Ma perché girl geek e non geek girl? Sono entrambi sostantivi (anche geek è sostantivo, l’aggettivo è geeky), quindi nessuna delle due formule è giusta o sbagliata. Abbiamo mantenuto anche noi la formula girl geek come han fatto le Girl Geek Dinners perché vogliamo mettere il fuoco sul fatto che siamo geek e in secondo luogo girl. Se invece si usasse l’espressione geek girl si vorrebbe mettere il fuoco che siamo ragazze e solo nello specifico geek. Ma noi prima di tutto siamo geek!
L’idea è nata da alcune organizzatrici delle Girl Geek Dinners in Italia, le cene realizzate in tutto il mondo dedicate alle appassionate di tecnologia, con l’intenzione di avere anche un luogo “virtuale” dove incontrarsi e scambiare idee e conoscenze. Il nostro scopo, oltre a quello di esprimere il punto di vista delle geek italiane sulla tecnologia in tutte le sue forme. Soprattutto ci piace condividere ciò che sappiamo in campo informatico, tecnico con coloro che ancora sono a digiuno di tecnologia e anzi pensano di non potercela fare. Cerchiamo di avvicinare le donne alla tecnologia, anche quella di uso quotidiano per abbattere finalmente lo stereotipo che donna e tecnologia non vanno proprio d’accordo.
Tanti gli stereotipi diffusi , ma la storia la raccontano gli uomini e si dimenticano di ricordare che anche le donne hanno fatto la loro parte e hanno sempre lavorato con e nella tecnologia! La prima programmatrice di computer al mondo, esperta di algoritmi e sopraffina studiosa di matematica è Ada Lovelace (http://it.wikipedia.org/wiki/Ada_Lovelace). E poi ci sono state moltissime altre studiose, alcune note come Grace Murray Hopper, che ha collaborato alla creazione dell’UNIVAC e ha inventato il COBOL e ha inventato il termine bug (quello con cui comunemente si indicano gli errori di programmazione), altre meno note o sconosciute che con il loro lavoro di amministratrici di sistema, imprenditrici tecnologiche, programmatrici, tecniche hanno fatto e stanno facendo la storia della tecnologia. Solo che spesso non ce ne ricordiamo e non ne parliamo. Per promuovere il ruolo delle donne nella tecnologia e nelle scienze, ogni anno a metà ottobre si celebra l’Ada Lovelace Day con una serie di eventi e di iniziative in tutto il mondo. Segnate sul calendario il 14 ottobre 2014 e festeggiate insieme a noi!
Essere geek è un un modo di essere e di approcciarsi a una realtà in continuo movimento, partecipando attivamente all’onda del cambiamento. Una ragazza o donna curiosa, che cerca di facilitarsi la vita utilizzando la tecnologia. non si spaventa davanti alle novità: a un nuovo gadget, a una nuova versione del sistema operativo, a una nuova release. Anzi ne è affascinata, è orgogliosa di sapersela cavare da sola senza dover chiedere ai colleghi solo per dover cambiare il toner a una stampante, o resettare il router di casa. Ha a cuore la sicurezza, quindi generalmente non usa la data di nascita dei figli come password 🙂
Come vincere gli stereotipi? Si dovrebbe partire dalla scuola, dove troppo spesso per un vecchio stereotipo le donne sono considerate poco inclini alle materia scientifiche (tanto che sono addirittura in calo le iscrizioni delle donne alle facoltà scientifiche). La scuola dovrebbe abbattare gli stereotipi e non aiutarli a crescere. La ricetta per fare questo non c’è. Si parla oggi molto di giochi gender neutral, ovvero che non confinano le bambine a giocare con scopette e ferri da stiro rosa per esempio. Importanti sono anche sicuramente le iniziative di introduzione al coding, organizzate per esempio dai Coderdojo per i bambini o da Rails Girls per le ragazze. Una bellissima iniziativa, della quale Girl Geek Life è stata media partner, è stata Ragazze Digitali, la prima summer school italiana per avvicinare le ragazze allo studio delle materie scientifiche organizzato da EWMD e dalla facoltà di ingegneria di Modena.
Ci vorrà del tempo, ma noi donne potremmo iniziare a raccontare e mostrare quotidianamente ai nostri figli che possono raggiungere qualsiasi obiettivo e che hanno gli stessi diritti e doveri indipendentemente dal sesso, assecondando le loro passioni e le loro idee e magari comprando giocattoli che non accentuino la disparità tra i sessi. La cosa importante è che si inizi a riconoscere il talento e ci si ricordi sempre che tutti abbiano le stesse possibilità indipendentemente dal sesso, dalla razza e dall’età. Il secondo punto è comprendere che la carriera tecnica nella nostra società ha la stessa importanza della cariera umanistica e che le scuole secondarie a carattere più scientifico non sono da considerare una scelta di ripiego.
Sonia Montegiove