Un tema intrigante che val la pena di scomporre.
Un leader guida un gruppo di persone, secondo la sua personale visione, verso un bene supremo (ecco non per forza sempre così supremo!).
Una leadership femminile quindi implica leader donne guidare un’azienda, una società, perché no l’intera razza umana, verso un bene supremo in salsa femminile. Intrigante visione di matriarcato in evoluzione, tuttavia mi domando se sia possibile. Non essendo un futurista devo supportare la mia riflessione con esistenti analisi di società matriarcali. Due entità famose (spero per il lettore) nella fantasia di molti sono le Bene Gesserit e le Matres Onorate, entrambi facenti parte dell’universo di Dune.
Il primo gruppo è un ordine di stampo monastico che persegue la creazione di un essere perfetto tramite la manipolazione genetica dell’umanità. Facendo si che il sesso sia lo strumento con cui acquisire geni di potenziali maschi dai tratti importanti al fine di migliorare la razza. Il gruppo delle Matres Onorate han fatto del sesso stesso uno strumento di controllo dei maschi. Con questi due esempi torniamo un attimo sulla terra. Una leadership femminile sarebbe veramente differente da una maschile? La teoria della razza vuole che una donna abbia a cura e attenzione maggiore la casa, la famiglia. Idealmente un approccio meno ardito e avventuroso. Esempi di matriarcato moderno si possono notare in Africa dove nelle comunità rurali alla dona è delegata la gestione dell’economia mentre all’uomo l’onere dei lavori pesanti (nel caso estremo la guerra). Molte ONG in Africa preferiscono dare in mano alle donne della comunità il credito per finanziare i progetti considerando che gli uomini son più avvezzi a bere, fare a botte e cercare un caldo rifugio. Se nelle società in sviluppo tale approccio può funzionare nelle società già strutturate maschio centriche il sistema può operare? Il concetto di diversità è tanto intrigante quanto razzista. Ci sono le donne che son diverse, i gay diversi, i diversamente abili diversi, in Africa abbiamo leggi per la black empowerment. Siamo tutti diversi. Perfino tra i maschi etero c’è diversità: ci sono i deficienti e quelli meno deficienti. Addirittura ci sono quelli che non mancano di nulla (quasi una razza rara). Il maschio alpha medio, in salsa corporativa, è cresciuto in una società maschilista. Ha fatto carriera. Ha una brava moglie a casa che cresce i suoi cuccioli, il maschio alpha medio smania di poter metter le mani su qualche brava giovane donna intrisa di diversity. Intendiamoci. Non esistono prove accertate che tra una bella risorsa umana femminile (bella dentro si intende) e una normale risorsa umana, in fase di decisione, il maschio alpha farà distinzioni. Anzi sono certo che la sua propensione egalitaria intrisa di diversity, social responsability, political correctness, lo spingerà a fare la scelta giusta. Ma nel caso che la femmina diversa fosse assunta grazie al maschio alpha per altri valori (oltre all’abilità e alla menzionata bellezza interiore)? Questo quesito è puramente teorico. Ma riprendendo i due esempi di futuro matriarcato vedo due plausibili evoluzioni. Un’evoluzione (oserei dire positiva) in cui le leader femminili hanno una visione cosi amplia del potenziale futuro da pianificare con attenzione e intelligenza ogni passo. Siano esse a capo di un’azienda, una nazione, una organizzazione sociale. In questo scenario si potrebbe avere una vera crescita di leader con, soprattutto, un taglio dirigenziale veramente femminile. Per femminile intendo una donna che gestirebbe con cura, attenzione la sua stessa azienda come gestirebbe una famiglia: quindi meno azzardi e più attenzione ai dettagli. Questa è la descrizione delle Bene Gesserit.
Tuttavia se sulla leadership femminile emergente dovesse estendersi l’ombra del maschio alpha (lo stesso che ha selezionato la giovane, in nuce, leader femminile per la sua bellezza interiore) si porrebbe il tangibile rischio di avere una leadership al femminile che usa alcuni strumenti (nella finzione fantascientifica delle Matres Onorate si menzionava il sesso) come metodi coercitivi di comando. In tal senso un futuro con questo tipo di leadership al femminile sostituirebbe al maschio alpha (con tutte le sue deficienze) la donna Alpha.
Fortunatamente non sono un futurologo ne un sociologo quindi lascio ad altri decidere quale scenario futuro sia più auspicabile: Bene Gesserit o Matres Onorate.
Enrico Verga
@enricoverga
Classe 1976. Master in Relazioni internazionale Università Cattolica. Manager. Consulente dei Global shapers (World economic Forum), Analista geopolitico per Longitude ( link http://longitude.it )(mensile Ministro Esteri), Capo horn (mensile sole 24 ore), Libero, Fatto Quodiano ( link http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/everga/ ), Panorama. Fondatore di Dream Job (magazine di annunci di lavoro per le organizzazioni internazionali) ( link http://www.internationaldreamjobs.com )
Interessante tema, che tra l’altro si avvicina molto al mio prossimo post qui in Leadingmyself.
Concordo con te che il concetto di diversità sia tanto intrigante quanto razzista e da questo, forse, dovremmo partire.
Nella definizione di leader ovviamente non è incluso il genere, eppure se si tratta di una donna, si pensa subito a una versione femminile di leadership, mentre per l’uomo si parla solo di leadership.
Il problema è che ogni volta che si assegnano qualità negative o positive in base al sesso, si rischia di cadere in un discorso sessista e limitante.
Perciò quello che vorrei chiederti è questo: quando parli di leadership al femminile, parli di un taglio dirigenziale femminile, specificando che per femminile intendi una donna che gestirebbe con cura, attenzione la sua stessa azienda come gestirebbe una famiglia. Ma perché allora nella leadership maschile non si parla del concetto di “diligenza del buon padre di famiglia”?
In fondo quello della diligenza del buon padre di famiglia è un concetto che arriva dall’antico diritto romano ma esiste ancora oggi nel linguaggio giuridico. A questo punto che differenza ci sarebbe tra il taglio dirigenziale dato da una donna piuttosto che da un uomo?
Entrambi si occuperebbero di guidare un gruppo di persone verso un bene supremo con la stessa cura e attenzione di un buon padre/madre di famiglia.
Infine ti chiedo: secondo te la bellezza interiore sarebbe contemplata anche quando una ipotetica donna Alpha dovesse scegliere un leader tra gli uomini? O è comunque un modo più nobile per raggirare la becera valutazione in base alla bellezza esteriore, senza per altro uscirne?
Fortunatamente neanche io sono né futurologa né sociologa, quindi non azzardo previsioni, ma qualunque cosa accadrà, spero che sarà sempre più legata a pure risorse umane, piuttosto che maschili o femminili.
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Dunque non posso dar una definizione uniforme e standard di leadership maschile. Tuttavia se devo rifarmi alle osservazioni sulla storia di leader uomini, l’abilità primaria dell’uomo è la difesa/offesa, azioni coraggiose ( o avventate) e in generale un attitudine al comando e alla ricerca di rispetto tramite agire aggressivo ( non per forza spregiudicato).
L’esempio che ho fatto per le ONG e l’Africa credo che possa rendere l’idea.
Quindi non è un fatto di leadership femminile e maschile in termini di sessualità ma piuttosto di normale indole ad agire come l’istinto della razza ( che intendiamoci non è uno standard condiviso da tutte le forme di vita maschili o femminili) suggerisce.
L’utilizzo del termine bellezza interiore, avrai compreso essere un eufemismo per riferirsi con ironia a quella esteriore.
I due esempi finali che ho citato di casi di società fantascientifiche rappresentano, con un po di libertà espressiva, la mia visione. Una donna alpha che agisce come un maschio alpha sarà solo la sua versione femminile, dove darà prevalenza a fattori esterni ed estetici. Tuttavia non ho una conoscenza così complessa e articolata della donna alpha da poterti offrire una risposta definitiva. Dovrò, ahimè, studiare ancora l’argomento, magari con soggetti vivi e consenzienti ( non so per quale ragione se dici ad una donna che vorresti studiarla, non la prende mai molto bene).
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Certo, avevo compreso il tuo utilizzo del termine bellezza interiore, ma mi faceva giusto comodo per tirare fuori l’argomento.
L’indole di cui parli mi sembra sia legata alla razza che al genere, comunque argomento interessante. Toccherà studiarlo. Ciao
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