“Un cammino che deve diventare la normalità”

Il primo passo avanti è parlare di persone. Non uomini o donne, ma semplicemente persone. Nel mio lavoro di avvocato, nell’esperienza da parlamentare, nel mio attuale ruolo di sindaco di Prato ho lavorato e collaborato con persone capaci, attive, molto competenti, così come ne ho incontrate altre che non mi hanno particolarmente colpito o con le quali non mi sono sentito di portare avanti dei progetti. A fare la differenza tra le une e le altre ci sono innumerevoli fattori, ma sicuramente non di genere. Se le cosiddette “quote rosa” possono essere un mezzo per promuovere un cambio culturale e di mentalità, sicuramente questo non basta. Sono le condizioni di partenza che devono essere uguali per tutti, riuscendo a permettere alle persone di gestire le problematiche familiari, i figli piccoli, i genitori anziani, senza dover fare rinunce sul lavoro, per esempio. Nonostante le risorse risicatissime, da sindaco ho deciso di non tagliare i servizi di asili nido e scuole. Non solo perché dobbiamo investire e non risparmiare sul nostro futuro, ma anche perché iniziative come il pre e il post scuola, per esempio, permettono ai genitori di mantenere il posto di lavoro o di non usufruire di permessi quotidianamente. Vale per i padri ma, inutile girarci intorno, vale ancora di più per le madri, spesso costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Certo, si potrebbe e si dovrebbe fare di più. Ma se vogliamo che questo Paese cresca potendo contare sui propri talenti, non ci si può permettere che una donna si debba trovare davanti a scegliere tra un figlio e la propria occupazione. Allo stesso tempo non credo che le donne siano necessariamente più brave dei colleghi maschi, ma è certo che spesso devono dimostrare più tenacia e intraprendenza. Quando ho scelto gli assessori che costituiscono la mia giunta non ho pensato a rispettare le quote rosa, a dare una bella immagine politica puntando, magari in maniera forzata, soprattutto sulle donne, ma ho pensato ai profili più adatti per ricoprire determinati ruoli. E il risultato è stato praticamente paritetico, ma senza forzature: con me c’è una squadra compatta di nove assessori, 4 donne e 5 uomini, pronti al confronto costante, a una collaborazione costruttiva per ottenere i risultati che ci siamo prefissi. Smettiamo di stupirci se un manager, un rettore, un assessore è donna. È la semplice normalità.

 

Matteo B.

Matteo Biffoni, 40 anni, babbo di Stefano, avvocato, sindaco di Prato. Ha vissuto sin da giovanissimo la politica e l’impegno sociale con passione. Consigliere comunale dal 2004, nel 2012 vince le primarie per i parlamentari per le elezioni politiche del febbraio 2013, arrivando primo e ottenendo l’elezione alla Camera dei Deputati. In Parlamento entra in Commissione Giustizia. Un anno fa decide di candidarsi a Sindaco di Prato e presenta le dimissioni da parlamentare. Eletto al primo turno, dal 28 maggio 2014 è sindaco. Appassionato di musica, tifoso dell’Ac Prato 1908, Matteo Biffoni ha sempre mantenuto vivo l’interesse e l’impegno per l’associazionismo e il volontariato.

 

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