rispettata anche come persona e donna, non solo come madre e moglie, da tutti loro e da mio marito.
Il fatto è che, sia donne che uomini, dopo decenni (no, secoli) di attribuzione dei lavoro casalinghi e di definizione di angelo del focolare alle donne, ci siamo fregati da soli.
Il problema è sociale e radicato, ci lavorano ai fianchi tutti, uomini e donne, fin da quando nasciamo. Dall’abbigliamento dei neonati in avanti. Ci credete che esistono e continuano a uscire ancora libri per bambini con titoli come “giochi da femmine” e “giochi da maschi” o addirittura “parole da femmine” “parole da maschi”? Ovviamente con sfondo rigorosamente rosa o azzurro. Io sono rabbrividita vedendoli.
Eppure se noi donne facciamo notare queste cose, spesso veniamo considerate eccessive, permalose, poco tolleranti e anche poco ironiche.
Ma noi non siamo né poco tolleranti, né poco ironiche, anzi accettiamo tutto di buon grado, anche la quota rosa, se serve a far sentire la nostra presenza attiva in questioni importanti come quelle politiche e sociali. Perciò ora, in tutta risposta, adoro questo spazio in Leadingmyself per gli uomini.
Il vostro punto di vista ci è sempre interessato, raccontatelo. In Leadingmyself potete inserirlo nella “quota azzurra”.
Barbara Buccino @ciurmamom